Un’operazione è stata condotta dalla polizia per l’esecuzione di 12 decreti di fermo nei confronti di altrettanti presunti affiliati alle cosche Vrenna-Ciampà-Bonaventura di Crotone, una delle più potenti della Calabria. Gli indagati sono accusati, a vario titolo, di associazione mafiosa, armi, estorsione, traffico di stupefacenti e di avere compiuto atti intimidatori e danneggiamenti nei confronti di imprenditori e di familiari di collaboratori di giustizia. Secondo gli investigatori, l’operazione ha consentito di disarticolare il cartello Vrenna-Ciampà-Bonaventura, con l’arresto delle nuove leve che secondo le indagini gestivano le attività illecite condotte a Crotone. Dalle indagini è emerso che le tre famiglie storiche di Crotone, dopo i numerosi arresti subiti con le operazioni ‘Eracles’ e ‘Perseus’, hanno deciso di costituire un nuovo gruppo criminale puntando sugli uomini più fidati e fedeli. Nel corso delle indagini, gli investigatori hanno sequestrato diversi chili di sostanza stupefacente ed individuate le rotte del traffico tra Crotone, Bologna e Reggio Calabria. L’operazione, denominata ‘Hydra’, è stata condotta dalla squadra mobile di Crotone in collaborazione con quelle di Cuneo e Verona, del Reparto prevenzione crimine Calabria e del Reparto volo di Reggio Calabria.
Stavano progettando un attentato ai danni del pm della Dda di Catanzaro Pierpaolo Bruni, i presunti affiliati alle cosche Vrenna-Ciampà-Bonaventura di Crotone, sottoposti a fermo stamani dalla polizia. E’ quanto si é appreso in ambienti investigativi. Il gruppo, secondo quanto emerso dalle indagini, stava pedinando il magistrato nonostante sia protetto dalla scorta e stava anche raccogliendo fondi destinati, presumibilmente, al pagamento di un killer proveniente da fuori la Calabria. Bruni, fino all’ottobre scorso, era in servizio alla Procura di Crotone e già allora era applicato alla Dda di Catanzaro. Il magistrato ha coordinato numerose inchieste contro le cosche del crotonese. Non è la prima volta che Bruni finisce nel mirino della ‘ndrangheta. Altri progetti di attentati ai suoi danni sono stati scoperti nel 2006 e nel 2008. Nel primo caso furono trovati dei mezzi rubati che secondo alcuni collaboratori dovevano servire ad un commando incaricato di uccidere il magistrato. Nel 2008, invece, la polizia trovò due ordigni che, secondo l’ipotesi investigativa, dovevano servire per un attentato contro Bruni.