Il markoritocco – “È nata una nuova stella”
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La gramigna è un’erba ingiustamente sottovalutata. Uno degli utilizzi più diffusi è in tappeti erbosi grazie alla sua elevata resistenza al calpestamento.
E due. La seconda stazione del calvario giallorosso è stata superata. Senza il trauma di una goleada come a Sorrento, ma con un 2-0 che non “rende giustizia” all’inconsistenza della truppa di Ze Maria, salvata da Vono e graziata più volte dagli attaccanti del Latina. Due partite, due sconfitte, zero gol segnati. I portieri di Neapolis e Latina hanno anticipato il loro 1° maggio e riscoperto le gioie del solletico. Ze Maria canta, a volte stonando, le sue ovvie buone intenzioni. Ma soprattutto porta la croce. Quella di una squadra senza qualità e senza identità. Una partenza simile ha alcuni precedenti storici. A parte il primo anno post-Lodo, quattro volte in 60 anni il Catanzaro era partito con due sconfitte: nel 1949-50 contro Foggia e Messina in C, all’esordio in serie A nel 1971 contro Juventus e Inter, due anni dopo in serie B contro Novara e Avellino, infine nella stagione trionfale di Tobia in C1 contro Salernitana e Foggia.
L’ALTALENA DEI RECORD – Il Melfi, di scena domenica al “Ceravolo”, rischia di riportare il Catanzaro indietro di oltre 60 anni, fino alla peggiore partenza della storia del club (tre sconfitte consecutive). È uno dei pochi record negativi che mancano ancora all’appello, dopo che l’anno scorso furono stracciati tutti quelli positivi, nonostante la situazione societaria e l’epilogo amaro del “Flaminio”. Il Catanzaro di Auteri collezionò 8 vittorie e un pareggio nelle prime 9 partite di campionato, a fronte di uno stanziamento pubblico di 300.000 euro (la colletta del “mai più umiliati”). In questa stagione, invece, 3 sconfitte e 9 gol subiti (senza segnarne neanche uno per sbaglio) in 3 gare ufficiali, nonostante l’impegno economico del solo Comune sia più che raddoppiato (600.000).
FC TRIBUNA GIANNA – L’Effeccì ha smesso di essere una società per azioni privata e si è trasformata di fatto in una municipalizzata. Come l’AMC o la Catanzaro Servizi. La Tribuna Gianna, azionista di riferimento con oltre il 46% delle quote, non accenna a farsi da parte nonostante lo scopo per cui era stata creata sia ormai esaurito da un pezzo. E soprattutto non ha mai dato conto dell’utilizzo dei fondi pubblici ricevuti. Un’associazione nata per tutelare i tifosi e i cittadini nella delicata operazione di salvataggio dell’Effeccì, e ora divenuta parte integrante della società con l’assenso dei 4 enti che rappresenta. È possibile avere un resoconto dettagliato delle operazioni effettuate con i soldi dei contribuenti, dei fornitori scelti, pagati e da pagare, dei debiti aggiornati? Perché l’obiettivo di tutti, Tribuna Gianna in testa, dovrebbe sempre essere quello di cercare un compratore che ripulisca questa babele, quest’accozzaglia di percentuali abbarbicata all’Effeccì come un’edera. O no?
RISCHIO ASSUEFAZIONE – I risultati sono sotto gli occhi di tutti. L’effetto sul Catanzaro dell’operazione-immagine Malù-Ze Maria è durato un attimo: il tempo di addentare una pitta col morzello. Il rischio è che cali la soglia d’attenzione. Che il problema del Catanzaro Calcio finisca come polvere sotto un tappeto. Che si dimentichino le sconcertanti vicende dell’ultima estate, ancora senza spiegazioni da parte di chi si è assunto la responsabilità di restituire dignità ai giallorossi dopo l’umiliazione del “Flaminio”. Il rischio è che i 250 spettatori della prima di campionato siano il nuovo pubblico di questo Catanzaro. Domenica a Latina il settore ospiti era popolato da un tifoso vestito interamente di giallo con un cappellino rosso: un eroe della domenica o uno steward particolarmente accogliente? Sicuramente un personaggio folkloristico, proprio come questo Effeccì.
GIOVANI IN ERBA – In redazione arrivano sempre più spesso alcune mail di calciatori che richiedono un provino col Catanzaro. Un porto di mare per chi è in cerca di un minimo di visibilità. Gli allenamenti al “Ceravolo” sono sempre più affollati. Alcuni tesserati, altri in prova, tanti giovani finiti nel calderone dell’opinione pubblica senza saperne il perché. Nel frattempo, però, alcuni dei talenti migliori sfornati dal vivaio scelgono di andare via, ottenendo lo svincolo perché non sarebbe possibile negarglielo. Rescissioni su rescissioni, in cui sguazzano i personaggi più disparati approfittando della debolezza societaria. Le parole di un ragazzo di 17 anni, Mario Bria, inviate a Stadio Giallorosso, descrivono la realtà dell’Effeccì con un candore disarmante: «Alcuni non lo sanno ma l’anno scorso la formazione degli allievi nazionali non si è potuta presentare all’ultima partita del campionato: un evento che nei tornei nazionali non succede quasi mai. All’inizio di questa stagione, invece, la società ha deciso di puntare su qualche “ragazzino”, come sono stati definiti dai giornali, ma voleva farlo senza soldi, perché non c’erano neanche quelli per pagare un piatto di pasta o un letto dove dormire». Parole che fanno male a un popolo di tifosi stanco e sfiduciato.
Tra le principali caratteristiche della gramigna spiccano le proprietà diuretiche.
Ivan Pugliese