Quest’opera di 27.000mq, a prescindere da qualsiasi considerazione di carattere legale e amministrativo, non può non suscitare un certo stupore. La costruzione si trova in una gola solcata dal torrente Fiumarella, una fiumara che nonostante il suo consueto aspetto, è stata protagonista in passato di numerose alluvioni e allagamenti.
Sconvolge la vicinanza alla fiumara, come la devastazione della collina ormai martoriata dai pali di sostegno, per non parlare della strada di collegamento, che è già sottodimensionata rispetto al traffico attuale. Nelle immagini si vede l’area prima e dopo l’intervento.
Digitando “parco romani” mi si presentano una serie di articoli di “mycatanzaro.it” e di “il domani online”, di cui cercherò di fare un rapido riassunto.
Il Parco Romani è un’opera voluta dall’ex amministrazione comunale di Catanzaro, presieduta dal sindaco Sergio Abramo, e inserita all’interno del Piano di Recupero Urbano della città. La Regione Calabria, guidata dall’ex presidente Giuseppe Chiaravalloti, fece la sua parte, stanziando una cifra di 10milioni di euro.
Nonostante le opere evidentemente impattanti, bisogna aspettare il pm Luigi De Magistris, si proprio lui, affinchè la giustizia metta il naso in questa faccenda.
Nel 2004 iniziano le indagini, che portano nel mese di Aprile al sequestro del cantiere e nell’iscrizione nel registro degli indagati dei due titolari dell’impresa, Rosa e Gaetano Romani.
La motivazione era la presunta assenza di concessioni edilizie e permesso a costruire della Regione. Dopo il secondo ricorso, il 29 novembre 2004 il sequestro viene revocato.
Il Domani Online del 22 settembre 2007 descrive le conclusioni delle indagini, durate tre anni.
I reati in ballo sono abuso d’ufficio continuato, violazioni al testo unico dell’edilizia, concorso in truffa. Gli indagati diventano 33, ben distribuiti tra l’impresa e varie amministrazioni pubbliche.
Controllori e controllati. In particolare le irregolarità si riferiscono a occupazione di area demaniale, inglobamento illecito della strada comunale e di un tratto di condotta idrica, violazione di vincoli ambientali e idrologici con difformità progettuali e realizzazione di opere totalmente abusive (in parte demolite), violazioni edilizie e sismiche, violazioni di ordinanze di sospensione lavori (n.17 del 21/03/2003 e n.16 del 18/03/2004), ostacolo dei pubblici ufficiali preposti. UNA BOMBA.
Intanto le cose vanno avanti e già i commercianti fanno accordi per assicurarsi la presenza all’interno della struttura. Il 2008 porta un’altra patata bollente. La ditta Romani non vuole pagare al Comune di Catanzaro gli oltre 2milioni di euro per l’acquisto del terreno, così propone all’ente la cessione di alcuni immobili del parco. Nell’ottobre 2008 Pasquale Costantino, dirigente del settore finanziario del Comune di Catanzaro esprime il suo parere negativo per poter garantire il patto di stabilità finanziaria del Comune.
Comincia un lungo braccio di ferro politico, tra esponenti dell’impresa, del Comune e della Regione. Il 6 novembre 2008 Massimo Gaglianese, rappresentante degli operatori commerciali del nuovo centro dice agli amministratori “Il centro commerciale è già una realtà: è inutile, quindi, che il consigliere di turno ci parli dei problemi della viabilità a Sala o cose del genere. Questo è segno di irresponsabilità […]Noi vogliamo solo ricordare che 160 famiglie sono in ginocchio”.
Ora il ricatto è completo. Viabilità? Ambiente? Autorizzazioni? A cosa servono? In tutto ciò il parco non ha l’autorizzazione commerciale di competenza regionale, per cui continuano le pressioni affinchè venga lanciato un emendamento che consentirebbe di andare in deroga al piano commerciale regionale……