La tragedia dell’A16

Bus vola dal viadotto 38 morti, 10 feriti
Bus vola dal viadotto 38 morti, 10 feriti

Cento metri contro il guardrail e poi il volo dal viadotto, un salto di 30 metri e poi lo schianto: quello che doveva essere un fine settimana di festa alle terme, con un pellegrinaggio a Pietralcina nella terra di Padre Pio, si è trasformato in una strage di innocenti: 38 vittime e 10 feriti, molti dei quali in gravi condizioni per un bilancio che non è ancora definitivo. I Vigili del fuoco hanno lavorato per tutta la notte per estrarre le vittime e i superstiti dalle lamiere contorte dell’autobus ormai ridotto a rottame che ieri sera è precipitano da un viadotto della A16 a Monteforte Irpino. Lungo la provinciale che porta a Taurano, proprio sotto il viadotto dell’autostrada, sono state allineate 36 bare, accanto a vestiti e lenzuoli insanguinati, bagagli ed effetti personali delle vittime, pezzi di sedili dell’autobus e della barriera new jersey dell’autostrada travolta dalla folle corsa del bus. I corpi delle vittime sono poi stati portati nella palestra della scuola media di Monteforte Irpino, trasformata in una camera ardente dove sono già arrivati diversi familiari e amici. Urla, pianti, disperazione sui volti. “Erano amici che andavano in gita spesso, si conoscevano quasi tutti – racconta uno di loro -. Avevano deciso di trascorrere un fine settimana a Telese Terme e poi un giorno a Pietralcina. Ad organizzare era sempre la stessa persona, Luciano Caiazzo, salumiere di Pozzuoli”. Le operazioni di soccorso non sono ancora concluse: all’appello, dice il comandante dei Vigili del fuoco di Avellino Alessio Barbarulo, manca una persona: “La stiamo cercando, se è sotto le lamiere del bus cercheremo di trovarla il prima possibile, ma speriamo che qualcuno ci dica che non era sull’autobus”. C’erano invece almeno cinque o sei bambini su quel pullman e al momento non sono miracolosamente tra le vittime: cinque di loro sono ricoverati all’ospedale Santobono di Napoli, due dei quali in gravi condizioni, mentre il sesto si trova sempre a Napoli ma al Cardarelli. Sia il bilancio dei feriti che quello dei morti non è però ancora definitivo e solo nelle prossime ore si potrà avere un quadro più chiaro. Come non è assolutamente possibile, allo stato, stabilire le cause dell’incidente, che dovranno essere chiarite dall’inchiesta della procura di Avellino. Alcuni testimoni hanno riferito ai soccorritori di aver visto l’autista del mezzo sterzare verso destra una volta resosi conto che sarebbe finito contro le auto incolonnate davanti a lui. Manovra, questa, che avrebbe portato il bus prima a strusciare per un centinaio di metri contro il guardrail fino a romperlo e precipitare nella scarpata. Altre voci, che non hanno trovato alcuna conferma ufficiale, parlano invece di una gomma esplosa mentre una delle prime ipotesi avanzate è quella di un guasto ai freni. (ANSA).

Un tragico appello, poi il momento del riconoscimento. È così che i parenti delle vittime dell’incidente in Irpinia stanno vivendo gli attimi forse più duri. “Si preparino i parenti di…”: e’ così che gli agenti di Polizia chiamano ad uno ad uno i parenti delle vittime riuniti alla camera ardente allestita nella palestra della scuola media di Monteforte Irpino. Ci sono figli, nipoti. Si conoscono quasi tutti: “siamo parenti e vicini di casa”, raccontano. Quasi tutti la notizia della strage l’hanno appresa della tv. “Stavo sentendo il tg quando hanno detto che un bus era finito in una scarpata – dice Mario Terracciano, che nell’incidente ha perso sua mamma Barbara e suo papà Mario, tutti di Pozzuoli – ho sentito che veniva da Telese Terme, ho capito subito che si trattava di loro. Avevo sentito mia mamma poche ore prima, si era preoccupata del mio pranzo”. Nell’incidente Mario ha perso anche i suoi zii: “Una settimana fa erano stati in Calabria, erano persone semplici che volevano solo qualche ora di serenità”. (ANSA).

“Mia nipote mi ha raccontato che è scoppiata la gomma sinistra dell’autobus. L’autista ha cercato di tenere il controllo in tutti i modi ma non c’è riuscito e il bus è sbandato finendo giù nel dirupo”: lo ha raccontato una delle superstiti, Annalisa, a suo zio Vincenzo Rusciano, che l’ha incontrata in ospedale ad Avellino. (ANSA).

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Redazione

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