È stata messa a punto nei laboratori di ricerca in oncologia medica della Fondazione “Campanella” di Catanzaro, diretti dal prof. Pierfrancesco Tassone e dal Prof. Pierosandro Tagliaferri, una nuova metodologia destinata a migliorare l’efficienza e a prevenire la tossicità dei trattamenti antitumorali. “La tecnologia detta DMET (Drug Metabolizing Enzymes and Transporters), basata su un’avveniristica piattaforma di genomica molecolare (Affymetrix), punta – è scritto in un comunicato – di diamante del bagaglio tecnologico della Fondazione, ha appena ricevuto la certificazione di qualità direttamente da ricercatori londinesi grazie all’elevata competenza professionale e alla dedizione della dott.ssa Maria Teresa Di Martino e della dott.ssa Maria Mena Arbitrio. Dopo oltre 2 anni di lavoro, la tecnologia di analisi molecolare è disponibile per soddisfare tutte le esigenze del territorio calabrese e non solo. L’attivazione della tecnologia ha infatti il primato di essere la prima del genere resa disponibile e certificata in Italia ed una delle poche nella comunità europea. Grazie a questo approccio molecolare, – si evidenzia – con un semplice prelievo di sangue sarà infatti possibile studiare 1936 varianti genetiche a carico di 225 geni già identificati come fondamentali regolatori dei farmaci antitumorali. In pratica, dall’analisi di uno specifico ritratto genetico sarà possibile selezionare il tipo di trattamento chemioterapico più adatto per il paziente oncologico ed evitare così chemioterapie inutili e tossiche e pertanto inadeguate al trattamento dello specifico paziente”.”Questo tipo di tecnologia – si fa rilevare – è inoltre un importante valore aggiunto alla ricerca oncologica rappresentando un innovativo strumento per la identificazione di nuovi marcatori genetici associati alla risposta ai farmaci antitumorali. Pertanto mediante un chip di cDNA i ricercatori del centro oncologico di Germaneto possono effettuare un’analisi del genoma del paziente che permette di scegliere individualmente il trattamento chemioterapico meno tossico e in taluni condizioni anche di maggiore efficacia. La disponibilità di questa tecnologia in Italia non mancherà di richiamare l’attenzione oltre regione soprattutto nel disegno di nuovi studi clinici di portata nazionale su farmaci innovativi che potrebbero centralizzare proprio nell’area della Fondazione e nel Campus di Germaneto una parte importante degli studi stessi. Obiettivo che i ricercatori ora si prefiggono – è scritto – è quello di effettuare quest’analisi su tutti i pazienti che si recano alla Fondazione per essere sottoposti a trattamenti chemioterapici. Questa tecnologia potrà quindi essere al più presto offerta anche ai pazienti afferenti alle altre unità della Regione, in un modello a rete che costituisce fine istituzionale della Fondazione stessa. Il risultato di quest’analisi sarà una sorta di carta d’identità genomica di ciascun paziente, capace di fornire informazioni utili al medico oncologo, al fine di scegliere il trattamento terapeutico più efficace per la cura. La medicina personalizzata, per tanti anni auspicata da tutta la comunità scientifica e su cui la Fondazione T. Campanella ha investito in termini di attività sperimentale, comincia a divenire quanto mai reale. Questo concreto risultato ottenuto nell’ambito del Campus Salvatore Venuta – secondo la Fondazione – deve sicuramente un forte riconoscimento alle risorse fornite dall’alleanza strategica Regione Calabria-Università Magna Graecia che nella Fondazione ha reso possibile questo importante traguardo per la prima volta in Italia”.
giornale di calabria