Il giorno dopo l’interrogatorio di Claudio Scajola, effettuato nel carcere di Regina Coeli, i magistrati della Dda di Reggio Calabria sono stati impegnati in un lavoro di analisi e riflessione su quanto emerso dalle dichiarazioni, il cui verbale è stato secretato, fatte dall’ex ministro dell’Interno. Ieri il lavoro investigativo non è rimasto fermo. Tutt’altro. Dopo la trasferta romana, il procuratore della Repubblica Federico Cafiero de Raho, il sostituto della Dna Francesco Curcio e il pm della Dda reggina Giuseppe Lombardo si preparano a un viaggio a Genova per esaminare i 100 faldoni con i documenti sequestrati all’ex ministro. Intanto ieri Matacena ha parlato in collegamento via Skype da Dubai e non ha trattenuto le lacrime parlando della moglie, Chiara Rizzo, che si trova in carcere.
Poi non ha esitato a definirsi vittima di un “complotto-vendetta” che lo ha portato alla condanna a cinque anni per concorso esterno in associazione mafiosa, attaccando anche i giudici della Cassazione. Dagli ambienti del “palazzaccio”è filtrata una replica dai toni caustici: «Matacena è un disperato che farnetica».
GAZSUD