La ”compagnia” delle estorsioni torna in azione a Lamezia Terme. Gli uomini del racket, infatti, dopo una settimana dall’ultimo gesto intimidatorio compiuto con la Silapepe, industria specializzata nella commercializzazione di prodotti tipici calabresi, si sono rifatti vivi lasciando davanti al portone di ingresso dell’abitazione del titolare della Silapepe, Antonio Taiani, 67 anni, un ordigno che non e’ comunque esploso.
L’ordigno rinvenuto era composto da un candelotto lungo circa 40 centimetri collegato ad una miccia bruciata che non ha innescato il congegno esplosivo. Non e’ la prima volta che i titolari della Silanpepe finiscono nel mirino della criminalita’. Nel gennaio del 2003 il titolare Antonio Taiani scampo’ ad un agguato mentre si appresta ad uscire dalla sua azienda. L’uomo rimase ferito alle gambe.
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