Dalla Curva

Non vogliamo più perdere a mani basse aspettando i rinforzi. Fuori la grinta !

Torino, Treviso, Genoa in casa, ed a Verona il 9 Gennaio 2005, quante figure disonorevoli dovremo ancora sorbirci dietro la scusante tenue tenue: “ i giocatori sono questi? “.
Un grido si leva dalle gradinate: “I crediti sono terminati, le scusanti anche, ora tirate fuori gli artigli e lottate”

Le sensazioni dei tifosi del catanzaro raccolte via cellulare sono unanimi: “basta rassegnazione alla sconfitta, teniamo con gli artigli questa serie B“.
Michele raggiunto a Catanzaro ed assiduo frequentatore della CMC ci ammonisce: ”
Certi limiti non si possono superare, e come tale lo accettiamo con sportività e compostezza. Le responsabilità dell’inefficace campagna acquisti estiva e’ della società. E’ un dato di fatto che il signor Princi se ne sia accollato gli oneri e nel contempo abbia assicurato di trovare dei rimedi.”
Bene dice Michele, in ogni modo e’ facile comprendere il perché di certe scelte compiute in assoluta buona fede, viste le ultime dichiarazioni allarmanti dello stesso Princi secondo cui “Dal Canto e Bonomi sono una delle migliore coppie difensive della serie B”.
Di certo non intendiamo fare i padroni con i soldi degli altri, ma quando udiamo certe dichiarazioni abbiamo il dovere di riflettere su quanto la “competenza calcistica” non sia una dote gratuita di chi e’ proprietario di capitali.

Ahimè, sembra di ripercorrere momenti già vissuti. Lungi da noi l’idea di essere onniscienti, ma permetteteci di ricordarvi, cari signori dirigenti, che serve un uomo che “tenga per gli zebedei” i calciatori; che li conosca tecnicamente e umanamente per poterli scegliere, valutare e ”stimolare”. Magari un Direttore Sportivo adeguato che abbia un contatto diretto con l’uomo calciatore, visto che (date le ultime prestazioni dei nostri), sembra palese l’assenza societaria da questo punto di vista.

Esaurito l’argomento società e chiarito che questa squadra non ha reso per quello che ci si attendeva, esaminiamo cosa si può fare a breve per limitare i danni.
Meri, accesa tifosa, ci ricorda: “laddove mancano le capacita’ tecniche e’ gradita una prova d’orgoglio. Si limitano certe lacune con l’agonismo, con il coraggio, in breve: con gli attributi, ad averceli.
Purtroppo la questione non e’ solo tecnica; in campo si sbagliano i tocchi più semplici che insegnano nelle categorie giovanili. Non si salta per contrastare di testa l’avversario. Si rimane a 15 o 20 metri dal compagno di reparto di centrocampo ed attacco, non si aggrediscono gli spazi e non si propongono soluzioni di gioco. Ci si schiaccia in 6 in difesa a 5 metri della linea di porta lasciando libero chiunque di tirare dal limite dell’area di rigore senza pressarlo. Non si reagisce ai gol subiti lasciandosi sopraffare dalla rassegnazione; questi non sono limiti tecnici, ma inequivocabile segno di mancanza di impegno e volontà.
Come non dare ragione a certe osservazioni dei tifosi, da bambini insegnano a sopperire alla superiorità tecnica dell’avversario con la grinta, ed il sano agonismo, non sempre ci si riesce ma almeno si esce dal campo con l’onore delle armi. Questa e’ l’anima dello sport. Ecco cosa tutti noi, vi chiediamo a breve, fateci uscire dagli stadi fieri di avere una squadra di uomini e non di “vuoti a perdere”.
Vi chiediamo civilmente solo rispetto per i tifosi e per i colori che portate sulle spalle, il nostro sostegno fino al 95’ ci sarà sempre, il credito verso di voi come uomini di sport sta per terminare.

Ci può stare di perdere contro una squadra tecnicamente superiore, Perugia, Empoli, allargandoci in modo spropositato, includiamo anche il Vicenza, e’ il giusto dello sport quando trionfa il più forte. Ma perdere come sta perdendo il Catanzaro nelle ultime gare no, non rientra nel nostro modo di essere sportivi.
Giusto per stemperare alcune affermazioni che giustificano questa gratuita arrendevolezza in campo, vi ricordo le prestazioni onorevoli di Piacenza, Trieste, Bergamo (contro l’Albinoleffe n.d.r.), ed anche Cesena. In casa Bari, Salerno, Modena, ed anche se costernate da errori quelle contro il Catania ed il Crotone. In quelle occasioni almeno si e’ cercato di lottare, di salvare l’onore ed in alcuni casi ci si e’ riusciti.
Comprendendo i limiti tecnici, non giustifichiamo quelli derivanti dalla mancanza di impegno e dalla rassegnazione gratuita. Come tale non vogliamo sentire più scusanti ne da parte della societa’, e nemmeno del tecnico (che ha discutibilmente “chiarito” alcune sue dichiarazioni da “caduto dal pero”) e quantomeno dei suoi calciatori. Lottate come avete fatto in altre occasioni e riavrete, sia nella vittoria che nella sconfitta, la nostra stima.

Davide Pane

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Davide Pane

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