Il giudice per le indagini preliminari di Catanzaro ha respinto la richiesta di provvedimenti interdittivi avanzata dalla Procura a carico del capo della Polizia municipale del capoluogo, Giuseppe Antonio Salerno, e del vigile Salvatore Tarantino, coinvolti nel filone della più vasta inchiesta che ha riguardato Palazzo De Nobili relativa alla presunta cancellazione di multe ad amici e conoscenti. Secondo il teorema accusatorio i due indagati, al fine di ottenere prestigio in ambito politico, si sarebbero associati, con altri indagati, per far ottenere o conseguire ingiusti profitti patrimoniali con l’annullamento illegittimo di diverse multe, abusando e strumentalizzando il potere e le funzioni di cui sono investiti.
Questa l’ipotesi in base alla quale il sostituto procuratore titolare dell’indagine, Gerardo Dominijanni, aveva chiesto l’emissione di misure interdittive negate dal gip, Ilaria Tarantino, che ha invece deciso che i due indagati possano continuare a svolgere le loro funzioni all’interno della Polizia municipale per assenza delle esigenze cautelari.
“La personalità degli indagati – ha motivato il gip – i quali risultano incensurati, il tempo decorso dalla commissione dei fatti rispetto alla richiesta del pm datata 2013, il deterrente psicologico costituito dal coinvolgimento nella vicenda processuale che li ha interessati, importano a ritenere, l’assoluta insussistenza di fatti idonei a configurare un concreto e attuale pericolo di recidiva , atteso che non vi è alcuna ragione allo stato per pronosticare che i giudicabili, in mancanza di cautela, non si asterranno in futuro dal porre in essere altre condotte delittuose.
A ciò si aggiunga che non emerge dagli atti alcuna circostanza per poter affermare neppure la sussistenza di un concreto pericolo che gli indagati possano inquinare le fonti prova”. Per altro verso, tuttavia, il giudice ha ritenuto fondati i gravi indizi di colpevolezza rispetto a un generale quadro accusatorio in cui si ipotizzano, a vario titolo, l’associazione a delinquere, la truffa, l’abuso di ufficio, la falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici.
“Sussistono gravi indizi di colpevolezza – secondo il gip -, come emerge chiaramente dalle risultanze investigative della Digos. (?). L’attività tecnica disposta e le risultanze documentali hanno consentito di disvelare l’esistenza di un sistema finalizzato a procedere all’annullamento di verbali di contravvenzione stradale elevati dal Corpo della Polizia municipale di Catanzaro.
Le argomentazioni dedotte in sede di interrogatorio dagli indagati non hanno scalfito il grave quadro indiziario risultante a loro carico”.
In precedenza lo stesso giudice aveva già negato l’emissione di misure cautelari per Salerno e Tarantino, nonché per gli ex assessori comunali Massimo Lomonaco e Stefania Lo Giudice, anch’essi indagati come i primi due per associazione a delinquere, rilevando in quanto agli ultimi che entrambi non ricoprono più alcuna carica all’interno dell’amministrazione comunale catanzarese, né sussiste il concreto pericolo che gli indagati possano inquinare le prove.