Lato A
Siamo a un bivio, o dentro o fuori e tutto l’entourage giallorosso, dalla società ai calciatori, per finire ai tifosi e agli organi di stampa deve assumersi le responsabilità, ognuno per quello che gli compete. La furbizia anche qui sta nel non cadere nel tranello di focalizzare adesso l’attenzione sugli episodi negativi della squadra. Sarebbe deleterio e controproducente per tutti.
Pazientiamo e leggetevi il “Lato B”.
I play off sono a portata di mano e a questo punto della stagione sarebbe assurdo buttare al vento tutto quello che di buono questo gruppo (limitato a tecnico e calciatori) ha fatto.
In queste ultime partite a tanti non è piaciuto l’atteggiamento in campo del Catanzaro e anche alcune scelte tecniche del suo allenatore, da qui sono nate le amarezze e le critiche alla squadra.
Ma è normale, secondo me, nel corso di un campionato tutto ci può stare, ci sta tutta pure la delusione dei tifosi provati da amaezze e prese per i fondelli, ma è risaputo, e Pasquale Bove essendo prima di tutto tifoso come me, come voi e come tutti, questo lo sa; sa benissimo che amore e dispiacere spesso sono le due facce della stessa medaglia.
Oggi più che mai è necessario stare vicino al Catanzaro, sperando che i giocatori e la Società, soprattutto e SOLO nella persona del Presidente Bove, unico soggetto che ancora gode di un po’ di credibilità per l’amore verso questi colori e per gli sforzi compiuti, ci diano segnali positivi a noi ma soprattutto al gruppo di Provenza & company. Ai ragazzi dico , tornate ad essere una squadra, tutta Catanzaro lo spera e tutta Catanzaro è sempre al vostro fianco.
Quei pochi che seguiamo il Catanzaro in casa e in trasferta dobbiamo restare uniti anche i “disinnamorati” di questo Catanzaro che soffrono come noi devono in questo momento fare allo stesso modo, non precludiamoci nessun sogno e rimandiamo i processi.
Le paure e le delusioni passate devono servirci da sprono, creare strappi adesso non aiuta, ripartiamo, RIPARTITE.
Occorre che si riparta dalla fiducia che questo Catanzaro ha ispirato sin dalle prime battute di questa stagione, dove l’imprevedibilità si è unita alle consolidate caratteristiche vincenti del gruppo e ha fatto divertire i tifosi e non solo.
Provenza e gli uomini spogliatoio del Catanzaro (sperando sempre in qualche mossa di Pasquale Bove) saranno sicuramente abili nel restituire il clima di serenità e distensione che serve per affrontare questo finale di campionato.
Restare uniti e compatti è il compito principale della squadra e dei tifosi: gli ostacoli esistono per essere aggirati.
Insieme poi diventa tutto più semplice.
Ma deve essere la società, deve essere Pasquale Bove come detto sopra a esporsi pubblicamente davanti a tutta la tifoseria, bisogna che ci dica che il Catanzaro deve e vuole la promozione, bisogna che parli con la squadra, che firmi un patto con Provenza e con il Capitano Gimmelli attraverso incentivi (PREMIO PROMOZIONE…e garanzie certe sul futuro) e che nessuno venga a dirci la storiella che Catanzaro e il Catanzaro non può ambire a categorie superiori o ancora peggio che questa era un’annata di transizione, perché Caputo & company per 22 giornate hanno massacrato, calcisticamente parlando, tutti.
E’ iniziato l’aprile-maggio-giugno GIALLOROSSO.
Lato B
Comunque andrà a finire, se sarà Divisone 1, Divisione 2 sarà necessario RESETTARE e PROGRAMMARE.
RESETTARE e PROGRAMMARE, sono due vocaboli che nella piazza catanzarese per quanto attiene la materia calcistica stanno sulla bocca di tutti ma che puntualmente non sono praticati, si parla, si discute, si dice, ma alla fine è sempre il solito spezzatino, a livello societario siamo imperfetti, è come se degustassimo il morzello senza la pitta.
Le condizioni rispetto agli anni passati oggi possono essere diverse, il Catanzaro ha un tecnico, ha un organico che se messo in condizione e con appropriati ritocchi può garantire un futuro roseo e far si che i nostri colori ritornino a risplendere nel calcio che conta.
Tutte le squadre di un certo blasone, mi riferisco al Catania, al Foggia, al Messina, al Taranto e anche alla “trinità” Cosenza, sono riuscite a vincere un campionato di C2, all’appello manca solo il Catanzaro e spiegarsene i motivi non è poi così difficile.
Da anni girano le stesse facce, gli stessi attori e gli stessi registi.
Bisogna dare affidabilità a questo Catanzaro e l’attendibilità si ottiene con le rivoluzioni, costi quel che costi.
Non possiamo e non dobbiamo fornire alibi e assist a nessuno, non diamogli la possibilità di dire che nessuno si avvicina alle sorti del Catanzaro perché con certi soggetti non vogliono avere nulla a che fare.
Quest’alibi spira anche nelle Istituzioni, quelle Istituzioni pronte nel dopo Ascoli a organizzare dibattiti e tavole rotonde sul fenomeno Catanzaro.
Ognuno deve rimettersi in gioco, per primo Pasquale Bove che deve avere il coraggio di assumere un atteggiamento decisionista, lo deve fare per due motivi, perché lui è tifoso e perché è stato, “unodinoi”.
Lo è stato “unodinoi” prima del fallimento dell’Uesse quando fu il primo dei tifosi a percorrere l’A3 direzione sud per soccorrere un malato terminale che si chiamava 1929 (altra mossa necessaria…a quando la nostra denominazione?), fece questo passo contro quasi tutti e in nome di una fede.
Sa benissimo quali sono i malumori della piazza, sa benissimo che c’è gente nauseata di sentire sempre le stesse storielle, basta entrare in un bar, dal barbiere, andare in una piazza qualsiasi della città per sentirti dire “alu stadiu on vegnu pecchì non mi fidu e sti genti”.
Addirittura si mormora che anche la classe imprenditoriale della città si aggrappi al pensiero dei tifosi comuni, stiamo riuscendo a fornire alibi anche a quelli che un tempo Albano, chiamava “prenditori”.
Comunque vada si dovrà cambiare registro, serve una nuova terapia, che non sia quella dei ritorni utilizzata dal dopo “lodo” in poi, non è servita e per certi versi è stata devastante (vedi allontanamento tifosi) eravamo quindicimila ad Ascoli, ottomila in B già retrocessi, settemila alla prima dell’Fc in coppa con il Crotone, se ora siamo rimasti in duemila, un motivo ci sarà.
Immagino già di essere a giugno, di essere in 1° Divisione con Provenza, con la squadra ma soprattutto con una nuova società.
SF