“E’ passato un anno esatto dalla tua scomparsa e ieri potevi essere con noi”.
Non l’hanno dimenticato gli amici veri e quelli virtuali del forum di UsCatanzaro.net. Al “Partenio” uno striscione con scritto “Umberto con noi” ha voluto ricordare Umberto Galati, per tutti “umbertocz”. Ieri era con noi ad Avellino per sostenere il suo Catanzaro con il suo amore e la sua passione, testimoniati dai suoi messaggi che rimarranno per sempre indelebili sulle pagine del nostro portale.
Avellino e Catanzaro si affrontano in una sfida che per entrambe le tifoserie rievoca gli anni d’oro delle due società. Sono circa 250 i tifosi giallorossi che arrivano in Irpinia dal centro nord e da Catanzaro, sfidando maltempo e le improvvise deviazioni dell’A3. Quando le due squadre entrano in campo, le maglie ricordano i tempi della Serie A. I colori sono quelli storici sia dei lupi sia delle aquile. Sono passati tanti anni e non è cambiato nulla. Purtroppo per i giallorossi neanche il risultato. Anche l’accoglienza del pubblico ci riporta agli anni ’70-80: fumogeni nella curva avellinese, tamburi, petardi e nebbia bianco verde in campo che ritarda l’inizio della partita. Siamo curiosi di vedere a quanto ammonterà l’immeritata multa per la società avellinese. Immeritata perché le norme assurde imposte dagli organi superiori stanno devastando il calcio come l’abbiamo conosciuto. In ogni caso c’è curiosità per capire quale sarà il metro di giudizio rispetto alle multe comminate alla società e ai tifosi giallorossi (Latina docet) per molto ma molto meno rispetto a quello cui abbiamo assistito ieri.
A sostituire l’infortunato Borghetti c’è Narducci ma la vera sorpresa è l’assenza di Fioretti che parte della panchina. Cozza a fine gara dirà che il bomber era febbricitante. Le differenze fra le due squadre ci sono e basta guardare i punti che le dividono, ma per circa un’ora c’è un grande Catanzaro in campo a menare le danze. Per un’ora fino a quando il collaboratore dell’arbitro non segnala un fallo “violento” (necessariamente virgolettato) di Sirignano che gli costa il rosso diretto. Ne parleremo più avanti.
Nel primo tempo sono i giallorossi a essere padroni assoluti del campo. Per padroni assoluti intendiamo la qualità del gioco espresso perché le occasioni da goal ci sono state per entrambe le compagini. Il 3-5-1-1 di Cozza è spettacolare, la palla gira da una parte all’altra del campo con estrema facilità e fioccano le occasioni con Masini che ha subito l’occasione per sbloccare il risultato dopo pochi minuti di gioco, ma cicca un pallone davanti a Fumagalli. La supremazia del Catanzaro è confermata dal fatto che le azioni arrivano da ogni zona del campo. Quadri smista con facilità palloni e i giallorossi attaccano con Fiore da una parte e Squillace dall’altra. Il Catanzaro è pericoloso anche quando offende per vie centrali. Russotto prende palla e perfora il muro avellinese grazie ai tagli di Masini e calcia in porta impensierendo più volte l’estremo difensore bianco verde. Il Catanzaro attacca sotto la curva avversaria preoccupata come non mai per i ripetuti assalti.
Sull’altra sponda c’è anche l’Avellino che è una delle favorite per la vittoria finale. La squadra di Rastelli non è spettacolare. L’ex calciatore giallorosso la dispone in campo con un semplice 4-4-2 o 4-3-1-2 con due arieti offensivi che rispondono ai nomi di Biancolino e Castaldo. Un calcio semplice. Palla lunga o inserimento di Zappacosta a destra che appena può mette palla nel cuore della difesa avversaria. La prima occasione per i lupi arriva attorno al ventesimo con un calcio di punizione deviato in angolo da Pisseri (deviazione che nessuno ha visto). Sull’angolo successivo il Catanzaro soffre. Tra il 20° e il 30° (un fuorigioco non segnalato crea due occasioni pericolose di fila) l’’Avellino pressa perché scopre qual è il punto debole della retroguardia giallorossa: il gioco aereo. Indicativa a proposito un’azione offensiva dei lupi che restituiscono palla indietro al portiere Fumagalli affinché la calci nel cuore della difesa giallorossa.
Dal lato destro il fluidificante Zappacosta (come dicevamo sopra) non fa nulla d’eccezionale. Semplicemente scaglia traversoni alti e le torri avellinesi hanno gioco facile sui difensori catanzaresi. Pur con il Catanzaro che soffre per queste lacune croniche (vedi piazzamento a zona sui corner e sui calci da fermo), i giallorossi quando ripartono fanno davvero paura. Russotto è imprendibile e per fermarlo servono le maniere forti. L’arbitro non punisce alcuni interventi al limite sul 10 catanzarese e sembra che voglia lasciare giocare per dirigere all’inglese: bene, ma sarà un’impressione sbagliata, perché quando c’è da punire Sirignano lo farà come se non si stesse giocando a calcio, ma a calcetto o a basket. Il primo tempo termina con la soddisfazione dei circa 3.500 presenti, divertiti da una bella partita con tante occasioni da una parte e dall’altra e con i 2 portieri che meritano un 8 in pagella.
Quando inizia la ripresa l’Avellino avanza il suo baricentro per cercare il goal e crea l’unica vera occasione su azione manovrata. Biancolino legge bene una verticalizzazione di Millesi (evidente l’errore di posizionamento di Narducci e Sirignano) ma si fa ipnotizzare da un super Pisseri. Ora gli spazi per i giallorossi sono maggiori e quando ripartono possono davvero fare male. Masini e Squillace arrivano all’uno contro uno con l’avversario ma il tiro del terzino è centrale. Al minuto 58 termina la partita. Entrano in scena l’arbitro e soprattutto il suo collaboratore di linea, l’assistente numero 1, il padovano Remigio Viello che segnala al signor Martinelli un fallo di Sirignano su Zappacosta. Il collaboratore di linea opera alle spalle della panchina avellinese ed è circondato da calciatori che si riscaldano (da noi li mandano sotto la Curva Est mentre ad Avellino e Pagani no) in pettorina verde. Non appena Zappacosta cade, sta per rialzarsi ma quando vede l’arrivo di Martinelli si getta a terra come se fosse stato colpito da un missile terra-aria.
Il calciatore avellinese a fianco dell’uomo con la bandierina e tutta la panchina protestano e il segnalinee in una frazione di secondo decide che Sirignano è da buttare fuori. La dinamica del fallo vista dagli spalti non chiarisce bene cos’è successo, ma rivedendo le immagini le prime impressioni di tutti gli spettatori presenti non erano sbagliate: Sirignano non aveva fatto nulla e forse anche il cartellino giallo sarebe stato esagerato. Cozza è costretto a cambiare i suoi piani. Toglie Russotto che nel frattempo continuava a essere martoriato dagli avversari e inserisce un difensore. Il Catanzaro dovrà affrontare in 10 uomini il resto della partita per l’ennesima volta. Per i lupi ora tutto è più semplice possono buttare palloni in mezzo con più facilità senza il rischio di essere infilati nelle ripartenze, anche perché Quadri cala notevolmente e perde più volte palloni.
Il goal arriva nel modo più logico, traversone al centro e Biancolino che svetta in alto e batte Pisseri. Il pitone, lo chiamano così, dopo il goal esulta e saluta tutti, tifosi, fotografi, panchina e parenti sino alla terza generazione. Si perdono almeno 3 minuti. A Catanzaro Russotto con il Prato andò sotto la curva e al ritorno sul manto erboso subì l’ammonizione. Non siamo d’accordo su questa regola perché chi esulta non può essere punito e il tempo perso si recupera. Però, vorremmo capire perché se hai la maglia giallorossa sei ammonito, se di un altro colore invece no. Per la cronaca, per Biancolino sarebbe stata la seconda ammonizione. La partita termina qua: ci sono ancora altre occasioni che l’estremo difensore giallorosso sventa con dei miracoli. Il goal di Castaldo nel recupero non conta più. C’è anche una protesta giallorossa in area su un tiro di Fioretti che forse sfiora un braccio dell’avversario: non è rigore, sia chiaro, ma Martinelli nel frattempo è tornato ad arbitrare all’inglese. Termina la partita: la cosa più bella è l’applauso dei tifosi giallorossi alla squadra. Una conferma che le aquile hanno disputato una grande partita, sicuramente la migliore in trasferta, durata però un’ora per cause indipendenti dalla propria volontà.
Detto della partita è anche giusto segnalare le lacune dei giallorossi, quelle pecche che ci portiamo dietro per un mercato d’agosto fatto in modo non proprio ottimale. Ieri in difesa si è sofferto troppo il gioco aereo. Nonostante la buona prova di Orchi e l’entrata di Conti (visto in progresso da centrale) c’è il problema dell’adattamento di Sirignano in un ruolo che non svolge da tempo. Troppe volte “il muro” è fuori posizione e, preso in velocità, diventa un problema. Narducci, che ieri ha sostituito Borghetti, si limita come Papasidero al minimo sindacale. In questa categoria non può bastare. A centrocampo paghiamo l’appannamento fisiologico di Benedetti che per lunghi tratti della stagione è stato uno dei migliori. Sulla fascia sinistra Squillace (in netta ripresa e ieri non stava bene fisicamente per problemi muscolari) era preso da 2 avversari poiché l’ex perugino ritardava nelle chiusure. Quadri nei momenti topici della partita sparisce, non tiene palla come dovrebbe fare il classico metronomo e, se pressato, la perde mettendo in apprensione una difesa già poco sicura. In pratica, per usare un termine calcistico, non dà respiro alla manovra. Ulloa lotta come un leone ma le sue difficoltà emergono quando c’è d’affondare nella fase offensiva.
Rimasti in 10, quando c’era da recuperare è entrato Carbonaro (Cruz e D’Agostino non sappiamo che fine abbiano fatto) che oltre ad essere stato utilizzato pochissimo non c’è sembrato l’uomo della possibile svolta nella manovra offensiva. Sono questi i limiti di un Catanzaro che può però guardare avanti con fiducia e ambire a una classifica migliore, senza più patimenti, se nel mercato di riparazione s’interverrà per colmare queste lacune, guardano anche nell’ottica del prossimo torneo e sfoltendo la rosa di quegli elementi ritenuti non utili alla causa.
La serie di 4 risultati utili consecutivi può essere ripresa per chiudere bene il 2012. Non bisogna fare un dramma perché la sconfitta di ieri ad Avellino poteva starci. Rimane il rammarico per com’è arrivata, ma adesso bisogna ripartire dal Gubbio e dall’applauso finale tributato alla squadra e al Presidente Cosentino dai 250 tifosi giallorossi che hanno apprezzato il gioco espresso e l’impegno.
Sabato sarà l’ultima in casa di un anno splendido per i nostri colori. Tre punti con il Gubbio, e gli auguri di Natale saranno giallorossi.
Salvatore Ferragina