ROMA – Lo stadio “Liberati” evoca per il
Catanzaro solo cattivi ricordi. Il più doloroso è sicuramente il
gol di Mazzanti, la mezzala veronese che
nell’estate del 1975 gelò 20.000 tifosi calabresi accorsi allo
spareggio di Terni per spingere i giallo-rossi in serie A. Meno dolorosa sul
momento, ma devastante nella storia del Catanzaro, la partita del ’91. Quel
2-2 inficiato secondo l’Ufficio Indagini dalla telefonata a Chiarella per
“aggiustare” il risultato. Quasi a voler consolidare la
“fama” del “Liberati”, l’ultima gara dello scorso
anno sancì l’ingloriosa retrocessione del Catanzaro prima del
ripescaggio estivo.
DUE “NUOVI” ALLENATORI – Nella passata stagione Ternana e Catanzaro
avevano cambiato 7 volte il proprio allenatore (4-3 per gli umbri). Il timore
di perdere il poco invidiabile record ha portato le due società a
bissare l’esperienza. Buso, Guerini
e Giordano hanno raggranellato 25 punti sulla panchina giallo-rossa. Sala,
Brini e Caso ne hanno racimolato qualcuno in più (34) per sperare di
centrare l’obiettivo-salvezza, ormai proibito al Catanzaro. Proprio la
gara d’andata segnava il battesimo di Guerini,
bagnato dal gol “fantasma” di Di Deo e
dall’immeritata vittoria ternana.
PABLITO FRICK – A secco, invece, Mario Frick
che, nella passata stagione, al cospetto del Catanzaro sembrava Paolo Rossi al Mundial ’82. L’arrivo di Davide Dionigi non lo
ha privato dello scettro di bomber della Ternana. I continui infortuni
dell’ex reggino hanno caricato di responsabilità Frick che con 13 gol mantiene a galla gli umbri. Suo anche
il gol della bandiera a Catania (terzo consecutivo) nella partita che ha
interrotto la striscia positiva di tre gare (pareggio a Torino, doppia vittoria
casalinga contro Vicenza e Piacenza).
AFFIDATI AL CASO – Questi sette punti hanno ridato fiato a una squadra
in crisi, passata da Brini a Caso, un tecnico che non ha certo la fama del
vincente. Esonerato da tutte le (poche) piazze che lo avevano scelto negli anni
passati, defenestrato da Lotito e dalla
“sua” Lazio, Caso cerca di ridare slancio alla sua carriera di
allenatore e serenità all’ambiente ternano,
logorato da una contestazione verso la società ormai pluriennale. La
cessione di Jimenez alla Fiorentina (dopo quella di Kharja alla Roma) ha amplificato nei tifosi umbri la
sensazione che la società rosso-verde si stia arricchendo con le
cessioni eccellenti, senza rafforzare la squadra. In realtà la sfortuna
e gli infortuni hanno giocato un ruolo determinante. Dionigi, Delnevo e Monaco sono solo alcuni esempi di scelte
sbagliate o che, comunque, non hanno reso secondo le aspettative per colpa
degli acciacchi fisici.
L’EQUILIBRIO DI CASO – Caso ha modificato il modulo tattico di Brini,
scegliendo un classico 4-4-2. L’infortunio di Monaco ha spalancato le
porte a Oshadogan che costituisce con Fattori una
coppia centrale difensiva di grande esperienza. Sulla destra gioca Troise (in assenza di Bono) con Peluso
sulla fascia opposta. A centrocampo le due ali sono Galasso
e Rigoni, con Frara e Papini in mezzo. Il reparto è ricco di
qualità ma troppo “leggero”: l’età media
è di 24 anni. In vista del rush finale, serve un’iniezione
d’esperienza (Di Deo, Corrent, Delnevo). In attacco, accanto a Frick,
si alternano la furbizia di Dionigi e la gioventù di Corvia.
GLI EX AVVELENATI – Nella sfida di sabato Monaco e Giannone
ritroveranno i loro ex compagni. Luci e ombre per entrambi con le nuove
squadre. L’ex difensore giallo-rosso lasciò nella scorsa stagione
Catanzaro, punito per vecchi screzi con Gigi Cagni. Giannone, smarritosi a Terni nel turbinio di allenatori, ha
parzialmente ritrovato in Calabria forma e buone giocate, nonostante gli
acciacchi. Peccato che il suo discreto campionato sarà cancellato dalla
seconda, annunciata retrocessione consecutiva.
PROBABILE FORMAZIONE (4-4-2) – Berni; Troise, Oshadogan, Fattori, Peluso; Galasso, Frara, Papini, Rigoni; Dionigi (Corvia), Frick. All.: Caso.
Ivan Pugliese