È stato il pentito di ‘ndrangheta Saverio Cappello il protagonista dell’udienza di oggi, davanti alla Corte d’assise di Catanzaro, nel processo a carico di Vincenzo Arceri, Giancarlo Chirumbolo, Franco Trovato e Antonio Voci, coinvolti nell’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia del capoluogo calabrese sfociata a luglio nella maxi operazione “Perseo”, diretta dalla Polizia contro il clan Giampà di Lamezia Terme.
I quattro imputati, considerati elementi del gruppo di fuoco della cosca che sarebbe responsabile degli omicidi di alcuni esponenti della cosca rivale dei Torcasio, rispondono in questa sede complessivamente di quattro omicidi, e in particolare: Voci per quello di Nicola Gualtieri, detto “Coccodrillo”, morto il 16 dicembre del 2010 dopo 21 giorni di agonia a seguito dell’agguato in cui rimase mortalmente ferito il 25 novembre precedente; Chirumbolo per quello di Bruno Cittadino, ucciso il 30 luglio del 2008; Trovato per quello di Giuseppe Chirumbolo, freddato il 31 marzo del 2010; e Arceri per quello di Pietro Pulice, assassinato il 28 settembre 2005.
E proprio di quest’ultimo delitto il collaboratore Cappello, collegato in video-conferenza con Catanzaro dalla località protetta in cui si trova, ha potuto riferire direttamente avendo egli raccontato di avervi preso parte personalmente in qualità di esecutore.
Riguardo agli altri omicidi contestati, Cappello ha spiegato di averne saputo da altri e dopo che furono consumati.
Il pentito ha risposto ampiamente alle domande del pubblico ministero, Elio Romano, ed in seguito al controesame dell’avvocato Leopoldo Marchese, difensore di Voci assieme all’avvocato Gregorio Viscomi, mentre è fissato per l’udienza del 31 marzo il controesame di Cappello da parte di tutti gli altri difensori impegnati. Seguiranno le audizioni degli altri pentiti le cui dichiarazioni sono state determinanti per l’intera inchiesta, proprio come sono state considerate non solo le parole di Cappello, sentito oggi, ma anche quelle di Angelo Torcasio, sentito alla scorsa udienza.
Sempre davanti alla Corte d’assise di Catanzaro si tornerà il 18 febbraio per il processo a carco dello stesso Antonio Voci chiamato a rispondere in quella sede, pero’, dell’omicidio di Francesco Torcasio, eliminato il 7 luglio 2011, pure ricostruito nell’inchiesta “Perseo” ma rispetto al quale l’imputato è stato raggiunto da una diversa ordinanza cautelare, nell’ambito cioè di un separato procedimento. Riprenderà venerdi’ davanti al tribunale collegiale di Lamezia Terme, invece, il processo dibattimentale per gli imputati che hanno scelto la via del rito ordinario e sono stati rinviati a giudizio.
Mentre, da ultimo, è attesa per il 23 febbraio la sentenza del giudice distrettuale dell’udienza preliminare del capoluogo per i 46 imputati che hanno scelto il giudizio abbreviato. (AGI)