Si possono intervistare tutti i personaggi del modo del calcio e rimanere tranquilli, ma non mi vergogno ad ammettere che la voce di chi scrive, nel sentire Carletto Mazzone, ha accusato qualche “tentennamento”. La semplicità, l’assenza totale di supponenza da parte di chi sarebbe più che legittimato ad esternarla, fanno del personaggio un uomo unico ancor prima di un mister unico.
In un mondo non solo pallonaro che non fa nulla per nascondere narcisismo e culto del fumo fritto, in un mondo nel quale i “Mazzone” sono sempre più rari da incrociare, posso solo dire che è stato piacevolissimo annegare nella genuinità e nella sostanza del più grande esperto di calcio nazionale e non. Certo è un parere personale, ma sono sicuro che siano in tantissimi a pensarla così.
Tra una risposta e l’altra la solita risata che sottintende tante cose e tutto questo dalla cornetta telefonica. Immaginiamo nello spogliatoio la motivazione che questo “U”omo trasmetteva alla propria squadra. Carletto Mazzone, una delle innumerevoli scelte vincenti di Nicola Ceravolo. Uomini che navigavano a vista in un mondo pallonaro che aveva già in incubazione l’antigene della politica e dei favoritismi. Oggi che la sintomatologia è palese, anticorpi come Mazzone o Ceravolo ce ne sono davvero pochi. La speranza e che aumentino sempre più.
UsCatanzaro.net: quali ricordi sono rimasti più impressi della sua esperienza a Catanzaro?
Carletto Mazzone:
- Innanzitutto l’ospitalità, l’entusiasmo e l’accoglienza della gente di Catanzaro. A dir poco fantastica e calorosa. Mi colpì tanto.
- Altro episodio indelebile fu la vittoria per 3-1 all’Olimpico grazie alla tripletta di Massimo Palanca. Lei lo sa che sono un romanista vero. Quel giorno però ero felice ma non contento… era una sensazione strana. Ricordo ancora che scherzando utilizzando il famoso programma radiofonico tutti dicevamo “Catanzaro chiama Roma 3-1, 3-1”… Fu una gara indimenticabile.
- Altra cosa che è rimasta indelebile nei miei ricordi è stato l’anno in cui il Catanzaro ha vinto quello che non esitai a definire “lo scudetto…”. Sì, vincemmo lo scudetto degli onesti nell’anno in cui il Catanzaro fu ripreso in A grazie alla retrocessione del Milan a seguito del calcio scommesse. Quando quasi tutto il calcio italiano (mi raccomando di sottolineare il “quasi”) era marcio e faceva schifo, il Catanzaro dimostrò a tutti il proprio valore in campo e guarda caso ci fu un periodo in cui il Catanzaro inanellava pareggi consecutivi senza riuscire a vincere, se non ricordo male cinque o sei di seguito, mentre qualcun altro guarda caso portava a casa il punteggio pieno…
- Nicola Ceravolo, anche se ci ha lasciati troppo presto, lo porto sempre nel mio cuore. Un uomo unico e un Presidente fantastico.
.net: Tra i suoi giocatori, se non erro lei ha avuto anche Cozza, attuale allenatore del Catanzaro. Cosa ci dice del mister?
Mazzone: Come carattere è molto determinato e come giocatore era anche un po’ irrequieto e passionale. Ricordo ancora una partita a San Siro… a fine gara noi eravamo in attesa di risultati positivi dagli altri campi che sembravano essere a nostro favore. Lui già scalpitava e non riuscivo in nessun modo a tenerlo a bada e allora lo avvicinai e gli dissi un eloquente:” statte zitto!”. Bei ricordi.
.net: Segue sempre il Catanzaro?
Mazzone: Eccome! Certo che lo seguo! Ultimamente mi sembra si sia ripreso e mi fa molto piacere. Nel calcio bisogna avere pazienza e non trarre conclusioni affrettate al primo passo falso. La pazienza ripaga sempre. Faccio i miei auguri perché il Catanzaro possa raggiungere i traguardi che merita.
.net: Lei ha avuto molti campioni come suoi “allievi”.
Mazzone: Si, tra i giocatori del Catanzaro e non solo molti sono diventati allenatori anche se qualcuno poi viene esonerato, ma appartiene alle cose naturali di questo sport. Anche Claudio Ranieri che attualmente allena l’Inter ed è un’ottima persona. Ricordo ancora quando durante i calci d’angolo aveva il ruolo di fare da “velo” con azioni di disturbo in area avversaria, per consentire a Palanca di metterla dentro con quel piede meraviglioso che si ritrovava. Nelle gare in casa cercavamo di scegliere il campo anche in relazione al vento per cercare di sfruttare al massimo le traiettorie che l’ottimo Palanca riusciva a dare alla palla. Sono stato anche al matrimonio di Claudio (Ranieri) e fui felice quando divenne allenatore della Roma, anche se saltuariamente ci sentiamo sempre. Gli dissi: “Non sei un vero romanista se non sali i gradini dell’Olimpico”.
.net: Oggi nel calcio contano più i soldi o i cervelli?
Mazzone: I soldi sono molto importanti, senza quelli… Ma solo in pochi li possiedono realmente. La verità è che bisogna puntare sulla programmazione e sui settori giovanili avendo pazienza perché anche qui con la pazienza e dando loro fiducia si ottengono eccellenti risultati. Bisogna aguzzare la mente e poi seguire i giovani avendo a disposizione le strutture adeguate.
.net: La ringraziamo per il tempo che ci ha dedicato e tutta la tifoseria, unitamente alla redazione di UsCatanzaro.net, la salutano affettuosamente.
Mazzone: Ricambio con tutto il cuore e anzi approfitto per scusarmi con la tifoseria giallorossa se a volte non sono stato così presente quando sono stato invitato, ma non mi è stato possibile. Grazie a voi tutti.
Giuseppe Mangialavori