Terno secco sulla ruota di Giulianova e il Catanzaro vola solitario al secondo posto in classsifica ad una sola lunghezza dalla Viterbese. Crotone-Fermana-Giulianova! I numeri? Ben otto gol realizzati e solo due subiti nelle tre partite. Quante emozioni in un lunedì improvvisamente vestitosi da domenica! Diretta televisiva e palcoscenico completamente giallorosso (visti anche i colori sociali degli abruzzesi).
Già nelle interviste del pre-partita, l’allenatore dei Giuliesi, D’Arrigo molto teso parla del Catanzaro e delle potenzialità dell’organico calabrese, allo stesso tempo un più tranquillo e sorridente Braglia, concede l’intervista parlando dell’obiettivo”salvezza”…
Ieri l’Italia giallorossa intera si è unita in un unico abbraccio usando telefonini, e-mail ecc. per stare unita intorno alle Aquile. E in quel di Giulianova gli impareggiabili Tifosi del Catanzaro, sempre pronti a farsi sentire e a moltiplicare le proprie ugole per sostenere le sorti della squadra amata.
Scendono in campo le squadre con il Catanzaro che conferma la formazione vincente contro la Fermana e con divise blu bordate di giallorosso che ricordano le storiche divise dei tempi di Palanca. E in tribuna? Proprio lui! Si, Massimo Palanca a godere di tanto spettacolo. I telecronisti RAI (un po’ troppo “casalinghi”) a commentare la verve e la tecnica sfoggiata dagli uomini di Mister Braglia.
Inizia la gara e i padroni di casa si rendono pericolosi per due volte prima con un tiro di Elia deviato in angolo da Lafuenti, poi con Drascek, ma Lafuenti (oramai più che una certezza per la porta giallorossa) neutralizza nuovamente. Il Catanzaro non si agita più di tanto. Fortissima è la personalità delle Aquile. Giusto il tempo di prendere le misure all’avversario, che al 7’ Corona gonfia la rete del Giulianova. Dalla destra Dei (ieri inesauribile) fa partire un traversone che trova impreparati prima Tangorra, poi Binchi. Il pallone giunge al Bomber giallorosso che non si fa pregare due volte e castiga Armellini con un bolide di destro. E’ il decimo gol in dieci gare disputate dall’attaccante che , nell’esultare, nasconde la sfera sotto la maglietta. Inizia la samba giallorossa e per il Giulianova è buio pesto. Dopo pochi minuti è Alfieri su calcio piazzato a chiamare al miracolo Armellini che caccia letteralmente il pallone dal sette alla propria sinistra. Trascorrono i minuti ma il Catanzaro, grazie ad un centrocampo maestoso (dove Briano, Alfieri ed Ascoli la fanno da padroni) e ad una difesa diligente, contiene bene le velleità giuliesi. Al 41’ i padroni di casa protestano per un gol annullato a Felci che aveva ricevuto palla da un cross di De Patre. L’ottimo Marelli di Como ravvisa un netto fallo in area ai danni di Nicola Ascoli commesso da Pelatti. Si va al riposo sullo 0-1.
Inizia il secondo tempo e la musica non cambia. In cattedra c’è sempre il Catanzaro. Al 12’ Armellini si oppone ad una bella conclusione di Ferrigno (beccatissimo dai suoi ex-tifosi). Al 27’ punizione a favore del Giulianova, Del Grosso lascia partire un tiro insidioso ma Lafuenti si oppone ottimamente. Al 32’ Armellini si deve opporre ad un gran tiro di Alfieri. La partita non dà tregua e le due squadre danno il massimo in campo. Ma il Catanzaro sfoggia passaggi di prima e pressing a tutto campo. La supremazia è evidente e al 35’ Ferrigno ben servito da Biancone (entrato in campo in sostituzione di Toledo), solo innanzi ad Armellini, fallisce la seconda segnatura. L’estremo difensore abruzzese si oppone alla conclusione del capitano giallorosso. Ma è il prologo per lo 0-2 . Del Grosso sbaglia malamente a calciare una punizione, conquista la palla Biancone e, giunto in area viene steso da Siroti. Espulsione del giuliese e calcio di rigore a favore del Catanzaro. Andrà a batterlo Giorgio Corona! Tutti si saranno chiesti. E invece il Bomber giallorosso (grande atleta e grande uomo) concede al collega di reparto di andare a realizzare il penalty. Biancone ringrazia e spiazza Armellini. Ma non finisce qui. E’ solo la sfortuna a impedire a Tommaso Folino (che al 41’ aveva sostituito Ferrigno) la realizzazione della terza marcatura. La gara si chiude con una infruttuosa e disordinata sfuriata dei padroni di casa che non riescono neanche a segnare il gol della bandiera.
Il Catanzaro c’è. Eccome se c’è. Il gruppo è unito e sereno. Episodi come quello di Corona che cede il rigore al compagno di squadra o come quello di Dei che chiede più volte scusa ad uno spettatore per avere rinviato il pallone (casualmente) sulla gradinata colpendolo, fanno trasparire in tutta la sua evidenza, lo stato di maturità e di forza di un gruppo che cresce a vista di giorno in giorno.
Una squadra, quella vista ieri, che gioca bene in ogni reparto e dove i componenti della rosa si aiutano in campo e fuori.
Tutto l’ambiente si prepara a non sottovalutare (giustamente) il prossimo avversario del Catanzaro: l’Aquila. Seppure ultima in classifica, è squadra degna del massimo rispetto. Tutto l’ambiente giallorosso ne è cosciente, perché solo così si raggiungono i risultati. Primo profeta di questo credo è Piero Braglia, uomo e allenatore che non tollera cali di concentrazione da parte di nessuno e pretende sempre il massimo dai suoi giocatori.
Tutti ieri abbiamo immaginato i baffoni sorridenti di Massimo Palanca, le sfilate improvvisate a Milano dai gruppi di tifosi che, dopo avere assistito alla partita, hanno esternato la propria gioia nelle strade. Nelle case urla di gioia tra panzerotti, tagliatelle mai assaggiate e consumate fredde felicemente dopo la partita (la tensione era troppo alta). Il vulcano giallorosso è esploso e la lava che ne scaturisce è sempre più copiosa e calda. Il calore di un Popolo che mai si era arreso e che sta per riprendersi la storia . Un Popolo che sogna ad occhi aperti. Forse lo farà (e questo è giusto) con i piedi ben ancorati per terra. Ma sogna ed è una sensazione paradisiaca. Ubriachi di felicità , ma consapevoli che la strada da percorrere è ancora tanta e le insidie non mancheranno, i giallorossi di Braglia si preparano alla prossima gara e i tifosi alle chiacchere di mercato. Ma la Società ha puntualizzato con forza che il Catanzaro e i componenti della rosa non si toccano, come non si offendono e non si offenderanno mai i sogni di una piazza che sta per riprendersi la storia. Forza Gloriose Aquile Giallorosse. Avanti così Catanzaro!
Giuseppe Mangialavori