«Mimmo Giampà è un’icona del calcio catanzarese». Con queste parole il presidente Cosentino presentò alla stampa il nuovo acquisto. Iniziava la favola di un uomo che, lasciata la sua città e la sua squadra da ragazzo in cerca di fortuna, tornava da giocatore affermato per aiutare il progetto di Cozza e Cosentino a decollare. “Una scelta di vita“, fu definita da tutti. Per la gioia di Cosentino, desideroso di regalare un campione (per la categoria) e un’emozione ai tifosi. Per la felicità di Cozza che aveva bisogno di «una guida in campo per gli altri». Per l’entusiasmo della gente giallorossa che in questi 20 anni aveva assistito alla fuga dei talenti calcistici (e non solo) da Catanzaro e non riusciva a trovare una vera bandiera di cui andare orgogliosa.
Sì perché Mimmo è una bandiera anche se è arrivato da 5 mesi, anche se giocò tre sole partite da ragazzino nel decadente Catanzaro albanosoluriano di metà anni ’90. Mimmo è un simbolo di questa rinascita giallorossa fortemente voluta e ottenuta con merito da Cosentino e Cozza. Mimmo è un uomo vero, capace di abbandonare Modena e il suo ingaggio da serie B per dare una mano al suo Catanzaro e finire la carriera con la maglietta giallorossa. Mimmo è tutto quello che , da questo portale, dipinse nel giorno di San Valentino. Le lacrime di Mimmo dopo la sfida decisiva con la Vigor, immortalate dal nostro Davide Greco, sono l’immagine dell’intera stagione.
«Ci siamo accordati in 5 minuti e ho capito l’intelligenza del ragazzo», parole di Cosentino. «Un ragazzo legato a questa città, che si è subito calato nella mentalità della C2», musica di Cozza. «Il mio sogno sarebbe smettere di giocare con la maglia numero 21 del Catanzaro», che il presidente gli fece trovare il 4 gennaio come sorpresa al suo arrivo. Oggi, mentre la città si gode questa promozione, il matrimonio tra il Catanzaro e Giampà è in dubbio. Non certo il legame con la città e la tifoseria. Frasi taglienti e voci che si rincorrono mettono in dubbio il futuro di questo rapporto, nonostante le parole pronunciate ieri in conferenza stampa da presidente e allenatore. «Bisognerà sedersi a un tavolo e trattare, venendosi incontro reciprocamente». Tradotto, vuol dire che è una questione di soldi. Ma in questa storia i soldi non c’entrano. La valutazione sulla convenienza reciproca la faranno Giampà e la società. Giustamente e senza condizionamenti. Ma se a gennaio si è trovato un accordo economico in 5 minuti, che cosa impedisce il bis oggi?
I tifosi del Catanzaro non capirebbero un divorzio che non ha senso. Si dividerebbero in inutili fazioni, senza arrivare alla verità. E allora serve solo un piccolo sforzo di tutti. A Cosentino chiediamo di non ammainare la bandiera. Non in 5 minuti. Perché le bandiere non hanno prezzo. E nel calcio non contano solo vittorie, sconfitte e bilanci. Esistono anche i sogni di chi il giocattolo continua a mandarlo avanti. La rinascita passa anche da un nuovo stile-Catanzaro, che restituisca un’immagine ad una squadra deturpata da 20 anni di semi-dilettantismo. La vicenda Del Piero dovrebbe essere illuminante in proposito: Andrea Agnelli è uscito vincente ma sfigurato da questa stagione.
A Giampà, invece, chiediamo un altro piccolo sforzo per continuare ad alimentare il suo sogno di vestire quella casacca numero 21. È anche il nostro sogno. Quello di vedere ancora Mimmo correre come un forsennato su quella fascia destra, magari rincorrendo un terzino del Sud Tirol e salvando il Catanzaro da un contropiede pericoloso. Un po’ come Del Piero che a 5 minuti dalla fine della partita con la Lazio regala tre punti e scudetto alla Juve.
Scrivete un finale diverso: questo matrimonio s’ha da fare.
Ivan Pugliese
ivan@uscatanzaro.net