Tutto si è consumato nel giro di pochi minuti. Intorno alle 8 del mattino, una donna di etnia rom si sarebbe accorta che il suo bambino aveva problemi di respirazione. Preso il bebè, sarebbe uscita di casa in fretta e furia chiedendo aiuto a passanti e vicini di casa. In pochi attimi davanti all’abitazione in via Santa Maria si è creato un gran trambusto. E proprio in quei convulsi frangenti è passata dalla zona una pattuglia dei Carabinieri: i militari, notato l’insolita concitazione, si sono fermati ed hanno immediatamente capito la gravità della situazione. Sarebbero stati gli stessi Carabinieri a chiedere l’intervento del 118. L’ambulanza sarebbe arrivata a Santa Maria in pochi minuti, pare intorno alle 8.20. Ma ormai per il piccolo non c’era più nulla da fare. I sanitari non hanno potuto fare altro che riscontrare il decesso e stilare un verbale trasmesso al sostituto procuratore di turno Alessia Miele. Da parte sua, il pm ha disposto il trasferimento del corpicino nell’obitorio del reparto di Medicina legale del Policlinico di Germaneto in attesa della probabile esecuzione dell’a utopsia. È interesse di tutti, infatti, stabilire le esatte cause del tragico decesso. Spetterà agli inquirenti, già nelle prossime ore, chiarire se il piccolo avesse mai sofferto di disturbi respiratori o di altre patologie. Al momento, comunque, l’ipotesi più accreditata è quella di una tragedia generata da cause naturali o di un drammatico caso di Sids, la cosiddetta “morte in culla” che ogni anno colpisce circa 300 neonati.
Fonte:Gazzetta del Sud