In Calabria, si sa, il tifo non è una passione: è una religione. Peccato che, ogni tanto, qualcuno decida di convertirsi. È il caso di Locri, che oggi pomeriggio ha dato spettacolo… ma sugli spalti. Durante la partita contro la Reggina – che dovrebbe essere “la squadra di casa” per vicinanza geografica – gli ultras locresi hanno srotolato uno striscione che resterà negli annali: “LOCRI CZ”
Due parole e migliaia di occhi sgranati. Ma com’è possibile? Locri in provincia di Reggio… che però dichiara amore eterno al Catanzaro? Sì. Succede anche questo nel magico mondo del calcio calabrese, dove la logica è un optional e la fede ha il GPS rotto da tempo.
In realtà non è una novità: da decenni, Locri è un feudo giallorosso travestito da territorio reggino. Negli anni d’oro della Serie A, mentre il Catanzaro faceva tremare le big, dalla locride partivano pellegrinaggi degni di Lourdes: auto piene, sciarpe al collo, panini con la frittata e fiaschi di vino. Si partiva la mattina presto per arrivare al “Comunale” a sostenere Palanca e soci, mentre la Reggina… beh, stava da qualche altra parte, spesso in Serie C.
E oggi? Oggi lo dicono chiaro: “LOCRI CZ” Nessuna giustificazione, nessun comunicato ufficiale, solo una risata beffarda verso i vicini reggini.
E chissà, magari da lassù Oreste Granillo e Nicola Ceravolo, storici presidenti di Reggina e Catanzaro, stanno guardando la scena sorseggiando un amaro calabrese e ridendo come due vecchi amici al bar:
“Ma guarda un po’ questi locresi… sempre avanti!”
In fondo, il calcio calabrese è questo: confini sfumati, tifo viscerale e tradimenti plateali. E quando lo striscione dice la verità, non resta che prenderla con filosofia.. e con un po’ di peperoncino, magari giallorosso.
Redazione 24
