Avversario di turno

L’Ascoli in cerca di un’identità perduta

Dopo il trionfo del 16 maggio il Catanzaro torna al “Del Duca” per sfidare una squadra con pochi volti nuovi e molti problemi

Sono passati ormai quattro mesi da quel 16 maggio ma
l’emozione è ancora forte. Le prime delusioni di questo campionato di serie B
non riescono a cancellare la gioia di quella giornata passata ad Ascoli. Ascoli
che si appresta ad accoglierci nuovamente domani. Stavolta non ci sarà il Chieti
di fronte, non ci saranno 10.000 tifosi giallo-rossi, non ci saranno le scene di
gioia isterica al fischio finale dell’arbitro. Domani al “Del Duca” il Catanzaro
tornerà ad affrontare l’Ascoli, come non succedeva da 18 lunghi anni. Una
squadra e una città che ci ricordano non solo la gioia della promozione in B
dopo tante sofferenze, ma che ci riportano alla mente anche le esaltanti sfide
in serie A (ben 5 tra il 1978 e il 1983) e quel burbero allenatore amato da
tutti, che ha lasciato splendidi ricordi anche a Catanzaro: Carletto Mazzone,
romano doc, ma adottato dalla città di Ascoli (dove vive) dopo oltre un decennio
di panchine bianco-nere. Fu proprio Mazzone, insieme all’indimenticabile
“presidentissimo” Rozzi, a portare l’Ascoli per la prima volta in serie B nel
1972 e successivamente in A nel 1974-75. Fino agli anni settanta i marchigiani
avevano sempre navigato nelle acque torbide della serie C e dei dilettanti. Ora,
dopo un periodo buio durato sette anni, il presidente Benigni spera di poter
ripetere l’epopea-Rozzi.

LA SQUADRA – Dopo gli infruttuosi cambi di panchina della
scorsa stagione, esauriti i capitoli Pillon, Ammazzalorso e Dominissini, la
società bianco-nera si è affidata a un tandem inedito composto da Silva e
Giampaolo. Il mercato è stato di basso profilo. La rosa dell’anno scorso non è
stata rivoluzionata, e i nuovi arrivi non sembrano in grado di far compiere
all’Ascoli il salto di qualità. La retroguardia è praticamente invariata. I
portieri sono l’esperto Micillo e l’estroso Maurantonio, esploso a Martina in C2
nell’anno della promozione ma arrivato forse troppo in fretta sul palcoscenico
delle categorie superiori. In difesa confermati gli esperti De Martis e Cudini,
i sempreverdi Brevi (una stagione in serie A nel Como) e Martinelli e alcuni
giovani del vivaio, sono tornati ad Ascoli il centrale Lauro, mandato al San
Marino in C2 a farsi le ossa, e il terzino sinistro crotonese Modesto, ex
Cosenza, rispedito dal Palermo in bianco-nero dopo varie trattative sfumate
(compresa quella col Catanzaro). Il centrocampo sembra il reparto più leggero.
Dopo le conferme di Speranza, Biso (preso a gennaio dal Teramo), Cristiano e
Antonelli (ex Cosenza), sono arrivati Fini dal Catania e l’ex reggino
Monticciolo, di ritorno nelle Marche dal Treviso. In attacco spicca l’acquisto
di Christian Bucchi, 5 gol in 12 partite l’anno scorso ad Ancona, il quale negli
ultimi tre anni ha sempre cambiato casacca nel corso della stagione. Sono
arrivati anche Capparella dall’Avellino, 11 gol nella passata stagione ad
Avellino con Zeman, e il 19enne nigeriano Eliakwu, di proprietà dell’Inter,
capocannoniere della Primavera di Verdelli, tanto da essere già paragonato a
Martins. Completano il reparto i confermati Colacone e Ascenzi (ex Paternò). In
definitiva, l’Ascoli non sembra in grado di inserirsi nei quartieri alti della
classifica, anche se non dovrebbe fallire
l’obiettivo-salvezza.

SUL CAMPO – I primi risultati sembrano confermare questa
tendenza. Dopo un pre-campionato in chiaroscuro, le prime tre gare hanno
evidenziato l’impossibilità per i bianco-neri di lottare per il vertice. Battuto
in rimonta a Empoli (2-1), l’Ascoli ha incassato una batosta all’esordio
casalingo. Ma di fronte c’era lo scatenato Torino di Ezio Rossi e del tandem
Quagliarella-Marazzina, che ha stritolato con un netto 3-0 i marchigiani.
Confortante, invece, la prova di martedì sera sul terreno della
matricola-Arezzo, fermata sullo 0-0. La coppia Spinesi-Abbruscato è stata
ingabbiata dal modulo molto coperto adottato da Silva e Giampaolo. I due
tecnici, dopo aver schierato fino alla gara col Torino un 4-4-2 molto offensivo,
con Antonelli e Capparella sulle due fasce di centrocampo, hanno preferito
togliere una punta per inserire un centrocampista di quantità in più. E non è
stata l’unica novità. In porta per quasi tre mesi Maurantonio sostituirà
l’infortunato Micillo, già operato al ginocchio. In difesa, dopo la goleada del
Torino, ha pagato Brevi, con un turno di riposo che sa più di punizione che di
turn-over. Al suo posto Silva e Giampaolo hanno schierato Lauro accanto a
Cudini, con De Martis e Modesto sulle fasce. A centrocampo fuori Fini per il
rientro dopo l’infortunio di Antonelli, stante l’assenza per un guaio al tendine
di Biso, i due mediani sono Monticciolo e Cristiano, mentre sulle fasce agiscono
i due tornanti molto offensivi Antonelli e Capparella. In attacco, finora solo
due spezzoni per Eliakwu, mentre i titolari sono Bucchi e Colacone. Contro
l’Arezzo, tuttavia, il duo tecnico marchigiano ha imposto la staffetta alle due
punte con l’inserimento di un altro centrocampista (Speranza) e l’avanzamento di
Capparella. Contro il Catanzaro quasi certi il ritorno al 4-4-2, col rientro di
Colacone (e altri minuti per Eliakwu), e la conferma di Lauro al centro della
difesa. Possibile staffetta sulla fascia tra Antonelli e Fini. Assenti Micillo,
Martinelli e Biso, difficile pensare al turn-over in una gara così
importante.

Probabile formazione (4-4-2): Maurantonio; De Martis,
Cudini, Lauro, Modesto; Capparella, Cristiano, Monticciolo, Antonelli (Fini);
Bucchi, Colacone.

I PRECEDENTI – Catanzaro
e Ascoli si affrontano domani per la decima volta sul prato del “Cino e Lillo
Del Duca”. I nove precedenti risalgono agli anni’70-80: cinque consecutivi in
serie A e 4 in serie B. Il bilancio è favorevole ai bianco-neri con 5 vittorie,
3 pareggi e una sola sconfitta, subita nel 1980-81 (1-2) e firmata
Palanca-Borghi. Le gare tra bianco-neri e giallo-rossi sono sempre state ricche
di gol, a parte lo 0-0 nella prima partita giocata. Le ultime due sfide sono
finite col punteggio di 3-2 per l’Ascoli, nelle stagioni ’82-83 e ’85-86,
concluse con due retrocessioni per il Catanzaro. Da segnalare che l’Ascoli ha
usufruito in ben quattro partite di un calcio di rigore, tre dei quali
realizzati da Moro, top scorer del confronto con quattro
reti.

I TIFOSI – Il gruppo
leader della Curva “Rozzi” è lo storico “Settembre Bianconero”, fondato nel 1974
per ricordare un momento della resistenza palestinese. Il “Settembre” è uno dei
gruppi più politicizzati del panorama ultras nazionale. Storiche le rivalità con
anconetani e sambenedettesi, gli ascolani hanno amicizie con pesaresi e reggini.
Indimenticabili i fatti che seguirono un Ascoli-Inter (1-3) del 1988, quando
negli scontri del dopo-partita perse la vita Reno Filippini, ultrà ascolano. Da
quel giorno la blindatura degli stadi divenne una costante inevitabile. Nessun
rapporto con gli UC, ma assoluto rispetto. Splendida l’accoglienza degli
sportivi ascolani in occasioni della sfida con il Chieti.

Ivan
Pugliese

Autore

Redazione

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