Si è conclusa con la richiesta di confermare le condanne di primo grado la requisitoria della pubblica accusa nel processo d’appello a carico di Cosimo Berlingieri e Gianluca Passalacqua, catanzaresi di etnia rom, di 44 e 23 anni, imputati per l’omicidio pluriaggravato del giovane universitario di 24 anni Massimiliano Citriniti, accoltellato a morte il 22 febbraio 2009 fuori dal Centro commerciale “Le Fornaci”, a Catanzaro. Il sostituto procuratore generale di Catanzaro, Marisa Manzini, ha chiesto alla Corte d’assise d’appello di non modificare la sentenza con cui, il 15 marzo del 2012, i due imputati sono stati ritenuti colpevoli e condannati a 21 anni e tre mesi di reclusione Berlingieri, ed a 10 anni di reclusione Passalacqua – un terzo imputato per l’omicidio, diciassettenne all’epoca dei fatti, è stato giudicato secondo il rito per i minorenni e condannato in primo grado a 14 anni e 15 giorni di galera, poi scontati a 10 anni dalla Corte d’appello con una sentenza infine confermata dalla Cassazione il 19 ottobre 2011 -.
Il processo di secondo grado per i due maggiorenni è stato infine rinviato al 10 giugno per le arringhe dei difensori degli imputati, gli avvocati Salvatore Staiano, Gregorio Viscomi, e Nicola Tavano. Al termine del primo processo i due imputati sono stati anche condannati a risarcire alle parti civili – rappresentate dall’avvocato Francesco Gambardella -, i danni da liquidarsi in altra sede, corrispondendo intanto provvisionali da 100.000 euro ciascuno alla madre ed al padre della vittima, e da 50.000 euro al fratello di Massimiliano. Secondo quanto sostenuto dalla pubblica accusa, Citriniti sarebbe stato ammazzato a seguito di un banale scherzo fatto con della schiuma spruzzata in faccia ad un minorenne rom, che avrebbe dato vita ad una lite iniziata dentro al centro commerciale, e ripresa all’esterno piu’ tardi, dove il 24enne è stato ucciso, sempre secondo le accuse, dopo essere stato bloccato da diverse persone che lo hanno aggredito. Tra queste persone, secondo la Procura, ci sarebbero stati Berlingieri e Passalacqua. A poche ore dal delitto le indagini condussero i poliziotti della Squadra mobile proprio a casa di Cosimo Berlingieri, dove la moglie di quest’ultimo affidò loro il figlio minorenne, ammettendo subito che era stato coinvolto nello scontro avvenuto alle “Fornaci”. Per il diciassettenne, che è anche cognato di Passalacqua, l’iter processuale è ormai compiuto con una sentenza divenuta irrevocabile, mentre per gli altri due si attende adesso la pronuncia di secondo grado. (Agi)