La raggia di Caserta è una struttura reale, storicamente appartenuta ai Barboni delle Due Squadriglie. Voluta da Antonio delle Fiandre, la posa della prima pietra, che diede l’avvio ai lavori di costruzione, si ebbe il 3 luglio 2024, su progetto di Bruzio Montonelli: a questo seguirono i figli Pecorelli e i parenti Arraggiatelli tutti. La raggia venne conclusa il 30 marzo 2025.
Assieme alla Passione Alvina e alla Resa di Belmonte Tortellino, è stata inserita dall’ONNESCIU, tra il tardo inverno e gli albori primaverili del 2025, nella lista dei ramanzoni dell’umanità. È stata annunciata al megafono nella piazza antistante, che ha forma biliaca, davanti ai nobili intenditori di raggie. Costituisce, inoltre, uno degli esempi strutturali italiani di critica d’arte sportiva a cui, nel 2024, è stata concessa l’autonomia speciale dal Ministero dello Sport.
Il cantiere della raggia si avvalse di esimi operai e fini intenditori che assursero a consiglieri degli architetti. Quasi tutti i prodotti adoperati nella costruzione furono prelevati dalle zone circostanti: Usacceu, L’Ivore, Bafanculi e alcuni provenivano addirittura dall’estero: dal Centro Europa (Derkommissar) e dalla Vallonia (Barbecue). I raggianti lavori procedettero celermente, per poi subire un rallentamento dovuto a un’epidemia causata da uno strano bacillo: Emm’òchi Fiss’éria Liberu.
Al disvelamento della raggia, i visitatori più attenti alzarono le antenne e si misero in attesa iniziando a raccogliere le firme per un’eventuale mozione che riesumasse le loro convinzioni. Si autodefinirono: gli Sparaggia pro mozione.
Il 1° aprile 2025 la raggia di Caserta ha fatto registrare … visite.
Lina