“Le congiunture economiche negative non devono costituire un alibi perché la politica dimentichi le criticità che si sono incancrenite nei diversi Comparti dello Stato, come è avvenuto in questi ultimi anni nel Comparto Sicurezza. Ecco perché, pur consapevoli del fatto che ci attendono tempi duri, il Ministro Maroni non può e non deve dimenticare che ci sono zone della Calabria dove la sicurezza e la legalità vengono garantite solo a costo di grandi sacrifici umani e professionali delle donne e degli uomini delle Forze di Polizia.” – Lo afferma la Segreteria Regionale calabrese del Coisp – il Sindacato Indipendente di Polizia – dopo il varo del decreto anticrisi. – “Perché vorremmo ricordare alla politica in generale ma soprattutto al Governo in carica – dice il Coisp della Calabria – che per uno Stato che arranca, affanna e va in crisi a causa di condizioni economiche negative, c’è un antistato che non conosce crisi, né crolli di borsa, né politiche economiche di rigore. E in una regione di frontiera come la Calabria, ci sono zone che sono ancor più di frontiera per condizioni di lavoro. Le brillanti e recenti operazioni concluse dai Colleghi che operano a Lamezia Terme o a Reggio Calabria o a Crotone, e il servizio garantito in luoghi dove le condizioni di vita umane restano fuori dai cancelli dei Cie, – continua la Segreteria calabrese del Coisp – sono la risposta concreta a un Governo che già da tempo sulla sicurezza ha smesso di fare anche parole, come se il Comparto Sicurezza non esistesse più, privilegiando il pareggio di bilancio ed il rispetto del tetto di spesa a dispetto dei diritti sanciti dalla Costituzione. Auto vetuste, risorse finanziarie ridotte, materiale di consumo inesistente, uomini che si duplicano pur di coprire i turni, senza alcuna garanzia di percepire neppure gli straordinari prestati. Tutto questo purtroppo è ancora realtà nelle Questure, nei Commissariati e in tutti gli Uffici di Polizia della Calabria. E di questo noi continueremo a parlare ad una politica che tenta di spostare l’attenzione su problemi che esistono certo e sono anche gravi, ma la cui responsabilità non è di chi ha servito lo Stato al di là di ogni ragionevole condizione di lavoro e le cui conseguenze non possono cadere ancora una volta sugli Operatori delle Forze di Polizia. Continueremo a parlarne e se non ci ascolteranno saremo lì, con le nostre sagome dei poliziotti pugnalati alle spalle, – conclude il Sindacato Indipendente di Polizia della Calabria – per ricordare a tutti che la democrazia in cui viviamo è passata anche dal sangue di chi fino all’estremo sacrificio ha difeso la legalità e la sicurezza del Paese.”