Un clima di forte tensione ha caratterizzato l’udienza di ieri del processo a carico di Cosimo Berlingieri e Gianluca Passalacqua, catanzaresi di etnia rom, di 44 e 23 anni, imputati per l’omicidio pluriaggravato del giovane universitario catanzarese di 24 anni Massimiliano Citriniti, accoltellato a morte il 22 febbraio 2009 fuori dal Centro commerciale “Le Fornaci”, a Catanzaro. Tanto da spingere il presidente della Corte d’assise, Giuseppe Neri, a chiedere ai carabinieri in servizio al palazzo di giustizia di stendere una relazione su quanto accaduto, con tanto di riconoscimento di tutti i presenti. Si tratta, per lo più, di numerosi familiari dei due imputati, e del papà della giovane vittima, che più volte sono giunti a vibrati scontri verbali, soprattutto appena fuori dall’aula, mentre in un caso c’è stato un violento scambio di frasi anche tra il papà del ragazzo ucciso e l’imputato Berlingieri, chiuso nella cella di sicurezza. L’intera mattina è stata dedicata ad acquisire la testimonianza di Alessia Cacia, cugina della vittima, presente sul luogo teatro dei fatti, e grande agitazione si è registrata anche al termine della deposizione della ragazza, che i rappresentanti delle forze dell’ordine hanno dovuto scortare quando ha lasciato l’aula, poiché molti familiari degli imputati si erano precipitati alla porta ad attenderla. La giovane aveva appena concluso la propria testimonianza, affermando di riconoscere senza dubbio in Cosimo Berlingieri l’uomo che il giorno dei fatti, nel caos creatosi fuori dal Centro commerciale dopo la morte di Massimiliano, lei sentì gridare “l’ammazzavi, l’ammazzavi!”. Poi l’udienza è stata sospesa fino a pomeriggio, per riprendere con l’audizione di altri testi del pubblico ministero Simona Rossi, due agenti di polizia giudiziaria che parteciparono alle indagini, ed Eros Cavigliano, cugino della vittima. Al processo i familiari del 24enne ucciso, costituiti parte civile, sono rappresentati dall’avvocato Francesco Gambardella, mentre gli imputati sono difesi dagli avvocati Salvatore Staiano, Gregorio Viscomi e Domenico Tavano. L’omicidio di Massimiliano Citriniti avvenne a seguito di un banale scherzo di Carnevale, fatto con della schiuma spruzzata in faccia al minorenne rom condannato, che avrebbe dato vita ad una lite iniziata dentro al centro commerciale, e ripresa all’esterno più tardi, dove il 24enne è stato ucciso, sempre secondo le accuse, dopo essere stato bloccato da diverse persone che lo hanno aggredito. Tra queste persone, secondo l’accusa, ci sarebbero stati Berlingieri e Passalacqua, rinviati a giudizio il 10 febbraio scorso. Le indagini, a pochissima distanza dal delitto, condussero i poliziotti della Squadra mobile proprio a casa di Cosimo Berlingieri, dove la moglie di quest’ultimo affidò loro il figlio minorenne, ammettendo subito che era stato coinvolto nello scontro avvenuto alle “Fornaci”. Il ragazzo diciassettenne, che è anche cognato di Passalacqua, è già stato giudicato con rito abbreviato e condannato in primo grado a 14 anni e 15 giorni di galera, poi scontati a 10 anni dalla Corte d’appello. Il minorenne e Passalacqua finirono in manette a poche ore dall’omicidio, mentre Cosimo Berlingieri fu raggiunto da un’ordinanza di custodia in carcere poco più di un mese dopo, poiché la Polizia mise assieme una quantità di indizi che secondo l’accusa dimostrerebbero la sua presenza sul luogo ed al momento del fatto (tutti e tre sono sottoposti a custodia cautelare).
(Soveratoweb)