MILANO, 30 luglio 2003 – Definirla esplosiva è riduttivo. Perché la vicenda che ruota intorno al caso Catania (riammesso in serie B dal Tar) assume giorno dopo giorno dei risvolti sempre più preoccupanti, adatti magari a un film di James Bond, ma non certo allo sport più amato dagli italiani. A gettare benzina sul fuoco ci pensa il presidente del Perugia, Luciano Gaucci. La sua è una dichiarazione forte, rilasciata al termine dell’assemblea di A e B. “Alcuni colleghi – ha affermato – mi hanno offerto dieci milioni di euro e la cacciata di Franco Carraro a titolo di risarcimento per convincermi a fare andare il Catania in serie C, ma io ho rifiutato. Ho risposto che nemmeno per il doppio accetterei una soluzione del genere perché il Catania non è mio, ma dei catanesi. Del resto, i miei avvocati hanno già quantificato in dieci milioni di euro la cifra che chiederemo come risarcimento alla Federcalcio”.
Ovviamente non ci sono né conferme (ma neppure smentite), né i nomi dei presunti “corruttori”, ma la sparata di Gaucci riassume bene il clima che si respira dalle parti della Lega. I presidenti riuniti proprio per trovare una soluzione certa alla domanda dell’estate calcistica (quante squadre parteciperanno alla prossima serie B), hanno continuato a litigare senza trovare un accordo. O meglio: una proposta Adriano Galliani la porterà domani alla Federcalcio, ovvero la serie cadetta a 20 formazioni. Il presidente della Lega ha anche aggiunto: “Sappiamo che la situazione è calda e delicata vedremo poi come mettere in atto questa proposta”.
Tradotto vuol dire più o meno: non ci siamo messi d’accordo e pertanto aspettiamo domani. Già , poiché le prossime 24 ore dovrebbero essere decisive. In mattinata, infatti, è prevista la sentenza del Consiglio di giustizia amministrativa di Palermo che prenderà in esame i ricorsi della Federcalcio sui provvedimenti in favore del Catania. Se i giudici daranno torto alla Figc, la B si allargherà a 21 con l’inserimento d’imperio dei siciliani. A quel punto sarà inevitabile lo slittamento dei calendari – previsti sempre per domani nel corso di un Consiglio federale che si preannuncia molto teso anche per la contemporanea protesta dei circa mille ultrà del Catania che arriveranno nella capitale – perché prima bisognerà decidere il format della serie B.
Le 24 squadre sono l’ipotesi più avversata, ma è anche l’unica che placherebbe le acque. Con la sequela dei ricorsi al Tar, infatti, il rischio è di rinviare sine die l’inzio dei campionati. Tra l’altro il governo ha già promesso per fine agosto il decreto che metterebbe al riparo lo sport per il futuro. Insomma, si tratterebbe (la B a 24) di un provvedimento eccezionale e non più ripetibile (così come aveva richiesto qualche tempo fa il presidente del Coni, Gianni Petrucci).
Del resto l’impasse è evidente. Antonio Matarrese, vicepresidente della Lega, è stato laconico: “Finora non abbiamo risolto nulla”, mentre sempre Gaucci aveva ironizzato sull’uscita di Galliani: “La Lega vuole la serie B a 20 squadre? Se resta fuori il Napoli… Non sto scherzando: Galliani l’ha detto al presidente dei campani. A quel punto Naldi è stato zitto. Noi in C1 non ci andiamo”. E come se non bastasse c’è da registrare l’attacco del presidente del Cagliari, Massimo Cellino alla Juventus: “La società bianconera si sta comportando in maniera scorretta. Starebbe raccogliendo le firme per far partire primala serie A. Ma qui stiamo tutti nella stessa barca, quindi o si inizia tutti insieme o non si inizia proprio”. Se continua così è più probabile la seconda ipotesi.
Francesco Ceniti – Gazzetta.it