Dalla Curva

Lo sport che muore, “l’affare” che trionfa; chi paga dazio?… i tifosi in curva !

Dirigenti, direttori sportivi, calciatori simulatori in campo e scommettitori, e l’unico che paga regolarmente i propri debiti alla fine e’ il “diffidato” in curva.

Un quadro di cosa succede oggi nella realtà sportiva piu’ importante d’Italia, il Calcio:
Tra società che non pagano gli stipendi, tra possibili strette “di mano” non rispettate dai presidenti (viva l’onesta’), tra scommesse dei protagonisti che falsano le gare, e non per ultimo tra voli angelici di uomini che al minimo tocco dell’avversario (proprio nello sport che e’ nato come “maschio”), si trasformano in ballerine di can can; … gli unici che come sempre pagano caro e puntuale ogni errore sono i tifosi nelle curve.
Molti calciatori sono simulatori professionisti, molti dirigenti imbrogliano i calciatori senza mantenere promesse e strette di mano, la più parte dei direttori sportivi fanno lievitare i costi dei calciatori ed intascano milioni senza produrre un bel niente. Alcuni commentatori radiofonici e televisivi “riempiono solo spazi mediatici”, piuttosto che fare cronache di gare, (per un anno hanno chiamato la Curva Massimo Capraro, “Curva Sud”). Gli informatori dei media cavalcano l’onda di sdegno ed approfittano del momento di scandalo provocato degli errori di altri, per issarsi a giustizieri sui canali nazionali e non.
A tal proposito, rimarrà indelebile il ricordo della stupida bomba carta e dell’altrettanto stupida invasione solitaria, in due vecchie gare casalinghe delle Aquile; e del come i soliti avvoltoi dell’eteree dell’inchiostro si lanciarono in modo altrettanto spregevole sull’evento. Dove erano costoro quando il Catanzaro perdeva in casa due finali play-off con la dovuta civiltà sugli spalti?
Lo sport in queste discipline “regine” muore assassinato dagli affari, dai moralizzatori (magari ci racado anch’io, ma almeno mi autodenuncio) e dagli addetti ai lavori che fanno sceneggiate al minimo contatto in campo. Muore anche per colpa di qualche tifoso violento che costringe le famiglie ad allontanarsi dagli spalti. Lo sport muore assassinato dai quei dirigenti delle società, direttori sportivi e calciatori che falsano il risultato delle gare, infischiandosene di chi li sostiene anche se già retrocessi e senza speranza di vittoria o viceversa se sicuri della vittoria.

Chi paga puntualmente, e quando e’ il caso anche giustamente, per gli errori commessi?
la squadra “debole in quel momento”, oppure il diffidato in curva. Il tifoso cattivo e additato da tutti come colpevole perché si copre il volto in gradinata quando la Lega Calcio, asservita al volere delle TV, decide di fare giocare le gare il lunedì ed il venerdì (giornate lavorative) alle 20:30 con –3 o -5 gradi di temperatura ed il terreno gelato!

Cosa si propaganda a fronte dei fatti visti sopra, che cosa si cerca di raggiungere?

Si vogliono gli stadi senza barriere, all’inglese; si insegue tanto e si addita come esempio la sportività ed il senso di rispetto per gli avversari dei supporter anglosassoni. Si mira alle società pulite e senza debiti. Si pubblicizza la riscoperta dei settori giovanili.
Come si agisce per risolvere questi problemi?

Proprio da coloro che sono protagonisti del pulpito da cui esce la giusta predica (stadi per le famiglie e calcio pulito), vengono fuori gli atti tipo il “lodo Petrucci”, “gli spalma-debiti quinque-decennali”, le trasmissioni pseudo-sportive ormai diventate “insultifici” o mostra di gambe per belle signorine ignare di cosa sia un “fuorigioco”… dove chi urla di più sembra avere ragione.
E’ pur vero che dai “media sportivi” si diffondono anche messaggi costruttivi e profondi, ma sono talmente annegati nella marea del protagonismo e delle banalita’ che spesso si perdono e non vengono valorizzati per quello che meritano. Si parla di tetti agli ingaggi e di punire i simulatori, ma la moltitudine preferisce ruggire dietro un rigore non dato e fare i titoloni sul calciomercato.
Per non parlare dei meccanismi “omolagati” per coprire i buchi nei conti delle societa’ di calcio. Si “ammette” di tutto e poi si punta il dito contro.

Conclusioni:

Forse non avete capito, cari padroni del calcio italiano, che a molti tifosi interessa ancora e prima di tutto la prestazione dignitosa ed onesta, e poi, come e’ giusto che sia, anche il risultato. Una sconfitta può venire mitigata da un’onesta prestazione sportiva, ma questo non vale quasi più purtroppo.
Mi viene da porre qualche domanda, anche se la risposta si trova nello specchio dei tempi che viviamo;
–Qual’e’ la causa di questo non essere più sportivi nell’accettare le sconfitte dignitose?
–E’ più remunerativo dal punto di vista “audience”, sottolineare una sconfitte dopo una prestazione dignitosa senza drammatizzare; OPPURE creare casi che tengono banco per ore ed ore e se va bene a chi li monta, per giorni e giorni esasperando gli animi?
–Si spera forse che infondo, la prossima volta, qualcuno ne rimanga impressionato e ci pensi due volte a concedere un rigore ( o compiere un atto giudiziario) contro quella squadra di cui si parla tanto ?

E’ proprio vero, hanno commesso il fatto hanno ucciso il calcio.
Punire i tifosi violenti e’ giusto, ma non dimentichiamo i dirigenti imbroglioni, i calciatori che simulano e scommettono, gli addetti ai lavori che fanno di una brezza una fiera di bestie feroci.
Un’ennesima estate calda piena “d’ingiustizia sportiva” si prospetta alle porte, ecco il motivo per cui ho scritto ora, queste quattro righe; rispetto per i tifosi e giustizia …non giustizialismo !
E’ giusto ripescare societa’ che hanno meritato per virtu’ gestionali un posto usurpato da coloro che hanno imbrogliato. Ma e’ anche giusto fare scontare la pena a tutti i colpevoli in modo indistinto.
Riporto la frase di un tifoso della curva che condivito in pieno:

“A molti di noi, non importa essere rispescati, o vincere sempre (certo vincere e’ meglio di perdere), noi siamo contenti quando in campo scendano le Aquile ed escano onorando la maglia e gli spettatori sugli spalti ! “

D.P.

Autore

Davide Pane

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