E adesso come la mettiamo? Negli ultimi mesi lo sport preferito dal popolo giallorosso (ma anche dagli addetti ai lavori) è stato quello di stilare tabelle, schemi incrociati, previsioni e altre diavolerie simili con un unico scopo: ipotizzare lâaggancio del Catanzaro alla zona play off sul filo di lana, magari proprio allâultimo secondo.
Diciamola tutta (ci perdonerà lâonorevole Ignazio La Russa): a un certo punto della stagione anche il più inguaribile ottimista ha avuto un crollo legato ai risultati poco positivi della squadra, tanto che più di promozione era lecito aver paura della retrocessione. I segnali negativi câerano tutti: la sequela dâinfortuni, gli stipendi non pagati, lâattaccante che scappa nel cuore della notte, la trattativa farsa, lo sciopero degli ultrà , lâazzeccagarbugli di provincia, gli scivoloni di Gela e Ragusa. Tutto questo concentrato in pochi mesi, mica in un lustro. Ecco spiegate le tabelle: il cuore dei tifosi non conosce ostacoli e nonostante le mille difficoltà continuava a sperare nel miracolo.
Magari sarà stata questâincrollabile fede a contagiare i giocatori (una sorta di preposizione transitiva in senso calcistico), fatto sta che nel giro trenta giorni tutto è cambiato: si è passati dal quartâultimo posto virtuale (occupato alla fine del primo tempo con il Gladiator), al quinto gradino reale. Tredici punti in sei partite che sono valsi il grande salto. Ritorniamo, dunque, al quesito iniziale: e adesso come la mettiamo? In altre parole, il più è stato compiuto o siamo solo allâinizio di unâinversione di marcia? La risposta è scontata: pur apprezzando i risultati ottenuti dalla squadra di Dellisanti, abbiamo il dovere di ricordare a tutti (compresi noi stessi) la fallacità degli entusiasmi post Giugliano. Dâaccordo, il Catanzaro sembra avere una marcia in più rispetto agli avversari, ma la C2 non finisce mai di sorprendere. Per questo invitiamo Ciardiello e compagni a mantenere altissima la concentrazione: solo a play off raggiunti potranno tirare il fiato. Potrà anche capitare di ritornare momentaneamente al sesto posto (come ha ricordato il presidente Parente dopo la gara di domenica scorsa), ma la cosa (sempre se accadrà ) non dovrà scalfire lâambiente giallorosso. Ecco, la cosa più bella degli ultimi mesi è proprio questo feeling tra i tifosi e la squadra: Alfieri esce dal campo (contrariato: meglio così, è un buon segnale) tra gli applausi, la curva non smette mai dâincitare, gli altri settori iniziano a riempirsi di nuovo. Per questo se dovesse arrivare una battuta dâarresto (scongiuri leciti) ci aspettiamo una prova dâorgoglio da parte dei giocatori, ma soprattutto una dimostrazione dâamore da parte della città (tanto per intenderci stadio pieno, così come è accaduto al San Paolo).
Ma adesso mettiamo da parte queste ipotesi grigie. La realtà , infatti, è giallorossa: questa considerazione nasce anche dallâanalisi degli avversari. Il più in forma è il Gladiator, ma alla fine i campani dovrebbero accontentarsi dellâottimo campionato. In ogni caso abbiamo una discreta dote di due punti (più il vantaggio dello scontro diretto) e un calendario migliore. Discorso inverso per lâAcireale, una squadra in netta crisi dâidentità e con un allenatore non adatto a gestire la situazione. Per i siciliani saranno decisive le prossime tre gare (difficilissime): se dovessero perdere ulteriore terreno, infatti, non è da escludere un crollo verticale. Frosinone, Giugliano e Ragusa, per concludere il lotto delle pretendenti alla promozione, non dovrebbero costituire un reale problema (nessuna di loro ci sembra in palla). Anzi, il discorso può essere ribaltato. Come si dice, lâappetito vien mangiando. Ecco, allora, che è il Catanzaro a poter alzare la testa: i sei punti di distacco da Igea e Nocerina non sono incolmabili. Specie la squadra campana viaggia da un poâ di mesi a corrente alternata. Ai giallorossi potrebbe bastare far filotto nelle gare interne (Igea, Puteolana e Tivoli) e centrare un successo esterno (magari in casa del Foggia già promosso) per agganciare posizioni più prestigiose e avere un vantaggio in più nei play off.
Ci siamo subito smentiti: parlavamo di tabelle vacue per poi cadere un minuto dopo nel medesimo errore. I lettori ci perdoneranno: siamo anche noi tifosi e spesso il cuore corre più veloce della ragione.
Le tabelle impazzite, il quinto posto e l’appetito crescente
Lâeditoriale di Francesco Ceniti