Poco prima delle 23 di ieri, a qualche minuto dalla chiusura del calciomercato estivo, su questo sito si contavano circa ottocento utenti collegati.
Più o meno lo stesso numero di persone che assistono, in media, a una normale partita di seconda o prima divisione. Se ne stavano tutti dietro lo schermo di un computer, di un tablet o di uno smartphone ad aspettare qualche buona notizia.
Meglio, una buona notizia. Sì, perché specialmente dopo la prima di campionato è apparso chiaro che alla squadra di Brevi mancasse un regista, un elemento di classe ed esperienza capace di organizzare la manovra e innescare un attacco decisamente competitivo. Il perno di centrocampo è sembrato a tutti -ma proprio a tutti- una priorità. Molto più del terzino sinistro, nonostante l’ennesima prova incolore di Tommaso Squillace e i dubbi di molti su Sabatino.
Ma il regista non è arrivato. I due indiziati a ricoprire quel ruolo, Cejas e Ronaldo, rimarrano nei loro club di appartenenza: Latina ed Empoli. Eppure in particolare Cejas era sembrato vicinissimo al Catanzaro.
La delusione degli utenti di puntonet la tastiamo da ieri sera con mano, sul nostro forum e attraverso i messaggi che continuano ad arrivare all’email di redazione. Il tifoso dà giudizi netti, tranchant, assoluti. Vede bianco o nero ed è inutile dire su quale colore sia orientato in queste ore.
Così abbiamo deciso di proporre un’analisi, un giudizio ragionato dell’ultima sessione di mercato che si trasforma inevitabilmente in primo bilancio complessivo dell’operato del presidente Cosentino, giunto ormai al terzo anno da proprietario delle Aquile. Anche i più delusi scopriranno che non tutto è da buttare, anzi.
Quali sono i colpi dei giallorossi per la stagione 2013-2014? Il Catanzaro ha senza dubbio messo a segno tre autentici colpi di mercato: la conferma di Russotto in attacco, che resta in comproprietà con il Parma, l’acquisto di Bindi in porta e quello del catanzarese Ferraro al centro della difesa (superiore in tutto a Sirignano, ricordato ancora con affetto). Ci sarebbe da considerare anche il rientro di Bacchetti, uno dei più positivi nel mediocre campionato dello scorso anno, se non fosse che le condizioni fisiche del giovane difensore risultano al momento piuttosto incerte.
E quali sono i colpi mancati? Sono almeno due:un terzino di fascia sinistra e un regista. La fascia sinistra è la zona del campo presidiata da Squillace, l’ultima polpetta avvelenata di don Lillo Foti. In lui si riponevano grandi speranze – il ragazzo ha mezzi indiscutibili- tutte però puntualmente deluse. Dove sta la differenza, al momento, tra Squillace e Romeo, Maita o il simpaticissimo Castiglia? Facile: nel lungo contratto che lega l’esterno ai giallorossi. Sulla stessa corsia c’è anche Sabatino, arrivato dalla Nocerina nel mercato di riparazione dello scorso anno e quasi mai impiegato titolare da Ciccio Cozza, nonostante le prestazioni non certo esaltanti del collega calabrese. In estate gli è stato rinnovato il contratto (un po’ a sorpresa in realtà) e Mister Brevi lo ha schierato titolare in ogni amichevole. È stato protagonista anche di discrete giocate, ma un elemento affidabile per la linea a quattro di difesa sarebbe servito eccome. Sul regista esperto, capace di proporsi per prendere palla e smistarla verso gli avanti giallorossi abbiamo già detto: si trattava di una priorità. Lo hanno scritto i nostri analisti Carnuccio e Ferragina: contro il Viareggio il buon Uliano si è rivelato molle, impacciato e timido, costringendo addirittura Ferraro a impostare la manovra con lunghissimi lanci per Martignago e Russotto. Ieri è arrivato a sorpresa Leandro Vitiello, 27 anni. Arriva dal Bellinzona, proprio come Russotto. Fermo da un po’ ma con una buona esperienza in B. Le cronache raccontano di un lottatore, la speranza è che sappia anche far girare il pallone. Se così non sarà allora toccherà a Brevi inventarsi qualcosa. Di squadre senza un regista puro, in fondo, ne abbiamo viste un po’. Cambiando leggermente sistema di gioco, per esempio, il mister potrebbe individuare in Russotto o Martignago una sorta di faro avanzato. Sarà comunque ai centrocampisti che si chiederà il lavoro maggiore, dovranno essere sempre pronti all’inserimento offensivo, dovranno in ogni occasione rappresentare un’alternativa di passaggio (e in questo senso da Benedetti e Marchi ci si aspetta molto di più). A ben vedere ci sarebbe anche un terzo colpo mancato, che in realtà potrebbe essere una mancata cessione: quattro portieri in rosa sono effettivamente troppi ma forse Ortoli non si è voluto lasciare sfuggire l’opportunità di ingaggiare il forte Bindi all’ultimo minuto. Biennale per lui ancor prima di sistemare Faraon. Peccato veniale se l’ex del Latina si rivelerà decisivo come nelle ultime stagioni.
Il Catanzaro ha fatto davvero mercato o ha pensato solo a risparmiare?Una cosa è certa: il bilancio dell’Uesse sarà sotto controllo anche quest’anno. Cosentino non fa un solo passo che sia più lungo della gamba e per questo a volte dà addirittura l’impressione di restarsene immobile. Ma così non è. Non abbiamo i dati riguardanti gli ingaggi che la società riconosce ai propri tesserati, perciò possiamo giudicare l’operato di Ortoli e Cosentino solo a livello di strategia globale. Un dato importante è il seguente: solo tre elementi in tutta la rosa sono arrivati a Catanzaro in prestito secco (Bacchetti, Casini e per ultimo Tortolano), tutti gli altri sono di proprietà dei giallorossi, in comproprietà (la bella scommessa Martignago innanzitutto) o in prestito con diritto di riscatto. Questo, da sempre, è il chiaro indizio di una proprietà che vuole costruire qualcosa. Il secondo dato è che tutti o quasi i giocatori arrivati quest’anno hanno esperienze importanti di Prima divisione se non addirittura di B. L’obiezione che la società non abbia finora mai o quasi mai (perché ricordiamo l’affare Fioretti col Gavorrano) investito denaro per i cartellini dei giocatori non regge. Prendere calciatori a costo zero non può essere un delitto: succede anche in serie A, in tempi come questi in cui anche soltanto sostenere l’ingaggio di un buon elemento costituisce un investimento vero e proprio.
E allora cosa c’è che non va? È un’idea generale di fondo che sembra aver fatto breccia in molti sostenitori giallorossi. La virtuosa attenzione per i bilanci (e per le proprie finanze) di Cosentino pare diventata ossessione, caricatura e quasi rinuncia. Mr. Gicos ha salvato il calcio giallorosso, e questo è un fatto incontestabile, una conquista che nessuno potrà strappargli di mano. Però adesso, arrivato al terzo anno di gestione, gli si chiede di rivestire il ruolo che tutti nel mondo dell’impresa gli riconoscono: quello dell’ imprenditore di successo, uno che ha visto lungo e che su quella visione ha costruito la propria personalissima fortuna. Duemila abbonati dopo un anno deprimente, cinquemila spettatori alla prima di campionato e perfino gli ottocento utenti collegati al nostro portale ieri sera sono un patrimonio da coltivare, di più, da coccolare.
Il “concerto” del Ceravolo a luci spente ha confermato il calore del pubblico giallorosso: Catanzaro è una polveriera, nonostante tutto, ancora oggi. Allora perché indossare la divisa del pompiere? Essere realisti non vuol dire certo rinunciare all’ambizione.
E una gestione oculata non può mai, mai, prescindere dalla professionalità e dal talento: si trasformerebbe in sicuro fallimento. Gli spiccioli federali e persino i “liberi” contributi degli imprenditori catanzaresi sono ben poca cosa rispetto ai capitali che il Catanzaro potrebbe attrarre in serie B. Dunque perché non provarci? Anche in un campionato complesso come quello di quest’anno, senza retrocessioni e con le corazzate Salernitana, Lecce, Perugia e Benevento. Perché aspettare il prossimo anno quando corazzate di altri colori, magari il Cosenza o la Casertana si presenteranno ai nastri di partenza?
“Abbiamo un progetto– ha detto una volta Cosentino- non siamo avventurieri“. Benissimo, è il momento di parlarne seriamente, senza colpi di teatro o frasi ad effetto. È il momento di condividere i termini di questo progetto (che non si esaurisce certamente alla sfera tecnica, intendiamoci).
Dove e con quali mezzi intende arrivare questa società? Di cosa ha effettivamente bisogno? Cosa possono fare i suoi tifosi per sostenerla concretamente? La richiesta di sostegno economico all’imprenditoria locale è giustificata dagli impegni presi dall’amministrazione cittadina all’avvento di Cosentino o è un supporto imprescindibile per la gestione di questa società?
Lo stadio è una ferita aperta per tutti, d’accordo, la crisi picchia duro e gli sponsor latitano. Ma c’è un patto tra proprietà e tifosi che di tanto in tanto, non importa in quale condizione ci si trovi, ha bisogno di essere rinnovato.
E una volta rinnovato, neanche un mancato acquisto, neppure l’idea di una squadra monca o di una società impreparata nonostante il lungo apprendistato potrà reggere a lungo. Ci sarà solo il sostegno incondizionato.
Proprio com’è stato finora.
Fabrizio Scarfone
@fabriscar