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Messina: sette giornate per salvarsi

Scritto da Redazione

Siciliani pronti ad accogliere le aquile nel turno infrasettimanale del girone C

Turno infrasettimanale per il girone C, poco tempo per smaltire le fatiche del week end e già ci si ritrova in campo. Sia il Messina che il Catanzaro, devono però smaltire oltre alla fatica anche la delusione per gli ultimi risultati conquistatati. Entrambe le squadre arrivano da due sconfitte consecutive, contro avversari della stessa fascia di classifica.

Le sconfitte contro Juve Stabia Campobasso della squadra di mister Raciti, non hanno fatto altro che complicare la corsa alla salvezza. Quelle contro Monopoli Bari dei ragazzi di Vivarini, hanno invece spento il sogno promozione diretta e hanno spostato il focus della squadra verso il basso, con le inseguitrici pronte a insidiare il secondo posto.

All’andata fu 2-0 al “Ceravolo“, con due squadre molto diverse da quelle che sono ora. Una differenza su tutte è sicuramente il cambio di allenatore su entrambe le panchine. A guidare le aquile era ancora Antonio Calabro, mentre sulla panchina dei messinesi sedeva Eziolino Capuano. Sono passati più di quattro mesi dall’ultimo incrocio, quattro mesi nei quali la squadra siciliana ha dovuto affrontare una grave crisi covid che ne ha compromesso in parte la stagione.

L’arrivo di Raciti sulla panchina siciliana ha sicuramente dato una svolta alla stagione, riuscendo a focalizzare i suoi ragazzi sull’obiettivo salvezza diretta. Target ancora non alla portata, ma abbastanza vicino. Nelle sette giornate rimanenti si dovranno affrontare tutti gli avversari con la massima grinta possibile per far punti contro tutti e su ogni campo.

Dalla sponda giallorossa resta nelle mani di Vivarini l’arduo compito di rimettere in sesto i suoi dopo la sconfitta interna contro il Bari. Probabilmente il primo posto è stato sempre più un sogno che un vero obiettivo, ma l’alone di delusione è inevitabile che aleggi intorno alla squadra. Da vedere se il poco tempo per razionalizzare potrà essere un’arma a favore del tecnico del Catanzaro.

Al “Franco Scoglio” sarà un mercoledì pomeriggio giallorosso. Nella trentaduesima giornata la posta in palio è alta per tutti: Messina per non sprofondare, Catanzaro per restare in alto.

L’ANALISI TECNICO-TATTICA

Il gran merito di Ezio Raciti è quello di aver ridato convinzione al Messina e di aver convinto la squadra che fosse ancora possibile lottare per la salvezza diretta, nonostante un calendario così fitto non favorisse di certo le squadre più piccole – se piccola si può definire una squadra con la storia del Messina. Prima ancora che a livello tattico, Raciti ha inciso a livello emotivo nei suoi. Il Messina, nonostante venga da due sconfitte di fila, è una squadra viva e sono soprattutto le grandi a doverla temere: i siciliani, infatti, hanno sconfitto Bari e Monopoli e hanno pareggiato nel derby col Palermo: risultati impensabili per una squadra alla terza guida tecnica in meno di una stagione. Di solito, dopo un paio di cambi di allenatore, c’è poco da fare: tanti esoneri possono essere la conferma dello scarso valore di una squadra. Invece Raciti ha trovato una strada e così ha ridato morale al Messina.

Raciti è un allenatore da sempre abituato a confrontarsi coi giovani. Ha fondato una scuola calcio a Catania e un tecnico in grado di lavorare con materiale verde era forse l’ideale per una squadra ricca di under 23. La società, peraltro, ha rafforzato la rosa con due giocatori d’esperienza come Statella e Piovaccari. Entrambi lontani dal picco della propria carriera, possono ancora dare molto nella lotta per la salvezza. Statella, in particolare, è sembrato pimpante contro un avversario ostico come il Monopoli, contro il quale ha segnato il gol del momentaneo 1-0. Piovaccari, invece, non sempre parte titolare. A contendersi il posto con lui infatti c’è il classe 2000 Adorante, ottimo attaccante per la categoria e già autore di sette gol. Piovaccari, comunque, resta un centravanti temibile, in possesso di un gran tiro dalla distanza e capace di risolvere situazioni complicate con una singola giocata: la Paganese, cedendo un giocatore di questo calibro a una diretta concorrente, probabilmente ha commesso un grave errore.

Per il resto, Raciti sistema i suoi in un 4-2-3-1 dalle direttrici di gioco molto verticali, senza troppo possesso intermedio. Nella linea difensiva a quattro, l’elemento più interessante è il terzino sinistro Goncalves, dotato di buona tecnica e autore del gol vittoria al San Nicola di Bari. Da Goncalves spesso partono le azioni dei giallorossi. In mediana, invece, occhio a Konaté: nonostante i compiti da incontrista, gli piace sganciarsi in avanti e magari inserirsi in area. Tra le linee, invece, dovrebbe muoversi il trequartista Damian, mentre l’ex di giornata, Statella, parte da ala destra. Che da attaccante giochi Adorante o Piovaccari, infine, una delle soluzioni più esplorate dagli uomini di Raciti è il tiro dalla distanza.

Se il talento offensivo al Messina non manca, qualche problema di troppo lo ha invece la difesa. Se la squadra alza il baricentro alla ricerca del gol, non ha molto equilibrio nelle transizioni difensive e tende ad allungarsi. I centrali Celic e Carillo, poi, a volte sono un po’ distratti e si perdono l’uomo alle spalle.

Insomma, nonostante la classifica, il Messina è un test duro per le big del girone C. Con la promozione diretta ormai lontana, adesso il Catanzaro torna ad avere qualcosa da perdere, il miglior piazzamento in vista dei playoff. Nel periodo finale della stagione, poi, affrontare squadre in lotta per la salvezza diventa sempre più difficile. Tornare subito in campo, però, può essere utile per smaltire la sconfitta di domenica. La squadra da gennaio sembra aver fatto uno step anche a livello mentale e allora il San Filippo – dal 2016 rinominato anche “Franco Scoglio” – diventa un ottimo banco di prova per Vivarini e i suoi.

Samuele Cardamone & Emanuele Mongiardo

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Redazione

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