Nove arresti e sequestri per oltre 8 milioni di euro sono stati effettuati dalla Guardia di finanza di Reggio Calabria nell’ambito dell’operazione “Ceralacca” di quattro giorni fa.
Numerosi bandi di gara, per centinaia di migliaia di euro, pubblicati a livello nazionale hanno visto, troppo frequentemente, secondo i finanzieri, sbaragliare ogni tentativo di concorrenza da parte di alcuni imprenditori reggini, dando impulso alle indagini coordinate dal sostituto procuratore Matteo Centini.
Tra i soggetti colpiti da ordinanza di custodia cautelare ci sono, oltre ad esponenti della famiglia Bagalà, anche il responsabile dell’ufficio gare e appalti della Sorical, il segretario e un funzionario della stessa società e due dipendenti della Provincia di Reggio Calabria.
Intercettazioni telefoniche, video e ambientali hanno permesso di determinare anche il singolare modus operandi della cricca: costituita una vera e propria associazione a delinquere, la famiglia Bagalà grazie alla complicità di alcuni funzionari e impiegati pubblici corrotti, s’impossessava delle buste, le apriva, verificava l’offerta delle concorrenti, le richiudeva abilmente sostituendo quelle presentate dalle proprie imprese e/o da quelle a loro vicine per assicurarsi gli appalti.
L’attività illecita riguardava non solo gli appalti della Suap, ma anche altre Stazioni Appaltanti quali la Provincia di Reggio Calabria e la Sorical di Catanzaro. Per ottenere i propri scopi, i soggetti hanno addirittura cercato l’appoggio di esponenti politici loro vicini su cui non sono emersi, tuttavia, elementi di rilievo. I beni sequestrati e che ammontano a un valore di 8 milioni di euro sono tre società: Isotech Srl di Gioia Tauro, Ediltech Srl di Gioia Tauro, Ime Srl di Reggio Calabria; un’autovettura Volkswagen e sei autocarri e veicoli speciali.
”Intendo affermare con fermezza che non sono mai stato interessato ad acquisire quote della Sorical con chicchessia, non solo perche’ in qualita’ di presidente non avrei potuto farlo, ma anche perche’ non e’ un settore che ha mai fatto parte della mia attivita’ imprenditoriale, ne’ del mio gruppo”. Cosi’ Sergio Abramo, presidente del Cda della Sorical (societa’ di gestione delle acque calabresi) e candidato sindaco a Catanzaro con il Pdl replica alle notizie emerse nell’inchiesta ‘Ceralacca’ della Guardia di finanza di Reggio Calabria.
Gli indagati nelle intercettazioni facevano riferimento all’acquisizione delle quote private della Sorical insieme ad Abramo, che avrebbe manifestato a loro dire l’interesse nella vicenda. ”E’ vero che, da presidente della Sorical -prosegue Sergio Abramo- mi sono adoperato da molti mesi per sostituire il gruppo Veolia che ha manifestato l’intenzione di cedere le proprie quote. Per tale motivo, ho pensato ad un gruppo ancora piu’ forte e competente nel settore”.
“A tal proposito mi sono rivolto al fondo di carattere istituzionale F2I, voluto dalla Cassa depositi e prestiti, per garantire ancora di piu’ la societa’ Sorical. Della ricerca del gruppo privato -spiega- sono informati tutte le istituzioni ed i gruppi politici di maggioranza ed opposizione e la cosa ormai e’ divenuta notizia di dominio pubblico. Pertanto, qualsiasi insinuazione dovesse essere fatta, atteso il particolare momento politico, sarebbe un volgare tentativo di strumentalizzare fatti che, per quel che riguarda la mia persona, mi sono completamente estranei”.
Red