I medici hanno fatto di tutto per tenere in vita la piccina, nata nella mattina di ieri alla 38esima settimana all’ospedale Jazzolino di Vibo Valentia in seguito ad un parto cesareo. Attaccata ad un respiratore automatico, per via di una gravissima asfissia, i sanitari avevano disposto l’immediato trasferimento della neonata in ambulanza all’ospedale di Catanzaro, nel reparto di terapia intensiva neonatale.
Ma, purtroppo, ogni sforzo è risultato vano. Il cuoricino della piccola ha cessato di battere nella culla dell’ambulanza del 118 durante la corsa verso l’ospedale “Pugliese-Ciccio”.
Una vicenda che ha già indotto il primario di ginecologia dello Jazzolino Antonio Imberlina a chiedere ai vertici dell’Asp l’esame autoptico sul corpicino della neonata. «Abbiamo il dovere di capire che cosa è accaduto – ha detto il primario –. Dobbiamo essere in grado di sgombrare il campo da qualsiasi dubbio». La morte della neonata ha colpito profondamente una famiglia di braccianti agricoli residente a Dasà.
La signora Silvia Agostino, 34 anni, mamma di tre maschietti, aspettava con ansia la sua femminuccia al punto che non si era arresa neanche dopo tre parti cesarei. Ieri mattina la donna, accompagnata dal marito Antonio Carè, s’è presentata in ospedale intorno alle 8, per come programmato con il ginecologo che nel periodo di gestazione l’aveva seguita. Effettuati tutti gli esami la donna e la piccina che portava in grembo non presentavano alcun problema.
La task force e’ composta da dirigenti della programmazione del ministero, carabinieri del Nas, funzionari di Agenas, dal sub commissario di Governo e da rappresentanti della Regione Calabria, e avvierà i propri lavori domattina alle 10.
Una prima relazione sull’accaduto dovrà pervenire al ministro Lorenzin e all’Unità di crisi permanente costituita al Ministero della Salute entro le prossime 48 ore. (ANSA)