Lamezia Terme era ed è governata da un cupola ”affaristico mafiosa” che decide oltre che sulla gestione pubblica anche sulle sorti di ogni singolo cittadino. Il dato emerge dalla lettura dei verbali delle audizioni della Commissione Parlamentare antimafia. Ipotesi fatta da Massimo Brutti, componente della commissione parlamentare antimafia, nella seduta dell’8/10/2002, ventitre giorni prima della decisione del consiglio dei ministri di sciogliere il comune per presunti infiltrazioni mafiose.
Una affermazione pesante quella di Brutti e che fa capire che ad ordinare l’eliminazione fisica del civilista lametino sia stata appunto una cupola. E l’omicidio dell’avvocato Torquato Ciriaco entra prepotentemente nella sentenza del Tar che ha respinto il ricorso dell’ex sindaco contro il decreto di scioglimento del comune per infiltrazione mafiosa. Il Tar, infatti, nella sentenza, fa riferimento ad un ”noto professionista del luogo, legato da vincolo di affinità con un amministratore locale e rimasto tragicamente vittima di un agguato di chiaro stampo mafioso”.
E’ una chiave di lettura difficile quella che fa da sfondo all’omicidio dell’Avvocato Torquato Ciriaco, 55 anni, ucciso in un agguato la notte dell’1/3/2002, ma sul quale si e’ posta l’attenzione dell’antimafia. E l’omicidio dell’avvocato Ciriaco sembra essere una delle cause che hanno determinato, appunto, lo scioglimento anticipato del consiglio comunale di Lamezia Terme per mafia. Una decisione non da tutti condivisa sul piano politico fino al punto che la senatrice azzurra del Collegio Catanzaro – Lamezia, Ida d’Ippolito, ha presentato un disegno di legge per modificare le regole che determinano lo scioglimento dei comuni per infiltrazioni mafiose. Una scelta questa che non viene condivisa dalla vice presidente della Commissione parlamentare antimafia Angela Napoli di An. (CNN 26.11.2003)
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