Nei prossimi giorni il presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio, effettuerà un sopralluogo al secondo piano dell’ospedale “Bianchi-Melacrino-Morelli” di Reggio Calabria, che ospita il “Centro Cuore” ultimato e collaudato nel dicembre 2011 ma mai entrato in funzione, per rendersi direttamente conto, sul posto, della reale situazione in cui versa questa importante struttura.
«La nostra Regione – ha detto Oliverio – ha bisogno di recuperare antichi e gravi ritardi nella realizzazione di un Sistema sanitario regionale capace di corrispondere al bisogno di tutela di salute dei calabresi.
Rispetto a una tendenza che nel corso di questi anni ha determinato un progressivo indebolimento delle prestazioni sanitarie in Calabria, non c’è più un minuto da perdere: occorre invertire radicalmente la rotta».
«La vicenda del “Centro Cuore” di Reggio Calabria è grave – prosegue Oliverio – per una duplice ragione: da una parte è cresciuto il numero dei calabresi costretti a ricorrere ad altri centri esterni alla Calabria per prestazioni specialistiche di cardiochirurgia; dall’altra sono rimasti inutilizzati per anni importanti investimenti, simbolo di noncuranza e di assoluta mancanza di una visione rispettosa dei bisogni delle comunità nel governo della “cosa pubblica”».
«Tutto ciò – ha proseguito Oliverio- è intollerabile.
Ecco perché è necessaria una svolta radicale e urgente. Sia pure in un momento difficile, caratterizzato da tagli e scarsità di risorse, bisogna rapidamente uscire da una impostazione meramente ragionieristica e contabile che ha prodotto un forte impoverimento dei servizi ed ha messo in ginocchio importanti strutture sanitarie, a partire dai cosiddetti ospedali “hub” e “spoke” che, nelle città calabresi, vedono gli operatori sanitari, medici e paramedici, costretti a lavorare in una condizione di alto rischio».
«A questa situazione – ha concluso il presidente della Regione – è necessario dare una risposta immediata, attraverso la formalizzazione del Commissario “ad acta” per il Piano di Rientro, perché si possa aprire rapidamente una nuova fase nella quale si possano affrontare le emergenze e avviare un percorso di costruzione virtuoso di un sistema sanitario capace di garantire i livelli essenziali di assistenza e rispondente al primario bisogno di tutela della salute dei cittadini».