Scoperte una serie di estorsioni compiute dal carcere di Catanzaro attraverso Sms. Un boss inviava messaggi e impartiva ordini all’esterno della struttura dove si trova recluso, grazie a un telefono cellulare detenuto illegalmente. Due le ordinanze di custodia cautelare personale in carcere emesse dal Gip Tribunale di Messina. Una nei confronti di Santi Timpani, 33 anni, originario di Milazzo, collaboratore di giustizia attualmente non ammesso allo speciale programma di protezione. Timpari appartiene al clan capeggiato dal cognato, Luigi Sparacio. La seconda ai danni del commerciante Lorenzo D’Amore, detto Enzo, 58 anni, di San Cataldo (Caltanissetta). ‘Se non paghi 25 mila euro alcuni collaboratori di giustizia ti accuseranno nel procedimento nei tuoi confronti per mafia’. Da questa richiesta, rivolta ad un imprenditore edile del Messinese, ha preso le mosse l’inchiesta, che vede coinvolto anche un agente della polizia penitenziaria
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