Cari amici siamo alla vigilia dellâinizio del campionato
di serie B, cadetteria riacciuffata dalle Aquile dopo tre lunghissimi lustri.
Ai sentimenti che accompagnano questo evento non possiamo non aggiungere gli
esiti ed i postumi del âsimpaticoâ giudizio emesso dalla Commissione
disciplinare sulla c.d. vicenda del calcio scommesse. Accompagnati da ansie e
timori abbiamo atteso il giudizio, abbiamo pazientemente letto le richieste di
un Procuratore Federale in cerca di autore, e poi ricevuto questo uovo di pasqua
fuori stagione, che alla temperatura di meno cinque non dovrebbe subire
alterazioni.
Senza entrare nel merito della vicenda e senza
arrampicarmi in argomentazioni giuridiche ed in congetture di carattere legale,
vorrei comunque porre alla vostra attenzione alcune semplici e chiare
considerazioni.
La voglia di una ripulita generale del calcio italiano si
è concentrata solo sul Catanzaro calcio e sulla sua tifoseria. Tutto ciò suona
un poâ strano, i giudici sono stati
pervasi da una voglia di far pulizia e di far percepire questo mondo come
severo e rispettoso delle regole. Questo concetto potrebbe andarci bene,
soprattutto perché amiamo la giustizia, ma qui cominciano anche i nostri dubbi.
Come mai decidono di toccare chi al massimo ha un poâ di polvere sul mobile e
non toccano minimamente chi possiede una villa con una palude attorno, piena di
ragnatele, di suppellettili distrutte e con molti scrigni colmi di importanti
rivelazioni? Si alza la polvere sul Catanzaro per non colpire chi veramente non
rispetta le regole? E poi il venire accusato di aver alterato la gara più bella
della mia stagione mi indigna, ma risulta altrettanto indegno colpevolizzarci e
giudicarci sul nulla, forse su un semplice indizio, per poi non considerare gli
indizi a carico degli altri.
Con questi interrogativi non mi va di dire che le piccole
società sono poco tutelate e che le grandi fanno e disfano a loro piacimento
(questa è la realtà ), ma cerco di sforzarmi di capire tante altre cose, di
comprendere come va il mondo.
Viviamo la condizione di tifosi in maniera serena e nel
modo più naturale possibile. Come sostenitori abbiamo la passione per una palla che rotola, sospinta da undici
casacche giallorosse, viviamo la gara domenicale con tanta gioia e con
sofferenza, triboliamo fino al novantesimo affrontando mille sacrifici, per
tutti questi motivi ci viene veramente difficile pensare ad un mondo corrotto,
ad una contesa perennemente inquinata da fattori esterni e da tanti giochetti.
Non vogliamo pensare tutto ciò, non ci va che qualcuno intacchi il nostro
sogno, non possiamo accettare che il Frascione di turno ci dica che tutto
quello in cui crediamo sia marcio e basato sullâinganno. Questa serie B la
vediamo con gli occhi di un bambino ed è brutto che lâuomo nero ci spaventi per
ciò che non abbiamo fatto.
Amici tifosi questa vicenda deve servirci da ennesima
lezione di come vanno le cose, deve essere una ulteriore occasione per
compattare un Popolo, una Tifoseria ed una Dirigenza abituata a sudare sul
campo le Vittorie ed educata dagli anni e dalla sua Storia al rispetto delle
regole del gioco.
Oggi mi sento offeso e macchiato da un marchiano esercizio
del diritto, da un abuso costruito sulla carta pesta, ma al tempo stesso mi
sento orgoglioso di appartenere a questi colori, di essere come tutti voi un
Giallorosso, di vivere il mondo del calcio per quello che è, di cercare sempre
la sua essenza pura, il suo agonismo rigenerante.
Sono convinto che gli altri gradi del giudizio serviranno
per cancellare questa macchia. Tutta la vicenda mi induce a stare ancora di più
al Suo fianco, mi porta a moltiplicare le mie forze, i miei cori, i miei
battimani.
La B riparte sabato, il nostro avversario si chiama Bari e
caso strano della vita proprio un barese ci affossò quindici anni fa, anche per
questi ricorsi storici sarò al mio posto per incitare la Squadra, per sostenere
la Maglia, dando una risposta di civiltà e di correttezza sugli spalti, facendo
vedere allâItalia intera che cosa significa tifare Catanzaro.
Un ultima cosa la voglio dire a proposito di ciò che
quella gente âgiallorossaâ poco attenta pensa dei protagonisti di questa
vicenda, troppe parole fuori luogo, troppi giudizi affrettati. Vi affido le
parole di De Saint-Exupery âgiudicherai te stessoââ¦âè la cosa più difficile. Eâ
molto più difficile giudicare se stessi che gli altri. Se riesci a giudicarti
bene è segno che sei veramente saggio.â Cerchiamo di essere saggi e di guardare
avanti, Avanti insieme al Catanzaro.
Gennaro Maria Amoruso
Chi volesse suggerirmi argomenti, segnalarmi temi o
dissentire sulle mie parole può farlo allâindirizzo:
gennaro@uscatanzaro.net