Intervistiamo

M5S: dell’abolizione dei vitalizi ancora nessuna risposta

Scritto da Redazione
I grillini calabresi davanti a Palazzo Campanella

C’erano due Calabrie, lo scorso giovedì, nella città dello Stretto, davanti a Palazzo Campanella, sede del Consiglio Regionale. Quella lasciata fuori ad attendere invano, spossata dal caldo e dall’estenuante attesa sotto il sole, e quella rinchiusa nei suoi palazzi, al fresco dell’aria condizionata e al comodo di morbide poltrone. Quella assetata di legalità, di equità sociale, di riscatto e di proposte per sfuggire dalla morsa sempre più soffocante della crisi economica, e quella trincerata nei suoi privilegi, nascosta dietro un paravento di norme, rinvii e prassi improvvisate ed  inventate alla bisogna, da far invidia anche a quel famoso Azzeccagarbugli di manzoniana memoria. Era il giorno della protesta del Movimento Cinque Stelle, affinchè l’Ufficio di Presidenza della Regione Calabria si pronunciasse, dopo un mese dal deposito, sulla richiesta di referendum abrogativo dei vitalizi per i Consiglieri Regionali, che consentirebbe un risparmio di circa un milione di euro all’anno per le casse della Regione. Ma era anche il giorno del ritorno nell’astronave di Antonio Rappoccio, reintegrato nelle sue qualità di Consigliere Regionale dal voto quasi unanime dell’assemblea, dopo undici mesi di custodia cautelare per corruzione elettorale aggravata. Un solo Talarico, il Mimmo dell’Italia dei Valori, si è opposto al suo reintegro, mentre l’altro, quello dalla carica più prestigiosa,  ossia il Presidente del Consiglio Regionale, si affrettava ad affermare che era un provvedimento che l’assise doveva assumere. Lo stesso Presidente, Francesco Talarico che, dopo qualche ora di attesa, si degnava di ricevere una delegazione del Movimento 5 Stelle, facendo sfiorare appena quelle due Calabrie contrapposte. Al suo fianco, c’erano gli altri membri dell’Ufficio di Presidenza, da Rino Amato del Pd ad Alessandro Niccolò del Pdl, divisi dall’appartenenza politica, ma guarda caso, così uniti nel difendere i loro interessi. Affermano che la procedura di consegnare la questione referendaria ai consulenti giuridici regionali è una prassi consolidata, anzi no, prassi non può essere, perchè non è mai stata affrontata una richiesta referendaria. Anche gli stessi consulenti giuridici regionali sono presenti all’incontro, dichiarano di aver deliberato sulla proposta del Movimento, ma si guardano bene dal proferire la loro decisione. Il tempo scorre e quel termine ultimo fissato al trenta settembre per la raccolta delle firme si avvicina sempre di più, assottigliando, giorno dopo giorno, le ultime speranze di abrogazione del vitalizio. Un termine che, chiariscono i nostri rappresentanti regionali, non può essere in alcun modo prorogato, perchè si sa, la legge va rispettata, e pazienza se lo Statuto Regionale prevede solo cinque giorni per evadere la richiesta di referendum, mentre lo stesso Ufficio di Presidenza ne ha impiegato oltre trenta per non decidere. L’incontro dura ancora per pochi minuti, giusto il tempo per il Presidente, Francesco Talarico, di affermare che i vitalizi sono convenienti per le casse della Regione! Una dichiarazione tanto vera quanto la frase incisa sulla targa posta all’ingresso del Consiglio Regionale “Qui la ‘ndrangheta non entra”. I due mondi si separano nuovamente, i manifestanti del Movimento 5 stelle ritornano alle loro città, sparse in tutta la Calabria, per nulla soddisfatti dell’esito dell’incontro, ma affatto rassegnati di cedere davanti a tali soprusi. Domani sarà un altro giorno di battaglia, quel domani preceduto dall’oggi, giorno in cui un Senatore della Repubblica, ex assessore regionale fino a poco tempo fa, viene indagato nella brillante operazione “Perseo” condotta dalla squadra mobile e della DdA di Catanzaro, in cui vengono tratte in arresto 65 persone, tra cui esponenti della cosca Giampà e un consigliere provinciale di Catanzaro. Ancora una volta, dunque, due Calabrie che si contrappongono, quella che combatte la ‘ndrangheta e quella che la incontra e le stringe la mano in facoltosi studi forensi. Ma questa è tutta un’altra storia.

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