Carissimi,
Cristo con la sua Pasqua ha vinto il peccato e sconfitto la morte. Con la Pasqua – che etimologicamente significa “passare oltre” – Egli è passato oltre il peccato che ci rendeva schiavi e ci separava da Dio Padre, oltre la morte che era il frutto del peccato, oltre l’ inimicizia che ci rendeva estranei alla comunione divina.
Con la Pasqua di risurrezione, dunque, Cristo ha inaugurato una nuova e definitiva condizione per l’uomo. Ovviamente, non ci può essere partecipazione alla condizione gloriosa del Cristo senza la nostra partecipazione alla sua vittoria sul peccato. Infatti, Cristo è entrato definitivamente nella sua condizione gloriosa perché ha vinto il peccato. Egli, nuovo Adamo, offrendo la sua vita immacolata come oblazione gradita a Dio ha tolto il peccato che era entrato nel mondo a causa della debolezza del primo Adamo. Questa è la novità che Cristo, con la sua Pasqua, ha portato nel mondo!
Tutti costatiamo, però, che il male continua ad operare con potenza grande nel nostro mondo. Raramente in esso appaiano i segni della condizione gloriosa del Cristo, l’uomo-Dio che senza peccato siede ora glorioso alla destra del Padre!
La Pasqua è la risposta che Dio ha dato alla domanda sul male presente nella storia: Egli ha vinto il male!. Se questo continua ad operare nella storia è perché manca la fede in Cristo vincitore del male. Manca la nostra fede nella sua Parola, capace di rinnovare i cuori ed il mondo.
La prima parola a cui dovremmo prestare fede è appunto quella detta da Gesù stesso: “Non temete io ho vinto il mondo” (GV 16,31). Il mondo che ha vinto è quello del peccato, dell’egoismo, dell’arroganza. Con la sua vita Egli ha inaugurato una nuova via: al peccato è subentrata la grazia, all’egoismo il dono della vita a servizio degli altri, all’arroganza prepotente l’umiltà generosa e la mitezza.
Chi vuole vincere il male che è nel mondo deve iniziare dalla propria conversione personale che si realizza nell’accoglienza della Parola di Cristo. Accogliere Cristo, Parola del Padre, significa consentirgli di incarnarsi misticamente in noi e di permettergli di operare per mezzo nostro nel mondo con la potenza del suo Spirito. Concretamente significa, che essendo uniti a Lui, ciascuno potrà vincere l’egoismo che è nel proprio cuore e porre la propria vita a servizio degli altri.
I molti mali sociali che attanagliano la nostra epoca e da ultimo la crisi economica che preoccupa tutte le nazioni sono segno che il nostro è un mondo che non è passato ancora oltre. È un mondo che vive ed opera ancora sotto il giogo del peccato perché molti cuori sono totalmente chiusi nel proprio egoismo. Sovente, poi, le istituzioni, create dagli stessi uomini, diventano mezzi che servono gli interessi di pochi a discapito dei molti. Se non si passa oltre questo sistema, fatto di peccati personali, che si storicizzano in strutture sociali di peccato, il male continuerà a dilagare e ad imperversare con prepotenza.
La storia recente ci attesta che negli uomini del nostro tempo vi è insito un desiderio di cambiamento, di rinnovamento e di liberazione integrale dell’uomo. Ma per realizzare tutto questo una sola è la via: la nostra conversione personale al Cristo crocifisso per partecipare poi alla gloria del Cristo risorto. Non c’è Pasqua senza Passione. Non è possibile un mondo nuovo senza il rinnovamento del nostro cuore, senza il nostro passaggio dalla morte del peccato alla vita della grazia che è sgorgata una volta per tutte dal costato trafitto di Cristo.
In altri termini celebreremo davvero la Pasqua se ciascuno personalmente effettuerà il passaggio dalla vita segnata dal peccato alla vita sotto il segno della grazia. Sarà Pasqua se accoglieremo definitivamente il Cristo come la nostra unica fonte di vera vita.
A livello sociale, poi, questo deve significare l’impegno dei cristiani a promuovere istituzioni capaci di aiutare l’uomo a formare il proprio cuore, affinché, libero da ogni egoismo, sia capace di autodeterminarsi, scegliendo sempre il bene comune. In quest’opera di formazione, valido contributo devono offrirlo le antiche istituzioni, quali la famiglia e la scuola, la cui opera è quanto mai preziosa e necessaria.
La famiglia può effettuare il suo passaggio accogliendo il Vangelo del matrimonio per essere davvero la prima scuola dove si impara ad essere cittadini del cielo che vivono nel mondo. La prima scuola dove si impara la socialità e dove si apprende il vangelo della solidarietà, del rispetto degli altri, della condivisione e dell’impegno per il bene comune.
La scuola da parte sua effettuerà il suo passaggio quando passerà dal sistema informativo a quello che ha come fine l’integrale formazione dell’uomo. La sola formazione intellettuale non è sufficiente, è necessario che la scuola, in collaborazione con le altre agenzie educative – famiglia e Chiesa – si adoperi anche per la formazione del cuore dell’uomo. Una scuola che dona informazione e non sapienza non aiuterà né il singolo uomo e nemmeno il mondo a passare oltre quella novità di vita che tutti desiderano e attendono.
Se ci adopereremo tutti ad attualizzare nella nostra vita la Pasqua di Cristo, possiamo essere certi che i desideri insiti nel cuore degli uomini di oggi troveranno piena attuazione, perché Cristo è tutto ciò che il cuore dell’uomo brama e desidera.
In questa prospettiva di fondata speranza, l’augurio non è proprio una formalità, ma un doveroso e gioioso impegno di vita: Buona Pasqua! Buon Passaggio ad una vita nuova in Cristo risorto!
Cristo con la sua Pasqua ha vinto il peccato e sconfitto la morte. Con la Pasqua – che etimologicamente significa “passare oltre” – Egli è passato oltre il peccato che ci rendeva schiavi e ci separava da Dio Padre, oltre la morte che era il frutto del peccato, oltre l’ inimicizia che ci rendeva estranei alla comunione divina.
Con la Pasqua di risurrezione, dunque, Cristo ha inaugurato una nuova e definitiva condizione per l’uomo. Ovviamente, non ci può essere partecipazione alla condizione gloriosa del Cristo senza la nostra partecipazione alla sua vittoria sul peccato. Infatti, Cristo è entrato definitivamente nella sua condizione gloriosa perché ha vinto il peccato. Egli, nuovo Adamo, offrendo la sua vita immacolata come oblazione gradita a Dio ha tolto il peccato che era entrato nel mondo a causa della debolezza del primo Adamo. Questa è la novità che Cristo, con la sua Pasqua, ha portato nel mondo!
Tutti costatiamo, però, che il male continua ad operare con potenza grande nel nostro mondo. Raramente in esso appaiano i segni della condizione gloriosa del Cristo, l’uomo-Dio che senza peccato siede ora glorioso alla destra del Padre!
La Pasqua è la risposta che Dio ha dato alla domanda sul male presente nella storia: Egli ha vinto il male!. Se questo continua ad operare nella storia è perché manca la fede in Cristo vincitore del male. Manca la nostra fede nella sua Parola, capace di rinnovare i cuori ed il mondo.
La prima parola a cui dovremmo prestare fede è appunto quella detta da Gesù stesso: “Non temete io ho vinto il mondo” (GV 16,31). Il mondo che ha vinto è quello del peccato, dell’egoismo, dell’arroganza. Con la sua vita Egli ha inaugurato una nuova via: al peccato è subentrata la grazia, all’egoismo il dono della vita a servizio degli altri, all’arroganza prepotente l’umiltà generosa e la mitezza.
Chi vuole vincere il male che è nel mondo deve iniziare dalla propria conversione personale che si realizza nell’accoglienza della Parola di Cristo. Accogliere Cristo, Parola del Padre, significa consentirgli di incarnarsi misticamente in noi e di permettergli di operare per mezzo nostro nel mondo con la potenza del suo Spirito. Concretamente significa, che essendo uniti a Lui, ciascuno potrà vincere l’egoismo che è nel proprio cuore e porre la propria vita a servizio degli altri.
I molti mali sociali che attanagliano la nostra epoca e da ultimo la crisi economica che preoccupa tutte le nazioni sono segno che il nostro è un mondo che non è passato ancora oltre. È un mondo che vive ed opera ancora sotto il giogo del peccato perché molti cuori sono totalmente chiusi nel proprio egoismo. Sovente, poi, le istituzioni, create dagli stessi uomini, diventano mezzi che servono gli interessi di pochi a discapito dei molti. Se non si passa oltre questo sistema, fatto di peccati personali, che si storicizzano in strutture sociali di peccato, il male continuerà a dilagare e ad imperversare con prepotenza.
La storia recente ci attesta che negli uomini del nostro tempo vi è insito un desiderio di cambiamento, di rinnovamento e di liberazione integrale dell’uomo. Ma per realizzare tutto questo una sola è la via: la nostra conversione personale al Cristo crocifisso per partecipare poi alla gloria del Cristo risorto. Non c’è Pasqua senza Passione. Non è possibile un mondo nuovo senza il rinnovamento del nostro cuore, senza il nostro passaggio dalla morte del peccato alla vita della grazia che è sgorgata una volta per tutte dal costato trafitto di Cristo.
In altri termini celebreremo davvero la Pasqua se ciascuno personalmente effettuerà il passaggio dalla vita segnata dal peccato alla vita sotto il segno della grazia. Sarà Pasqua se accoglieremo definitivamente il Cristo come la nostra unica fonte di vera vita.
A livello sociale, poi, questo deve significare l’impegno dei cristiani a promuovere istituzioni capaci di aiutare l’uomo a formare il proprio cuore, affinché, libero da ogni egoismo, sia capace di autodeterminarsi, scegliendo sempre il bene comune. In quest’opera di formazione, valido contributo devono offrirlo le antiche istituzioni, quali la famiglia e la scuola, la cui opera è quanto mai preziosa e necessaria.
La famiglia può effettuare il suo passaggio accogliendo il Vangelo del matrimonio per essere davvero la prima scuola dove si impara ad essere cittadini del cielo che vivono nel mondo. La prima scuola dove si impara la socialità e dove si apprende il vangelo della solidarietà, del rispetto degli altri, della condivisione e dell’impegno per il bene comune.
La scuola da parte sua effettuerà il suo passaggio quando passerà dal sistema informativo a quello che ha come fine l’integrale formazione dell’uomo. La sola formazione intellettuale non è sufficiente, è necessario che la scuola, in collaborazione con le altre agenzie educative – famiglia e Chiesa – si adoperi anche per la formazione del cuore dell’uomo. Una scuola che dona informazione e non sapienza non aiuterà né il singolo uomo e nemmeno il mondo a passare oltre quella novità di vita che tutti desiderano e attendono.
Se ci adopereremo tutti ad attualizzare nella nostra vita la Pasqua di Cristo, possiamo essere certi che i desideri insiti nel cuore degli uomini di oggi troveranno piena attuazione, perché Cristo è tutto ciò che il cuore dell’uomo brama e desidera.
In questa prospettiva di fondata speranza, l’augurio non è proprio una formalità, ma un doveroso e gioioso impegno di vita: Buona Pasqua! Buon Passaggio ad una vita nuova in Cristo risorto!
+ Antonio Ciliberti, Arcivescovo