La Procura distrettuale di Reggio Calabria sta indagando su una serie di gravi minacce di morte rivolte al presidente del consiglio regionale Tonino Scalzo e ad alcuni suoi congiunti.
Gli “avvertimenti” erano contenuti in alcune lettere indirizzate a Scalzo, che in questi giorni si trovava fuori dalla Calabria per alcuni impegni istituzionali. Il presidente del consiglio regionale, venerdì mattina, ha consegnato le missive al nuovo questore di Reggio Calabria Raffaele Grassi per metterlo a conoscenza del quadro della situazione.
Blindatissima resta anche l’escussione del presidente Scalzo, sentito a verbale dai magistrati e poi riascoltato dagli inquirenti che cercano ogni dettaglio utile a chiudere un’indagine che desta notevole allarme, posto che mira ad intimidire il presidente della massima assemblea regionale a meno di due mesi dal suo insediamento.
Evidentemente già le prime decisioni assunte dal nuovo presidente hanno toccato qualche interesse particolare, in questa direzione, almeno, si stanno concentrando le indagini della magistratura reggina, anche perché in alcune telefonate anonime, grondanti minacce di ritorsioni, si fa esplicito riferimento proprio all’attività istituzionale di Scalzo.
Del resto, nella sua vita privata, non vi sono appigli investigativi: Tonino Scalzo lavora come medico e da quando è alla Regione – di fatto questa è la sua seconda legislatura – ha quasi abbandonato la professione.
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Ma quale attività istituzionale?