In queste ultime settimane si è acceso il dibattito intorno all’ASI-CAT, il Consorzio industriale che a suo tempo fu istituito con lo scopo di intercettare e promuovere lo sviluppo della provincia di Catanzaro mediante iniziative produttive, artigianali e del terziario. Non vorremmo che tale organismo perdesse di vista la sua missione originaria per trasformarsi nell’ennesimo terreno di scontro campanilistico. Tale nostra preoccupazione, sulla quale speriamo di essere assolutamente smentiti, nasce dall’aver letto dichiarazioni “di guerra” da parte dei soliti soggetti che evidentemente non hanno a cuore lo sviluppo integrato del territorio poiché immaginano tutto entro i piccolissimi limiti del proprio uso e consumo: ci riferiamo evidentemente a chi ha parlato di barricate qualora la presidenza ASI-CAT non vada a un lametino. Insomma, ancora una volta, la piccola e becera visione particolaristica di qualcuno tenta di creare steccati persino laddove un Consorzio come l’ASI-CAT si pone l’obiettivo di determinare unione e opportunità ad ampio raggio. Fortunatamente in queste ore abbiamo anche letto diverse note stampa da parte di chi rivendica per Catanzaro un posto consono, all’interno dell’ASI-CAT, al ruolo che compete al capoluogo di regione. Tanto più che il Comune di Catanzaro risulta essere il maggiore azionista dopo i due principali enti, vale a dire Regione Calabria e Provincia di Catanzaro. E’ del tutto evidente che un’amministrazione che ha creduto e vuole continuare a credere con lungimiranza anche nello sviluppo industriale del suo territorio, al di là dei meri confini municipalistici, non può essere umiliata da quanti demagogicamente intendono cavalcare in senso campanilistico ogni occasione che si presenta. E non si
tratta della figura legata alla Presidenza del Consorzio, sulla quale a nostro avviso deve valere sempre e comunque la regola della competenza e della professionalità piuttosto che del luogo d’origine. Ci riferiamo alle polemiche sulla paventata assenza nel CDA dell’ASI-CAT di un esponente che rappresenti il comune capoluogo di regione: questo sarebbe intollerabile oltre che scandaloso. Già altri prima di noi hanno ricordato che il comune di Catanzaro versa al Consorzio regolarmente la sua quota ogni anno; già altri hanno ricordato che l’ASI-CAT non ha una missione municipalistica legata al comune di Lamezia Terme bensì una visione più ampia che deve poter prevedere investimenti per lo meno lungo tutta la fascia istmica catanzarese; già altri prima di noi hanno ricordato quale sia lo Statuto dell’ASI-CAT e quale sia la ragione della sua esistenza. Pertanto ribadire un concetto che dovrebbe essere assodato e scontato ci infastidisce.
A questo punto invitiamo con forza il sindaco Rosario Olivo, la presidente provinciale Wanda Ferro, il governatore Agazio Loiero, il presidente della Camera di Commercio Paolo Abramo, nonché gli esponenti autorevoli degli altri azionisti quali Confindustria e CNA, a far rispettare correttamente la missione del Consorzio ASI-CAT e a far rispettare le legittime istanze provenienti da Catanzaro e dall’intero territorio. E poiché c’è ancora qualche Masaniello a cui piace esagerare e cavalcare l’onda populista dei campanili, cogliamo l’occasione per rilanciare ed invocare il trasferimento della sede ASI-CAT presso il capoluogo. Non avremmo avvertito questa necessità se il Masaniello di cui sopra non avesse esagerato. Ma forse è arrivato il momento in cui bisogna mettere i punti sulle i per evitare che il passar del tempo consolidi le anomalie. D’altra parte stiamo ancora aspettando che si corregga la denominazione dell’aeroporto mediante l’inserimento della parola “Catanzaro”: anche in tal caso l’eccessivo trascorrere del tempo – con la complicità buonista della classe dirigente catanzarese – rischia addirittura di far sembrare corretta la denominazione attuale!
Ass. Petrusinuogniminestra