Cos’è lo spunk? Chiedetelo a Pippi Calzelunghe, ma forse neanche lei vi saprà o potrà rispondere. Una cosa è certa lo “spunk” ha una nazionalità: è italiano. La scoperta è stata salutata con grande soddisfazione da tutti gli scienziati del globo che in seguito ad accurate ricerche avrebbero delineato una zonizzazione particolare di questo/a essere/patologia. Sembra che anche Catanzaro si vesta di questa entità. Si tratta di un mix tra l’eraclitiano “panta rhei” (tutto scorre…) rivisitato e diversificato nell’italica espressione canora:” finché la barca va…lasciala andare!” e il pessimo detto popolare: ”chi si fa i .… suoi, campa cent’anni”. Insomma un distillato di quell’ignavia incontrata nell’antinferno dal nasuto Dante Alighieri.
Anche a Catanzaro (così come nell’intero stivale) ci si limita all’adeguamento condito dall’ammorbidimento giusto a qualsivoglia situazione. Per esempio, agli inizi di giugno e dopo avere trascorso un intero anno tra congetture di vario tipo, ci si ritrova a mani vuote e con uno stadio (il nobilissimo Nicola Ceravolo) che abbisogna di un adeguamento di un settore e la costruzione di una struttura alle sue spalle. I vari amministratori delegati dal Popolo (sovrano?) che nel tempo hanno vestito i panni degli unti da Dio, hanno giocato al loro sport preferito: il pingpongspunk, rimbalzando di volta in volta al proprio predecessore la responsabilità.
Scoprire “di chi è la colpa” non aiuta a risolvere la situazione né a far si che l’imputato sconti la propria pena (magari!). Ricordiamoci dello spunk e che viviamo nel Belpaese dello spunk! Il budget dedicato ai lavori sembra sia finito… non si sa dove. Il Progetto e il relativo computo metrico sono oramai oggetto delle più grandi menti ingegneristiche dell’universo. Quando si completeranno i lavori? Chi è l’eletto che non può travestirsi da Pilato e continuare a cibarsi e cibarci di spunk? Non lo sapremo mai perché è molto, ma molto meglio vivacchiare nello spunk.
Nota decontestualizzata, la voce di un reggino giunto sulle sponde del fiume dell’indifferenza catanzarese e deciso a compiere un miracolo calcistico. Abbiamo già imparato a conoscere Giuseppe Cosentino, imprenditore reggino che non comprende lo spunk, né intende interpretare il ruolo di vittima predestinata. Arriva a Catanzaro e dice di voler vincere il campionato? Lo vince e in conferenza stampa fa nomi e cognomi di gente che aveva promesso ma non ha dato. Come potete notare è in netto contrasto con lo spunk. Vuole andare nell’arco di un biennio in serie “B”? Ce la farà. Contro tutto e contro tutti. Contro l’eterna siesta spunkiana dei farisei che si permettono anche il lusso del giudizio, avvinghiati nelle loro ragnatele neuronali e pregni della propria vanità fondata sul nulla. Sembra una monade che agisce per conto proprio e si permette anche di costruire una squadra sin dal mese di maggio. Dopo l’arrivo di Carbonaro, ecco Girolamo D’Alessandro di origini palermitane come Paolo. E non finisce qui, ne siamo certi. Forse a qualcuno tutto ciò non piace e forse poco furbescamente attua la tattica di penelopiana memoria?
Ad ognuno le proprie responsabilità che non si ammorbidiscono con le responsabilità pregresse… ai neoeletti amministratori l’obbligo di pianificare senza tempi spunkiani e intrallazzi, ai giornalisti di documentare giornalmente senza attuare alcuna scontistica per nessuno, ai cittadini/tifosi di vigilare e marcare stretto colui/coloro che sono stati deputati a questo compito. Uccidiamo tutti gli spunk che hanno ucciso e continuano a dilaniare la nostra terra, la nostra indifferenza o peggio il nostro accomodamento sarebbero un tragico alleato dello spunk. Alziamo la testa e avanti Catanzaro.
Giuseppe Mangialavori