Rassegna stampa

Lafuenti ed il sogno B

Decisivo col Crotone. Voleva smettere: “Andai in California” la beacher Perrotta compagna portafortuna
da Gazzetta dello Sport

CATANZARO – Nella vetrina dei migliori della settimana, accanto al solito Corona ed Alfieri, c’è sicuramente Silvio Lafuenti. Domenica ha incassato 2 reti, dopo altrettanti turni d’inviolabilità ma, almeno in un paio d’occasioni ha negato con prodigiosi interventi il gol al Crotone. S’è ben comportato per il resto della gara, confermando il felice momento e le buone credenziali. I numeri, che per il momento bocciano la difesa giallorossa (l1 reti al passivo in 8 incontri), sono indiscutibili, ma non tengono conto del ragionamento del portiere giallorosso: “E’ una difesa che è migliorata progressivamente insieme a tutto il collettivo. La squadra s’è quest’anno rinnovata nell’allenatore, nel modulo, in diversi giocatori. Era necessario del tempo per parlare tutti la stessa lingua.” I dati confermano la versione di Lafuenti, in quanto 4 sono state le reti subite nei primi 2 turni (in porta c’era Luca Gentili) con Vis Pesaro e Lanciano, mentre 2 soli gol sono stati incassati nelle ultime 3 gare. S’aggiunga che le 4 reti subite con Benevento (2-2) e Crotone (3-2), si riferiscono a partite in cui la squadra ha pur incamerato 4 punti. A quest’ultimo proposito, ritorna la tesi del saggio ex G.B. Fabbri, che sosteneva che non importa quanti gol s’incassino, purchè se ne faccia uno più degli avversari. Quasi a riecheggiare la filosofia dell’ex anziano allenatore giallorosso, Lafuenti confessa: “Sono soddisfatto. Come potrei non esserlo? La vittoria fa sempre bene. Siano contenti, anche perché lo è la gente. Le gare come quelle di domenica, non si dimenticano facilmente e restano dentro per molto tempo. Succede sempre quando ci sono motivi di campanile che stuzzicano l’orgoglio.” Poi, parla del momento, conferma la sua soddisfazione, fa emergere antichi rimpianti: “Ho 33 anni e se ho delle qualità le sta esaltando l’acquisita maturità. Non mi manca niente e sto bene. Catanzaro è ospitale, c’è un allenatore che mi apprezza, compagni di buon livello, un grande pubblico. Tifosi così, l’ho forse incontrati solo a Livorno. Ma qui è più bello, a cominciare dai colori delle maglie. Sognavo categorie superiori, anche perché ero partito a razzo. Son nato nel Milan ed a 16 anni ero una fulgida speranza. Avevo vinto con i rossoneri un europeo juniores e fui premiato come miglior portiere. Pareva che mi s’aprisse una luminosa carriera. Poi, le prime delusioni. Mi prese la Lodigiani dove fui utilizzato poco e male. Successivamente disputai 34 buone gare nell’interregionale e la Lodigiani mi richiamò, facendomi promesse che non rispettò. Ricordo che partii, andai in California, volevo smettere con il calcio, m’ero cercato un lavoro differente. Fui richiamato dall’Avezzano e mi convinsero a riprendere, ma le categorie superiori mi frullavano sempre nella testa. Non escludo che se non le ho raggiunte, sarà stata anche per qualche mia colpa. Certo è che sarebbe bellissimo andare in B con il Catanzaro!” Poi, quasi richiamato da quella maturità, rettifica: “Però, non dobbiamo illuderci. Siamo stati ripescati ed è stata già una grande gioia. Manteniamoci uniti, senza pensare ad altro, potremmo farci male da soli, arrecando un danno ai nostri magnifici tifosi.” Domenica, in tribuna, gli ha portato fortuna la consorte Lucilla Perrotta, nazionale di beach volley, che ha recentemente disputato i mondiali in Brasile.

Salvatore Blasco

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