L’importanza di essere vicini e solidali a chi subisce il malaffare

riceviamo e pubblichiamo

Due fatti drammaticamente importanti accaduti nella vicina Lamezia Terme ci inducono ad esprimere la vicinanza del nostro movimento e dell’intera comunità catanzarese non soltanto alle persone direttamente coinvolte, bensì a tutta la società civile lametina che con forte senso civico e responsabilità vuole dare risposte al malaffare. Ci riferiamo agli attentati subiti da Franco Talarico, consigliere regionale e segretario regionale dell’UDC, e alla vicenda che vede protagonista – suo malgrado – Salvatore Cittadino, imprenditore nonché presidente della sezione lametina di Confcommercio Catanzaro.

Pur trattandosi di due faccende completamente diverse, appartenenti ed originatesi in ambiti differenti l’uno dall’altro, si rappresentano purtroppo attraverso un comune vulnus presente sul nostro territorio, ovvero una criminalità organizzata che arrogantemente e con propri metodi fa sentire la sua barbara voce. Di fronte alla tronfia tracotanza del malaffare, tutti abbiamo il dovere di fare fronte comune per percorrere e proteggere da pressioni e interferenze le istanze di legalità che provengono dalla parte sana delle nostre città. In quest’ottica ognuno deve fare ciò che è demandato al proprio specifico ruolo, dal singolo cittadino che esprime solidarietà per non lasciare soli quanti subiscono la prepotenza dei criminali, allo Stato che ha il compito di mantenere l’ordine e la legalità, passando dalle varie istituzioni e organizzazioni. Bene ha fatto il ministro Maroni ad intervenire subito assegnando la scorta a Talarico su suggerimento del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica di Catanzaro, e bene hanno fatto Lorenzo Cesa e Rocco Buttiglione a raggiungere la Calabria. Altrettanto bene ha fatto, per quanto riguarda la vicenda di Salvatore Cittadino, la Confcommercio provinciale del capoluogo che – per bocca del suo presidente Pietro Tassone – ha espresso in un’apposita e quanto mai opportuna conferenza stampa la linea dell’associazione di categoria, ossia un no deciso e secco al pizzo imposto dai clan mafiosi.

Il segnale che si vuole dare è quello di far capire l’importanza di contrastare in tutti modi, dai diversi punti di vista e ognuno con il proprio ruolo, la perniciosa influenza esercitata dalla criminalità organizzata sulle nostre vite, sulle nostre attività, sulle nostre famiglie. Questo contrasto sarà tanto più efficace quanto più partecipato, sentito, amplificato, condiviso. Salvatore Cittadino è un eroe dei nostri giorni che ha avuto il difficile coraggio di rifiutare la schiavitù del pizzo denunciando gli estorsori, poi individuati e arrestati dalle forze dell’ordine. Perciò è lodevole l’iniziativa della Confcommercio di Catanzaro la quale, assieme all’Associazione antiracket lametina, sta mostrando un incondizionato sostegno non solo a Cittadino ma ad una nuova mentalità che può prendere piede a Lamezia e nel resto del territorio catanzarese e calabrese. La stessa Confcommercio nazionale ha manifestato l’appoggio a Salvatore Cittadino che, in questo momento, esprime bene l’idea di chi intende affermare con forza la lotta per la legalità e la giustizia. E’ del tutto evidente che proprio la Giustizia dovrà completare l’opera di questa “rivoluzione culturale” che quanti sono dotati di senso civico auspicano fortemente. Una rivoluzione che parte dai commercianti, dagli imprenditori, dalla società civile. E’ una rivoluzione ancora ferma alla fase iniziale, quella fatta di eroi solitari che tuttavia hanno la possibilità di trascinare sul loro percorso tanta altra gente. La parte migliore e virtuosa della società lametina, indubbiamente la grande maggioranza della popolazione, sta comprendendo questo passaggio ed è per tali ragioni che deve essere incoraggiata, sostenuta, valorizzata. Non bisogna temere d’essere retorici. Tutti dobbiamo esprimere vicinanza alle persone che stanno indicando la via del riscatto: il singolo cittadino con la sua piccola ma assai significativa solidarietà; le istituzioni e le associazioni culturali e di categoria nell’ambito delle proprie funzioni; lo Stato con la messa in campo di ogni presidio di repressione per garantire ordine e sicurezza al territorio. La gente per bene non deve sentirsi sola ma deve ottenere la vicinanza di tutti, perché tutti insieme – e solo insieme – possiamo resistere alla tracotanza dell’atteggiamento mafioso.

Movimento Civico “CatanzaroNelCuore”
Il Direttivo ed il Gruppo Istituzionale

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Redazione

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