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Mister Vivarini: la costante sono i due attaccanti

Scritto da Paolo Carnuccio

Il tecnico ex Bari è un allenatore duttile che ha giocato utilizzando 3-5-2 e 4-3-1-2

Mister Vivarini è un allenatore che nella sua carriera ha dimostrato molta duttilità riguardo i sistemi di gioco utilizzati nelle sue squadre. Quelli più ricorrenti sono 3-5-2 e 4-3-1-2.

La caratteristica costante è la presenza di due attaccanti, una prima punta centrale e la seconda che si raccorda sempre nell’ottica della finalizzazione creando spazi in entrambi i lati del campo.

A volte, dietro la linea dei due attaccanti il tecnico schiera un solo trequartista capace di lavorare nelle transizioni veloci e nel ribaltamento rapido dell’azione.

Il pacchetto difensivo, invece, può essere di tre o di quattro a seconda delle caratteristiche dei giocatori.

Quando gioca a tre, i calciatori a disposizione denotano fisicità e senso della posizione per alzare la linea e mettere in fuorigioco l’avversario.

A quattro, i movimenti degli esterni sono prevalentemente difensivi e di supporto al palleggio.

La linea di centrocampo contempla un elemento con la funzione di distribuire il gioco che spesso retrocede per gestire la sfera dai difensori nell’inizio della manovra.

Ai suoi lati si collocano i due incontristi con propensione alla corsa ed alla riconquista rapida della palla.

Vivarini è un buon comunicatore, a volte si arrabbia durante la gara, ma in genere riesce sempre a mantenere la serenità per affrontare ogni difficoltà.

Il sistema di gioco, come detto, può sempre variare a seconda delle caratteristiche dei calciatori, sia partita dopo partita, sia all’interno della frazione di gioco.

Il mister cura molto il movimento degli attaccanti, le soluzioni offensive vengono lasciate a loro, ed al trequartista, con eventuali supporti dalle corsie esterne.

L’altezza del contrasto indiretto non è uniforme, può cambiare a seconda della necessità della maggiore o minore pressione sulla palla nella zona di campo di competenza.

L’organico del Catanzaro consente a mister Vivarini di lavorare con relativa serenità tattica.

La difesa di tre Fazio-Martinelli-Scognamillo, punto di forza, può essere tranquillamente mantenuta, e così (al momento) le soluzioni sulle due punte in attacco.

Il cambiamento sarà proprio sul versante offensivo, vedremo una linea di due composta da attaccanti che puntano la profondità.

Cianci-Vasquez-Curiale sono pronti per fare questo lavoro ma a loro si aggiungerà anche Bombagi che potrebbe essere utilizzato non più come mezza punta (o sottopunta) ma come secondo attaccante.

A centrocampo qualche problemino residua perché il Catanzaro, al momento, non ha un calciatore di qualità (a parte Risolo) in grado di poter gestire una manovra strutturata.

Questo è un dubbio che mister Vivarini dovrà sciogliere se vuole riconfermare Verna-Welbeck, con Carlini trequartista in un 3-4-1-2, ma facendo molta attenzione alle caratteristiche degli esterni (Rolando-Tentardini-Bearzotti-Porcino) che dovranno lavorare nella fase difensiva.

Anche la posizione di Vandeputte potrebbe essere rivista, senza essere spostata dal lato per consentire di potersi accentrare e calciare, per non costringerlo a fare tutta la fascia e magari soffrire le incursioni dell’avversario.

Insomma, il materiale per correggere le lacune tattiche della squadra esiste, e bisogna solo saperlo adoperare.

Vivarini può ripartire da una difesa consolidata per ridisegnare le linee successive, eliminando la troppa verticalità data sempre dalla costante presenza ossessiva del doppio trequartista (o sottopunta) e provando magari ad allargare il gioco in ampiezza per sfruttare meglio le caratteristiche di Cianci sulle palle alte in area di rigore.

Il Catanzaro, comunque, Vivarini o meno, ha necessità di intervenire sul mercato invernale per prendere un attaccante in grado di alimentare lo sterile rendimento avuto da Cianci-Vasquez-Curiale e Bombagi (da rivedere la sua posizione in campo) ed un centrocampista di qualità per cercare di capire se Cinelli può essere utile alla squadra giallorossa.

Autore

Paolo Carnuccio

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