Cara vecchia Ascoli. Sono passati quasi dieci anni da quel 16 maggio 2004, quando il Catanzaro si prese la serie B in un “Del Duca” stracolmo di passione giallorossa. Nessuno immaginava che sarebbe stato l’inizio della fine. Oggi, invece, solo 50 tifosi indomiti hanno assistito al ritorno alla vittoria della squadra di Brevi dopo oltre due mesi di digiuno, dopo oltre due mesi dal successo di Pagani. Il Catanzaro vince col minimo scarto, si mette alle spalle le sei partite senza gioie (a parte il 3-0 a tavolino con la Nocerina) e si appresta a sfidare l’ex capolista Perugia, piena di dubbi dopo i soli due punti racimolati nelle ultime tre gare.
Diciamolo subito: è stato un Catanzaro brutto per larghi tratti della partita, anche se non sono mancate grinta e volontà di ottenere il risultato. Brevi manda in panchina Russotto e si presenta con il rombo a centrocampo. Vacca vertice basso con compiti di regia, Vitiello e Benedetti ai lati, Madonia davanti a sostegno dell’attacco pesante Germinale-Fioretti. Sulla fascia sinistra, assenti Di Chiara e Calvarese infortunati, tocca di nuovo a Sabatino, ripescato dalla panchina.
La prima mezzora del Catanzaro è inguardabile. I giallorossi peccano in fase d’impostazione, nonostante i tentativi di giocare di più la palla. L’Ascoli – con una società nuova di zecca, un allenatore arrivato da tre giorni (l’ex Flavio Destro) e una squadra di ragazzini – è aggressivo in mezzo al campo, gioca senza remore e impensierisce spesso Bindi che compie un paio di interventi importanti. Tra l’altro, dopo cinque minuti, Catacchini travolge Ruzzier in piena area su un cross dalla destra: sembra rigore, ma l’arbitro sorvola.
Per il Catanzaro l’unico lampo, a parte qualche tiro telefonato da fuori area, è una splendida sponda di testa di Germinale che manda in porta Fioretti, abbattuto da Cessalon al limite. Giallo e punizione calciata alta dallo stesso Fioretti. Ma è l’Ascoli a fare la partita con triangolazioni veloci che mettono in affanno la difesa giallorossa. Poi, al 38′, il lampo di Madonia fino a quel momento in cerca della posizione migliore. Riceve da Vitiello, si gira e lascia partire una strana traiettoria in diagonale d’esterno che beffa Pazzagli e porta in vantaggio i suoi: 0-1, quasi per caso. I bianconeri non si scoraggiano e sul finire del tempo hanno una palla gol clamorosa. Ferraro salva a corpo morto su un tiro di Colomba, poi Tripoli a due passi da Bindi non riesce a dar forza al suo tiro.
A inizio ripresa il Catanzaro sembra entrare in campo con un piglio diverso. Ferraro fa salire il baricentro della squadra, i giallorossi non soffrono più, Vacca gira meglio e sfiora anche il gol con una percussione: finta, dribbling e tiro che lambisce il palo. Al 60′ Madonia ha finito la benzina, ma non tocca a Russotto. Entra Marchi e il Catanzaro cambia di nuovo faccia, con il neo entrato e Benedetti ali in un 4-4-2 che vede Vitiello e Vacca giostrare davanti alla difesa, con Germinale pochi metri dietro a Fioretti.
L’Ascoli gioca tutte le cartucce e si riversa nella metà campo giallorossa, stavolta in modo più confusionario. Ma sono 10 minuti difficili. Il Catanzaro si ritrae e compatta le due linee arretrate. Qualche affanno solo su mischie conseguenti a calci piazzati per i marchigiani. Sono i giallorossi, anzi, a sprecare un contropiede con Benedetti che, al termine di una cavalcata meravigliosa di 40 metri, non riesce per stanchezza a servire Fioretti solo davanti al portiere.
È il momento di Russotto per Fioretti. La mossa funziona perché con Marchi a destra e Russotto per vie centrali, la squadra di Brevi comincia a ripartire con grande pericolosità. Un paio di contropiede in superiorità sprecati, poi una doppia palla-gol clamorosa. Prima Vitiello, poi Germinale da due passi non riescono a realizzare il raddoppio, dopo una bella iniziativa di Russotto dalla sinistra. L’ultimo sussulto è un gol annullato a Carpani che devia di mano in porta un corner. L’arbitro se ne accorge e i tifosi giallorossi tirano un sospiro di sollievo.
Sono tre punti pesantissimi per ricominciare a marciare verso le posizioni migliori della griglia play-off. Ma questa squadra non riesce a decollare e non sembra avere ancora un’identità definita. Tra i possibili alibi, la difficoltà di rituffarsi in una partita ufficiale dopo 20 giorni di pausa, oltre all’assenza dei due nuovi acquisti Morosini e Di Chiara. Madonia ha trovato il primo gol ma sembra ancora estraneo al gioco della squadra, mentre Vacca deve acquisire maggiore personalità. C’è ancora tempo per migliorare e per rendere questo Catanzaro all’altezza dei sogni di una tifoseria. Perché non sempre la squadra giallorossa si ritroverà di fronte una banda di ragazzini sfrontati, ma spuntati. E non sempre si può sperare che un’invenzione di Madonia o di Russotto valga tre punti.
Ivan Pugliese