ANSA) – CATANZARO, 15 FEB – ”In Sicilia, come dimostra la vicenda di San Fratello, e in Calabria, il territorio continua a sgretolarsi, ma il Governo pensa al Ponte sullo Stretto”. E’ quanto sostiene, in una nota, il Wwf Italia. ”In questa situazione – prosegue la nota – e’ indecente congelare 1,3 miliardi di euro, come ha fatto il Governo, quando ancora poi l’esecutivo non trova le ingenti somme necessarie per rimarginare le gravi ferite di Giampilieri e di Scaletta e di tutta la Calabria”. E cosi’, afferma il Wwf ”mentre in queste regioni si rischia la vita solo ad attraversare certe strade da terzo mondo, non si puo’ pensare di investire nel futuro 6,3 miliardi in un’opera come il Ponte la cui fattibilita’ tecnica e’ stata messa in discussione anche dalla Corte dei Conti, mentre non si dispone di somme per mettere in sicurezza tutto il territorio che frana giorno dopo giorno. Ma soprattutto non si puo’ pensare di intervenire con il tallone di ferro che sarebbe necessario per la costruzione del ponte e delle opere connesse in fasce costiere sul versante calabrese come in quello siciliano in un cosi’ precario equilibrio idrogeologico”. Secondo il Wwf Italia, ”il Ponte non sarebbe solo un costo gravosissimo per le casse pubbliche visto che a regime lo Stato dovrebbe contribuire con oltre 138 milioni di euro ogni anno per la sua gestione, ma anche un amplificatore perverso dei gia’ gravi problemi del territorio nelle province di Messina e Reggio Calabria. Il ‘peso’ del Ponte e delle opere connesse non e’ sostenibile. Si vorrebbe costruire, in una delle aree a piu’ alto rischio sismico del Mediterraneo, un ponte sospeso a doppio impalcato stradale e ferroviario lungo 3.300 metri, con torri che lo sorreggono alte 382,60 m, con scavi di fondazioni della profondita’ di oltre 50 metri”. Inoltre, prosegue il Wwf, ”Il territorio verrebbe stravolto anche da cantieri, che dureranno come minimo sei anni, per la realizzazione di oltre 40 chilometri di nuove strade e linee ferroviarie. Per realizzare tutto questo, e sono dati prudenziali, si prevede: un fabbisogno complessivo di inerti pari a tre milioni e mezzo di metri cubi di materiali e una produzione di materiali provenienti dagli scavi per un totale di sei milioni e ottocento mila metri cubi”. (ANSA).
Scrivi un commento
Devi essere loggato per pubblicare un commento.