Slow Foodball

Non solo Fiat

Scritto da Francesco Panza
Storia, cultura e buona cucina. A Melfi una tappa di nicchia per gli amanti delle trasferte ragionate
 
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La prima dell’anno, l’ultima del girone d’andata. A Melfi ci sarà il giro di boa, anche se il mare dista qualche chilometro e il Catanzaro come sempre ha scelto di navigare a vista in attesa di scoprire cosa accadrà l’11 gennaio con Dirty Soccer.

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Di sicuro chi si regalerà la prima trasferta dall’anno, sarà felice di sapere che a Melfi troverà buon cibo e storia, il connubio perfetto per chi fa delle trasferte ragionate un credo.

Raggiungere la città significa attraversare la Basilicata fino all’estremo nord al confine con la Puglia e la Campania, delimitato dalle sponde del fiume Ofanto.

veduta del castello di MelfiMelfi conta circa 17mila abitanti e sorge nel Vulture, una zona ricca di boschi, torrenti e pascoli ai piedi dell’omonimo monte alto 1326 metri, un vulcano ormai inattivo.

Si tratta di un’area abitata da tempi remoti, come testimoniano i numerosi ritrovamenti del neolitico (data d’inizio dei lavori ai Distinti) attribuibili a popolazioni come i Dauni e i Sanniti.   

Una gran quantità di reperti è conservata nel Museo archeologico Melfese aperto dalle 9 alle 20. Il biglietto d’ingresso costa 2,50€, quanto un Borghetti al Ceravolo. 

Il Museo sorge all’interno del Castello che domina con la sua imponenza l’intera città. Edificato dai normanni, ricostruito da Federico II, dotato di torri da Carlo I d’Angiò, rimaneggiato dai Caracciolo e dai Doria. La struttura non presenta una chiara impronta stilistica ma contribuisce a rendere bene il carattere di fortezza militare. 

Evidente l’influenza della dominazione normanno-sveva con Federico II che fece di Melfi la sede della sua corte e dei suoi interessi in numerosi campi.

Elevò la città al ruolo di capitale dell’Apulia e nel 1231 promulgò le “Costituzioni del Regno”, note anche come “Costituzioni Melfitane”, un corpus di norme e leggi che oltre a ristabilire la centralità del potere dell’Imperatore, regolavano aspetti del vivere comune come la sanità e la pulizia delle città e delle botteghe artigiane.

stabilimento fiat melfiDi artigiano è rimasto ben poco visto che Melfi oggi rappresenta uno dei più importanti poli produttivi della Fiat. L’area industriale nota come SATA (Società Automobilistica Tecnologie Avanzate), ubicata in località San Nicola, fu costruita a metà degli anni ’90 e contribuì a guidare l’espansione della casa automobilistica torinese in Europa. 

Tra una Punto e una Jeep, c’è spazio per la buona cucina locale da gustare in uno dei tanti ristoranti, taverne e botteghe presenti in zona. 

Tra i primi sicuramente i Maccuarnar, piatto tipico per eccellenza di Melfi, fatto con pasta fresca dalla tipica sezione quadrata. Si condisce con sugo di coniglio o maiale.

A seguire gli Strascinati con ricotta, un tipo di pasta realizzato con carne mista (maiale, coniglio, vitello, capretto), cipolla, pomodori, ricotta dura grattugiata, olio di oliva e sale.

Per chiudere le Lagane di castagne, altro piatto distintivo fatto con le lagane ottenute da una sfoglia circolare. Questo tipo di pasta viene preparato con farina di castagne, sale, uova, latte, burro, caciocavallo e pecorino grattugiato.

I maccuarnarI secondi piatti rivelano la tradizione povera della cucina locale. C’è il Pancotto alla melfitana, preparato con pane, patate e rape, lessati insieme e conditi nella stessa pentola con un soffritto di olio, aglio e peperoncino, il Pane del pastore fatto con pane raffermo, bollito con olio, alloro, origano e pomodoro con l’aggiunta di uova cotte in camicia e infine il Cucinidd, agnello cucinato con pancetta, salsiccia, pomodori, cardi e uova. Per la tradizione, viene consumato nel periodo pasquale.

Tra i dolci una menzione la meritano le Carteddate, chiamate anche Scartellate, dolci di farina fritti e intrisi di miele o vincotto, i Calzoncelli, in dialetto Cauzuncidd, piccoli panzerotti ripieni di un impasto di cioccolato, mandorle (o castagne), buccia di limone grattugiata e un pizzico di cannella.

D’obbligo innaffiare il tutto con un Aglianico del Vulture, vino rosso per eccellenza, DOCG dal 2010, prodotto esclusivamente nella zona del Vulture nella Provincia di Potenza. Ottimo abbinato con carni bianche, rosse e selvaggina, ideale per brindare ai botti di mercato del Catanzaro…

 

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Francesco Panza

22 Commenti

    • E ancora se ne vuoi vedere gente che ci passerà sotto il naso e va in altre squadre!!!!!!……adesso vedrai che sarà il turno di Scarsella tanto richiesto da Erra….e come al solito vedrai che con i garbi del Cinese anche questo se ne andrà a puttane!!!!….bah….speriamo bene…non vorrei che adesso che incontreremo di nuovo le più forti (e ovviamente con la prevista penalizzazione) riscenderemo giù di posizione!!!….mah…

        • Caro Essere vorrei tanto essere ottimista con il mio Catanzaro…..ma con questo alla guida non intravedo nessun tipo di futuro!!!!…..non esiste programmazione!!!!….oramai la gente (quel poco che siamo rimasti) è plagiata dal fatto che ci iscriviamo regolarmente che a vita lo dovremo ringraziare perché ci ha salvato dal fallimento……non faremo più un campionato di qualità….. saremo sempre in sordina e dovremo sempre sorbirci i trionfi dei nostri vicini corregionali……..mah!!!!

          • Meco, però non puoi pretendere che solo il presidente mantenga le promesse fatte al momento dell’acquisto del catanzaro. Dopo di lui c’è il nulla. I conti sono in ordine, se c’è chi pensa di essere più bravo di Cosentino si faccia avanti. Sette lunghissimi anni (come gli anni passati in serie A) per i distinti? 7 anni sono tantissimi!!! E nonostante questo sei preoccupato perché hai un presidente che non ti ha ancora portato al fallimento?

          • Ma perché voi tutti pensate che appena lo stadio sarà finito il Cinese farà la squadra per la serie b??…..se pensate questo siete veramente degli ingenui!!!!….toglietevi le fettine rovagnati dagli occhi!!!!……questo tutto vuole fare tranne che calcio!!!!!!!…….parigghia de ingenui!!!!!!…mah…

    • Tutto sommato Cosentino sta facendo quello che aveva detto a settembre. Campionato dignitoso in economia, qualche piccola soddisfazione, nessuna ambizione oltre la salvezza, poi ci sarebbe la fine dell’avventura a giugno. Speriamo bene…..segnali di intenzione a restare dovrebbero essere contratto a Erra, contratto biennale a qualche giocatore e qualche acquisto di qualità…..finora siamo immobili!

  • Arriva finocchio esterno destro, un centrale a posto di priola e un attaccante molto giovane a posto di chi s cede pima tra Mancuso e agodirin

  • Cosentino e fatti sto stadio di proprieta’ caspita. E spendili sti 30 milioni, uno stadietto da 30 mila persone e vedrai che anche in legapro ti arrivano almeno 20 mila tifosi. Secondo i calcoli di straniero vai a breakeven dopo 3 anni. Lui non viene a vedere il catanzaro perche’ il Ceravolo con capienza 10 mila persone non e’ adeguato. Gli fa schifo.

  • E’ interessante sentire qualcuno parlare di investimenti per uno stadio nuovo in un periodo in cui la crisi economica ha letteralmente abbattuto il calcio italiano e dalla serie A alla C le societa’ non hanno piu’ i soldi neanche per pagare i calciatori. E’ altrettanto interessante sentir qualcuno che ipotizza che tale investimento possa essere fatto da un comune in un periodo di crisi in cui le regole di stabilita’ non permettono ai comuni di spendere neanche se sono in avanzo primario. Vabbe’ che in Italia c’e’ liberta di espressione ma in un sito di qualita’ come questo bisogna far accedere solo gente che ogni tanto un libro o un quotidiano lo leggono.

  • Meco, ciò che voglio farti capire che purtroppo è diventato troppo difficile fare calcio a Catanzaro… infatti nessuno vuole rilevare l’uesse. Se un imprenditore serio decide di fare calcio a Catanzaro viene automaticamente lasciato solo. Perché non chiedi, ad esempio, agli amichetti di essereononessere cosa ci vuole per terminare i lavori dei distinti? Ci spieghi perché dopo sette lunghissimi anni i lavori non sono stati ancora terminati? Erano questi gli accordi? Il problema è la piazza! Il bilancio economico è ok. Ora spera di salvarti e prega che a giugno se cosentino lascia si faccia avanti un altro santo. In caso contrario vedremo veramente Gabriele, giove1966 e compagnia bella ballare il tango.

  • ma guarda secondo me son passati sette anni perchè c’è un po di confusione. L’attuale capienza è di 6000 persone e allo stadio ne vanno in 1500. Se tu straniero dichiari pubblicamente che se fanno i distinti fai l’abbonamento e gli fai capire che oggi non vai allo stadio perchè con 1500 tifosi su 6000 di capienza ti senti soffocato i lavori li accelerano subito. Insomma ci dici o no il motivo per cui non vieni allo stadio e/o non fai l’abbonamento e/o non sostieni in alcun modo cosentino se non parlando da un oracolo?

  • Non’è questione di essere Pigule ma di essere con i piedi ben piantati per terra e vedere la realtà dei fatti. Non illudetevi, non rinforzerà un bel niente.

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