CATANZARO  Il terzo colpo di mercato è esploso ieri sera, giusto 24 ore dopo la sconfitta di Pesaro. Perfezionando l’acquisto a titolo definitivo di Antonio Morello, attaccante in forza al Siena, la società mette a disposizione di Piero Braglia un altro elemento per il reparto offensivo. Obiettivo mirato e seguito da un po’, centrato nel tardo pomeriggio e che stava quasi per sfumare dopo quel gol al Modena. Morello infatti ha esordito in A proprio domenica, sigillando la vittoria dei toscani sui canarini gialloblu. Lo definiscono molto rapido ed esterno naturale, qualcosa di simile a una vecchia ala capace di giocare sia a destra che a sinistra. Nato a Palmi il 13 gennaio 1977, 165 centimetri d’altezza per 62 chili, ha iniziato la sua carriera a Cosenza nel 1995, in B ma senza mai entrare in campo. L’anno dopo a Castrovillari gioca 26 partite e segna un gol, torna a Cosenza per la stagione 97/98 e gioca 16 volte, poi ne vive due consecutive a Battipaglia. La prima in C1, 31 presenze e quattro reti, la seconda in C2 con 20 gare e una rete. Nel 2000/01 arriva a Siena, in serie B, 23 partite e due gol. La stagione successiva, dopo cinque presenze con i bianconeri, va ad Ascoli: gioca 22 volte, fa quattro gol, e torna tra i cadetti. Lo scorso campionato Morello lo ha disputato a Martina, realizzando sei gol in 25 partite. Con il Catanzaro ha firmato un contratto  depositato ieri in Lega  che lo lega per tre stagioni, compreso quella corrente, alla società guidata da Claudio Parente e Massimo Poggi. Morello arriva in città stasera, e per domenica sarà già pronto alla chiamata. Il Catanzaro lascia il mercato, almeno alla voce acquisti. Per cedere, sarà decisiva una riunione di vertice che andrà in scena in queste ore. Toledo non è stato utilizzato per la trattativa che ha portato a Morello, e se va via se ne parla a giugno. Sembra invece che Massimo Campo possa non rientrare più negli schemi di Braglia, visto che il neo giallorosso è un esterno e tra l’ex nocerino e Biancone il secondo è considerato la prima alternativa a Corona.
NESSUN DRAMMA. I giallorossi si fermano a dodici. A Pesaro, contro la Vis, è finita come nessuno in fondo si aspettava. Una sconfitta che non va giù a nessuno, ma che prima o poi doveva arrivare. L’ennesimo palo, colpito questa volta da Campo, ma anche numerose occasioni fallite per scarsa concentrazione o semplice sfortuna. Soprattutto un rigore scaturito da un’azione probabilmente viziata da fuorigioco, uno dei pochi lampi marchigiani, attenti a non prenderle più che a costruire. Il Catanzaro non è riuscito a portare a casa nemmeno un punto, ma di dramma o colpe neanche a parlarne. Sarebbe ingiusto. Perché per cancellare quella che alla fine verrà ricordata come una brutta prestazione, sarebbe bastato concretizzare una sola tra le occasioni create nei 90 minuti. E non serve nemmeno lamentare l’assenza di Corona, chi è sceso in campo non ha fatto altro che dare il massimo per contribuire al cammino della squadra. Quello che serve è una buona dose d’umiltà . Agli uomini di Braglia mancano sette punti per la salvezza, e la stessa cifra stacca la sesta in classifica in chiave play-off. La corsa non si arresta certo qui, basta ricominciare senza remore. Già da oggi, al “Nicola Ceravolo”, quando dalle 14 e 30 la rosa al completo tornerà a sudare per battere il Lanciano.
EQUILIBRIO. Senza questa fondamentale caratteristica non si arriva a niente, di solito, in un calcio spesso figlio d’episodi. Come quelli che hanno condannato il Catanzaro a Pesaro. Episodi che per Mauro Briano, salito a Torino con un gruppo di tifosi subito dopo la fine della gara per trascorrere qualche ora a casa, restano tali. L’importante è che facciano da stimolo. «E’ solo un risultato negativo, tutto qua. A Pesaro abbiamo fatto calcio per settanta, settantacinque minuti giocando pure meglio di altre volte, non scherziamo. C’è stato quel rigore all’inizio, e forse Borneo è partito in fuorigioco ma poco conta ormai. Abbiamo poi avuto tre occasioni clamorose, con Campo, Biancone e Ascoli, nel primo tempo la palla l’abbiamo tenuta quasi sempre noi, loro hanno creato solo quel calcio piazzato. Nella ripresa abbiamo reagito mentre loro stavano in nove dietro e due avanti, Sasà Ambrosino e Toledo sono andati vicino al pareggio, e almeno venti volte siamo arrivati nella loro area. Anche dietro abbiamo rischiato poco, i loro due contropiedi sono arrivati quando eravamo tutti in attacco».
Briano aggiunge una massima che la dice tutta. «Io dico che non sono mai tante le virtù in una vittoria, come le colpe in una sconfitta. Ci vuole equilibrio nel giudicarla ma non intacca niente. Ora serve entusiasmo. Siamo in piena corsa, e domenica potremmo trovarci di nuovo a ridosso della prima che sta solo a quattro punti».
La squadra c’è, Briano quasi urla la sua convinzione, ben visibile tra le sue prestazioni. E’ stato l’ultimo ad arrendersi a Pesaro, tra i più costanti del Catanzaro fino a questo punto. Una delle pedine fondamentali del 3/4/3 attuato dall’allenatore toscano, uno al quale non va di parlare di ridimensionamento. «Sì perché la squadra ha lottato e pedalato anche se priva di giocatori importanti, e con innesti che hanno dimostrato di poter essere utili per il futuro».
Qualcuno giù di tono c’è tuttavia, così come va ricordato che i gol di Corona sono un mezzo propedeutico alla cadetteria. «E’ normale che in 34 partite non esiste un giocatore che ne fa 34 da 7 e mezzo. Auguriamoci che Giorgio torni a far gol ma va sostenuto, come va sostenuto Mario Alfieri che soffre molto per la fascite ma continua a non mollare. Sono giocatori importanti».
Gente che contro il Lanciano vorrà togliersi dal palato l’amaro lasciato dalla trasferta pesarese. «Domenica è una bella partita, in tutti i sensi. Ci metteremo subito al lavoro, e con un pizzico di rabbia in più».
Ivan Montesano