La prua giallorossa verso la testa, ma attenzione alle correnti contrarie

L’editoriale di Francesco Ceniti

La settimana di “passione” del Catanzaro è andata in scena prima rispetto al calendario canonico. Ma si sa: il credo calcistico segue un suo tempo. In ogni caso il trittico di partite si è concluso nel migliore dei modi: nove punti e balzo in classifica fino al secondo posto. Ora la prua giallorossa sarà impegnata nel rush finale (che si preannuncia elettrico) nel tentativo di portarsi davanti a tutti, compreso il Crotone (ah, come pesano quei due punti persi da una rimessa laterale. Un gol tipico dei cortili e non certo di un campionato professionistico) che sta cercando l’allungo vincente, ma forse ha scelto di partire un po’ troppo in anticipo. Fino all’ultima giornata, infatti, può accadere di tutto e basta un solo passo falso per vanificare l’intero campionato. Insomma, come direbbe Erik Zabel: mai alzare le braccia prima di tagliare il traguardo.
Il discorso, naturalmente, vale anche per il Catanzaro. Il tris di vittorie consecutive da solo non porta a nessun risultato. Semmai aumenta il rimpianto per i troppi punti lasciati fuori casa nel girone d’andata, quando si poteva e si doveva osare di più contro formazioni messe sotto, ma non battute (Paternò e Samb i casi più eclatanti). Senza contare alcuni fattori che hanno remato contro la barca giallorossa: il pari casalingo con il Taranto è coinciso con il miglior momento dei pugliesi (ora allo sbando), la sconfitta di Pesaro è avvenuta proprio nell’ultima gara disputata con la maglia biancorossa dai giocatori migliori (Borneo in primis), mentre la palude di Sora ha di sicuro penalizzato il Catanzaro, che in condizioni normali avrebbe potuto centrare i tre punti. In ogni caso la fortuna è un elemento variabile e nel finale di stagione potrebbe girare a nostro favore (le ultime due partite del campionato sono, sulla carta, morbide).

Parlavamo di “passione” in giallorosso. Quella dei tifosi non conosce calendario: va in scena tutte le domenica, ma pure di mercoledì e ogni tanto di sabato. Contro la Sambenedettese è lecito attendersi al Ceravolo oltre 10.000 persone per una gara insidiosa (i marchigiani sono la formazione che ha perso di meno fuori casa). A questo proposito è bene guardare avanti: se tutto va nel verso giusto, per i prossimi due impegni casalinghi (Acireale e Teramo) ci potrebbe essere un escalation di spettatori con richieste vicine ai 20.000 posti. Sarebbe il caso d’iniziare a pensare a quest’evenienza perché non sarà umanamente possibile limitare la capienza a 11.000 biglietti per il prosieguo della stagione. Quindi, prima iniziamo con le richieste ai vari uffici di competenza per ottenere un aumento di posti, meglio è. Tra l’altro la spinta del pubblico può aiutare la barca giallorossa ad andare più forte.

A proposito: che tutti debbano remare dalla stessa parte appare scontato. Ma il caso ha voluto che proprio nel momento più importante della stagione qualche corrente contraria sia arrivato. Di che cosa stiamo parlando? Chiamiamole leggende, storie, racconti o cose similari che circolano per le vie di Catanzaro. Il tutto condito da frasi tipo “lo so per certo”, “ti dico che è così”… Non è chiaro? Avete ragione, ma il fatto è che nemmeno noi ci abbiamo capito granché. Quello che sembra strano, però, è una cosa: perché questa confusione arriva proprio nel momento più importante della stagione? Il fatto ci appare come minimo sospetto. In generale, però, ci preme dire che negli ultimi anni abbiamo visto delle squadre vincere dei campionati con il curatore fallimentare alle porte o, peggio, senza prendere uno stipendio da quasi un anno. E non parliamo dei miliardari di Lazio e Roma, ma del piccolo Sora capace di batterci in una finale play off. Quindi un calciatore quando vuole sa benissimo fare il suo dovere anche in situazioni estremamente difficili. Tra l’altro in un momento di crisi generale come quello attuale il buon senso deve per forza prevalere. Detto questo è ovvio che anche la controparte debba gestire il tutto nel migliore dei modi. Insomma, la moglie di Cesare deve essere al di sopra d’ogni sospetto. E quando il comportamento è irreprensibile state sicuri che le malelingue non hanno margini di manovra (e le storie, le leggende, i racconti restano chiusi in un cassetto). In altre parole: non è il caso di tirare la corda, ma da entrambe le parti. C’è una città che vive e respira pensando a una benedetta promozione. Conquistare la serie B darebbe ossigeno a tutti: alla società che si ritroverebbe nella casse nuovi introiti (dai diritti tv ai soldi riservati ai club dalla Lega), ai calciatori (i vincenti sono sempre i più ricercati e quelli meglio pagati) e infine a Catanzaro. Parliamoci chiaro, sindaco e compagnia: non è che negli ultimi 25 anni l’Italia ci conosca per chissà quali meraviglie. L’unica è stata una squadra che in serie A faceva quello che ora fa il Chievo (sic, un quartiere).
Per questa ragione evitiamo, per favore, qualsiasi fesseria che possa anche minimamente contribuire ad alterare una situazione che appare buona. E’ vero che il calcio è uno sport e dunque bisogna saper perdere. Ma, cari signori, capirete anche che questo discorso è facile da accettare quando ogni tanto si vince qualcosa. E guarda caso da molti anni questo non accade nella città dei tre colli. Quindi, iniziamo a portare a casa le cose più importanti. Poi parleremo del resto.

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Redazione

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