“Questa sua candidatura è nata da una splendida convergenza fra il volere ed il sentire della base elettorale e l’intelligente adesione del Pdl e dei suoi vertici, che hanno saputo interpretare i segnali della pancia del partito, – lo scrive in una nota Alfredo Serrao Presidente “I Quartieri” – presentando una proposta umana rassicurante di buon governo, ma soprattutto offrendo alla città ed agli alleati un partito unito, coeso e forte nelle aspettative dei suoi elettori. Continuare un esperienza di buona amministrazione attraverso alleanze consolidate a livello regionale, come giustamente hanno fatto notare gli amici Tallini, Aiello e Parente, non può prescindere a Catanzaro dalla figura e dall’impegno di Sergio Abramo. Come peraltro non può continuare questa fase di attesa, certamente nel rispetto dei passaggi politici di alleati come l’Udc, – si legge ancora – passaggi che oggi appaiono un percorso ad ostacoli, che paradossalmente stracciano e complicano un quadro politico, se vogliamo consolidato, di fronte a motivazioni, posizioni ed aspettative palesemente divergenti all’interno dello stesso Udc catanzarese. Abramo è e resta il nostro candidato e certamente non sarà immolato e congelato rispetto ai boatos di “piazza Gargia” (piazza Prefettura per chi legge), che ci offrono la visione di un Udc catanzarese ostaggio sulla posizione di quattro manovratori maldestri e smemorati, che sull’invidia politica millantano una alternativa, che hanno perso il senso delle cose, il vincolo della lealtà e se vogliamo anche della riconoscenza ! Diversamente dovremmo leggere questa posizione come un nuovo percorso (?), che mette in predicato altre esperienze, come quella del sindaco Occhiuto a Cosenza, degli assessori Stillitani e Trematerra alla regione Calabria e dell’amico Franco Talarico presidente del Consiglio Regionale, che insieme al Governatore Scopelliti hanno iniziato un progetto di rinnovamento della politica in Calabria, basata sul vincolo del buon governo e della lealtà di percorso. E’ finita l’epoca del bizantinismo, del rilancio, del gioco al buio, quando tutto questo annichilisce e stupisce non tanto gli altri, ma gli stessi “galantuomini” dell’Udc catanzarese: come l’amico Peppino Calabretta che nella sua esperienza recente ha messo cuore ed anima nel suo impegno e nel progetto di rilancio di Catanzaro. Progetto che – conclude Serrao – è ancora valido e che non è certamente diventato un tarocco di produzione cinese ! Se la politica è una cosa seria, dove lealtà e chiarezza sono un vincolo, il suono delle sirene di naufraghi alla deriva (Loiero) o di rinfrescati carrozzoni (Scalzo, Olivo, Occhini, ecc.), che fino a ieri insieme hanno consumato la morte della città di Catanzaro, allora questi non dovrebbero sollecitare i timpani o l’attenzione dell’Udc catanzarese….salvo che questi (l’Udc catanzarese) non abbia come sola argomentazione quello che può avere la “farfallina” di Belen !”
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