Bar Mangialavori

Le Aquile ”perdono la testa”

Il Catanzaro cade nella trappola del nervosismo e cede l’intera posta in palio all’Isola Liri.
di Giuseppe Mangialavori

La vetta ha dato le vertigini agli uomini di Auteri che “perdono la testa” in tutti i sensi… e si lasciano battere dall’ex fanalino di coda Isola Liri. I primi scricchiolii a dire il vero si erano palesati già contro Vibonese (due i legni colpiti dai rossoblu prima della segnatura di Caputo) e Barletta (occasionissima sprecata a porta libera dai biancorossi sullo 0-0) con condotte di gara sufficienti soprattutto nella prima frazione di gara e rimediate solo nella ripresa. Contro il Barletta un Longoni super ha contribuito decisamente alla vittoria, ma anche ieri è rimasto in panca per entrare nel secondo tempo al posto di un sempre più inesistente Unniemi. Ma si può anche perdere, è naturale e non è dato vestire gli elogi pregressi di critiche infruttuose. Le sei vittorie consecutive non sono state implementate dalla settima. Si vede che il destino vuole così e che le Aquile dovranno riprovare in futuro (almeno questo spera il Popolo giallorosso).

 

Intanto Vono si è tolta la soddisfazione di parare un rigore a Federici. Caputo, a sua volta, ha malamente sbagliato un penalty ma l’estremo difensore dei locali, Michele Mangiapelo, ha sfoderato una prestazione maiuscola opponendosi più volte in modo decisivo. L’Isola Liri ha fatto la classica partita della vita e ha impostato la gara sull’aspetto agonistico e sulla provocazione dell’avversario. Fa specie che un team come il Catanzaro ci sia cascato in pieno e soprattutto che abbia abboccato all’amo un professionista del calibro di Caputo che ha lasciato i compagni in dieci e salterà la prossima gara casalinga contro la Scafatese. A nessuno è dato (soprattutto in un torneo come quello di seconda divisione) dare sfogo al proprio nervosismo in questo modo, meglio canalizzarlo fruttuosamente in altre azioni più edificanti per il team. E a proposito di nervosismo, si spera che la mega rissa tra gli atleti, non produca ulteriori danni e quindi lavoro aggiuntivo per il giudice sportivo.

 

Una sconfitta come quella di ieri può e deve essere capitalizzata anche perché non è successo l’irreparabile e la disavventura laziale dovrà insegnare molto. In quarta serie non si va a giocare all’Olimpico e per vincere bisogna avere le spalle forti e soprattutto le menti serene.  La vita va avanti ed è doveroso rialzarsi e riprendere il cammino intrapreso. Soprattutto è necessario capire che sono pesate come un macigno le assenze di Bruno e Di Cuonzo. Il Catanzaro ha letteralmente regalato all’avversario il centrocampo e a nulla e valso l’assalto finale e le sostituzioni che Auteri ha effettuato in corso d’opera.

 

Ciò detto, anche al fine di pianificare una campagna di rafforzamento adeguata alle lecite aspettative della tifoseria e ad una classifica di vertice, è necessario iniziare sin d’ora a prendere decisioni a livello societario. Decidere di non decidere e di lasciarsi andare al “tirare a campare”, ad un “panta rei” passivo, potrebbe risultare deleterio. Bisogna avere il coraggio di farlo per tempo. Il Catanzaro per ora non è ammalato e la classifica lo aiuta molto, ma se un giorno le cose non dovessero andare per il verso giusto, e un dottore auscultando l’ammalato dovesse chiedergli di dire: “trentatré”… la patologia non potrebbe più essere curata… Ancora si è in tempo, meglio mettersi all’opera.

 

Il Gela di Provenza opera il  contro sorpasso regolando di misura il Melfi grazie ad una rete di Marco Vianello, ma nella prossima “puntata” gli uomini di Provenza dovranno rendere visita al Manfredonia… Il 22 novembre ne sapremo di più e soprattutto se una delle due contendenti riuscirà a spiccare il volo decisivo. Intanto la Juve Stabia ed il Cassino si sono rifatte sotto e la Cisco Roma non fa sconti. Il Campionato è ancora lungo e ricco di insidie per tutti.

La passata stagione la corazzata Cosenza riuscì a perdere il quel di Noicattaro. Tutti sappiamo come andò a finire il campionato…
 

Il Catanzaro al momento ha dimostrato che quando mantiene la testa sulle spalle e la tranquillità giusta, non teme alcun avversario. Sarà allora bene riprendere il discorso smarrito anche perché si è persa solo una battaglia, ma la guerra è ancora lunga e può e deve essere vinta.

 

Giuseppe Mangialavori

 
 

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Giuseppe Mangialavori

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