Sono stati restituiti i 70.000 euro sequestrati al medico dell’Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro indagato dalla Procura della Repubblica di Catanzaro perché, secondo l’ipotesi su cui la magistratura sta indagando, pur avendo un rapporto di esclusiva con l’ente presso cui presta servizio, avrebbe svolto attività di consulenza esterna.
Il giudice per le indagini preliminari, Assunta Maiore, chiamata a confortare il provvedimento d’urgenza emesso dalla Procura di Catanzaro, non ha convalidato il sequestro, ritenendo infondata l’ipotesi di truffa delineata a carico del medico come sostenuto dal difensore, l’avvocato Francesco Iacopino, ed ha disposto la restituzione della somma oggetto del provvedimento eseguito il 18 febbraio da militari del nucleo di Polizia tributaria della Guardia di finanza, su disposizione del sostituto procuratore Domenico Guarascio.
L’inchiesta è partita a seguito di una segnalazione all’Ufficio di procura e le relative verifiche fiscali a carico della dottoressa A. M., da cui sarebbe emerso che quest’ultima svolgeva abusivamente l’attività extramoenia, fornendo consulenze esterne, anche agli uffici del tribunale di Catanzaro, nonostante avesse scelto di lavorare in regime di esclusiva con l’ente pubblico di appartenenza